La somma potrebbe, però, non essere sufficiente per il trasporto di tutte le salme, in caso di aumento della richiesta da parte dei familiari, perché ogni trasporto costa circa 4.000 euro. I cadaveri identificati sono al momento 64 e le salme rimpatriate 6. Se tutti i parenti delle vittime (o chi per loro) dovessero chiedere il trasporto all'estero, occorrerebbero 256.000 euro.
La somma è consistente anche se al momento c'è la necessità di spesa di circa 30.000 euro. Non ci sono decreti che garantiscono i fondi, anche se la prefettura, con una propria nota fatta pervenire al Comune, ha precisato che “è stata già richiesta la devoluzione di congrue risorse per l'integrale ristoro, tra l'altro delle spese da imputare all'espatrio delle salme”.
Non bisogna dimenticare che il Comune di Crotone ha la spesa corrente bloccata da un provvedimento della Corte dei conti e, quindi, non può concorrere con il proprio bilancio. Il Comune della città capoluogo di provincia è chiamato anche a combattere con le procedure internazionali che sono un vero proprio cappio al collo. I resti delle povere vittime, per essere trasportate all'estero, hanno bisogno del passaporto mortuario, che viene rilasciato dal Comune, dove si è verificato la tragedia (Cutro). In verità spetterebbe anche al Comune di Cutro garantire le somme necessarie per il trasporto delle salme, così come è successo più volte per il Comune di Lampedusa.
Il prefetto di Crotone, come si evince in una delibera di Giunta comunale, “ha chiesto al Comune di farsi carico delle procedure amministrative per il rimpatrio delle salme”. Ha chiesto al sindaco Vincenzo Voce di far fronte alla situazione, essendo l'ente da lui rappresentato più attrezzato rispetto a quello di Cutro. Sembrerebbe anche che la prefettura avrebbe gradito che la riunione del Consiglio dei ministri, fissata per il pomeriggio del prossimo 9 marzo, si tenesse a Crotone per una serie di ragioni (tra le quali la sicurezza) e che, invece, da parte del Governo ci sia stata una posizione intransigente.
Su questa intransigenza potrebbe avere pesato il contenuto non proprio pacifico della lettera scritta da Voce al premier. Giorgia Meloni potrebbe non avere gradito quel contenuto perché la accusava di non avere avuto attenzione per la tragedia consumatasi a Cutro.
Sta di fatto che la riunione del Governo si tiene a Cutro e a Crotone viene chiesto di mettere mano al portafogli, senza che vi sia, al momento, un decreto ufficiale per la copertura della spesa o un aiuto a dipanare la matassa della burocrazia per il trasporto delle salme. Oltre a garantire le somme necessarie il Comune di Crotone, infatti, si sta dovendo occupare delle procedure del trasporto. La situazione è meno complessa per il trasporto delle salme negli stati che aderiscono alla Convenzione di Berlino.
Diventa difficile da gestire quando la salma deve essere trasportata in paesi come l'Iran, che non aderisce alla Convenzione. In questo caso il trasporto non è automatico e richiede le autorizzazioni del governo dell'Iran. E' tutto molto complicato e dal Governo non è arrivato nessun aiuto per facilitare le attività di trasporto. Tra le altre cose il trasporto, quando viene fatto con l'aereo, richiede di organizzare anche le procedure per trasferire le salme dall'aeroporto sino al luogo della tumulazione. Anche di questo dovrebbe occuparsi il Comune di Crotone, se il trasporto avverrà in aereo.
OGGI LA SALMA DI UNA BIMBA E' PARTITA PER LA GERMANIA
Intanto dal PalaMilone stanno partendo le prime salme, quelle dirette ai paesi europei. Si è realizzato il desiderio di Layla, una giovane mamma afghana di 39 anni, che nella tragedia ha perso due figlie: Maryam e Niyayesh.
Il corpicino di Maryam è stato recuperato, mentre quello di Niyayesh è ancora disperso nei fondali marini. Su quella carretta del mare che si è frantumata nella secca antistante la spiaggia di Steccato di Cutro, i rappresentanti della famiglia di Layla erano quattro: c'era anche il piccolo Matin di 10 anni, che si è salvato ed è stato ricoverato al “San Giovanni di Dio” ed ora è con la mamma.
La storia di Layla è comune a tante altre donne che fuggono in cerca di un mondo migliore: ha deciso di fuggire dall'Afghanistan per non fare la stessa fine del marito, caduto sotto il fuoco dei talebani. Layla è la mamma che ha chiesto aiuto a Elly Schlein, il giorno che la segretaria nazionale del Partito democratico è venuta a Crotone per onorare i morti della tragedia di Steccato di Cutro. Ha chiesto aiuto per accelerare i tempi e trasportare il corpicino di Maryam in Germania nella città di Weilhem, dove risiede la sorella più piccola di tre anni, Kolsum, con il marito Mohammad.
Schlein si è rivolta ad Andrea Devona, eletto nell'assemblea nazionale del Pd, e gli ha chiesto di occuparsi della richiesta di Layla. Ha anche chiesto di essere tenuta informata sull'evoluzione della pratica. Oggi la bara di Maryam ha lasciato il Palamilone ed è stata caricata sul furgone delle onoranze funebre tedesche, che la trasporterà a Weilhem, la città dove avrebbe voluto crescere.