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Lunedì, 09 Settembre 2024

ATTUALITA' NEWS

monumento lea garofalo danneggiatoPETILIA POLICASTRO - Il monumento che ricorda Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla 'ndrangheta nel 2009 ed il cui cadavere fu dato alle fiamme, è stato danneggiato da sconosciuti a Petilia Policastro. Il danneggiamento è stato scoperto stamane dal sindaco del comune crotonese, Amedeo Nicolazzi. Il primo cittadino, stamane, in occasione della festa delle donne, si è recato presso il monumento per deporre dei fiori ed ha scoperto i danni. In particolare è stato rubato un faretto e sono state divelte delle pietre poste intorno al masso che ricorda la figura della testimone di giustizia. Sul danneggiamento è stata presentata denuncia. Il monumento a Lea Garofalo è stato realizzato nel 2014 e si trova alle porte di Petilia Policastro. "Sono addolorato - ha detto il sindaco - per quanto è accaduto".

 

L'intervento del deputato Magorno (Pd): «Fa male».
«Fa male lo sfregio al monumento dedicato a Lea Garofalo. A dispetto di tanto orrore, pero', Lea restera' sempre una donna simbolo della Calabria». Così, su Twitter, il deputato del Partito democratico, componente della commissione Antimafia, Ernesto Magorno, interviene sullo sfregio compiuto ai danni del monumento a Petilia Policastro, dedicato a Lea Garofalo.

 

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COSENZA - «Marco Tullio Giordana è un grande regista. Nel film su Lea Garofalo, pur nella finzione, ci ha messo testa e cuore». Lo ha detto don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, parlando con i giornalisti a Rende a margine di un incontro all'Università della Calabria. «Io incontrai Lea - ha aggiunto - a Firenze. Dopo un'iniziativa pubblica mi fermò e mi chiese aiuto. Le indicammo un avvocato di Libera che prese a cuore il suo caso. La supplicammo di non andare a quell'incontro con il compagno, Carlo Cosco, ma lei disse: "se vado con mia figlia, non mi tocca". E invece è accaduto quello che è accaduto».

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lea boldriniROMA - La presidente della Camera Laura Boldrini oggi ha voluto oggi ricordare la figura di Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima della 'ndrangheta che ha ispirato 'Lea', il film di Marco Tullio Giordana andato in onda ieri sera sulla Rai [LEGGI ARTICOLO]. «I testimoni di giustizia vanno protetti - ha detto Boldrini  ricevendo a Montecitorio i giovani Rosario Esposito La Rossa e Maddalena Stornaiuolo dell'associazione Vo.Di.Sca. (acronimo di ''Voci di Scampia'') di Napoli, accompagnati dal deputato Pd Davide Mattiello - lo Stato non può abbandonarli. Spesso si tratta di donne che si ribellano ai propri mariti e a queste va data protezione, in modo da consentire loro di portare via i figli per vivere in sicurezza in altri luoghi».

 

L'avvocato di Denise: «Urgente legge sui testimoni di giustizia».
«È urgente una legge sui testimoni di giustizia»: a dirlo è Enza Rando, avvocato di Denise, 24 anni, figlia della testimone di giustizia Lea Garofalo, sulla cui vita ieri sera è andata in onda una fiction di Marco Tullio Giordana . «Il sistema di protezione dei testimoni di giustizia - dice il legale - una serie di miglioramenti in questi anni li ha fatti. Seguo molti testimoni di giustizia e negli ultimi 10 anni qualcosa è cambiato, alcune prassi sono migliorate e c'è una maggiore competenza». Attualmente esiste la legge sui collaboratori e un paragrafo è dedicato ai testimoni ma per Rando non basta. «Urge una legge per i testimoni, che hanno propria dignità e meritano una normativa apposita. Non si deve mai più confondere infatti il testimone con il collaboratore e una normativa può aiutare a risolvere le criticità attuali. Giusto sarebbe prevedere, a mio giudizio che i testimoni rimangano nei territori in cui sono sempre vissuti e hanno lavorato». Il film di Marco Tullio Giordana a Renda è piaciuto: «A me sembra un bel film che regala una Calabria diversa, una terra del coraggio, che ce la può fare».

 

 

 

 

 

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lea garofalo confronto«Lea e' stata rappresentata malissimo, come una ragazza rozza, ma Lea non era così, era molto signorile e parlava benissimo l'italiano». A poche ore dalla fiction televisiva che ha portato su Rai 1 la storia di Lea Garofalo e del suo coraggio nel dire no alla 'ndrangheta, la sorella Marisa boccia il film. Nel film, il ruolo di Lea è interpretato dall'attrice Vanessa Scalera, mentre Linda Caridi veste i panni della figlia Denise. Intervistata in diretta telefonica da "Buongiorno Regione", la trasmissione del Tg regionale calabrese della Rai, Marisa Garofalo ha espresso forti perplessita': «E' stata rappresentata la mia famiglia in maniera vergognosa - ha detto - e ci sono stati momenti e scene che non corrispondono alla verita', ma hanno rappresentato molto bene l'associazione Libera e forse lo scopo era proprio questo». Critiche, dunque, anche nei confronti dell'associazione antimafia di don Ciotti: «Io purtroppo non riesco a vedere piu' mia nipote Denise, che so essere gestita dall'associazione Libera. E ogni volta che faccio riferimento a Libera poi salta l'incontro con mia nipote, non credo sia solo casualita'. Lea ha pagato con la vita la sua scelta - ha concluso Marisa Garofalo - ma io non sono stata interpellata sulla realizzazione di questo film e non so il motivo».

 

L'avvocato di Denise: «Urgente legge sui testimoni di giustizia».
«È urgente una legge sui testimoni di giustizia»: a dirlo è Enza Rando, avvocato di Denise, 24 anni, figlia della testimone di giustizia Lea Garofalo, sulla cui vita ieri sera è andata in onda una fiction di Marco Tullio Giordana [LEGGI ARTICOLO]. «Il sistema di protezione dei testimoni di giustizia - dice il legale - una serie di miglioramenti in questi anni li ha fatti. Seguo molti testimoni di giustizia e negli ultimi 10 anni qualcosa è cambiato, alcune prassi sono migliorate e c'è una maggiore competenza». Attualmente esiste la legge sui collaboratori e un paragrafo è dedicato ai testimoni ma per Rando non basta. «Urge una legge per i testimoni, che hanno propria dignità e meritano una normativa apposita. Non si deve mai più confondere infatti il testimone con il collaboratore e una normativa può aiutare a risolvere le criticità attuali. Giusto sarebbe prevedere, a mio giudizio che i testimoni rimangano nei territori in cui sono sempre vissuti e hanno lavorato». Il film di Marco Tullio Giordana a Renda è piaciuto: «A me sembra un bel film che regala una Calabria diversa, una terra del coraggio, che ce la può fare».

 

 

 

 

 

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Lea Garofalo monumento2CATANZARO - E' stata inaugurata a Catanzaro, dal sindaco Sergio Abramo l'installazione artistica, realizzata da Cinzia Nania, dell'Accademia delle Belle arti, dedicata a Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa e bruciata in Lombardia nel 2009. L'installazione é stata collocata nei giardini di San Leonardo intitolati a Lea Garofalo. «Abbiamo voluto portare ai nostri giovani - ha detto Abramo - la testimonianza di una grande donna che ha contrastato la 'ndrangheta. È un messaggio per tutti». Il sindaco, nell'occasione, ha ricordato Marco Gentile, il giovane ucciso il 24 ottobre scorso proprio nei pressi dei giardini di San Leonardo. «La morte di Marco - ha detto - ha sconvolto l'intera comunità. Per questo come amministrazione stiamo cercando, anche attraverso gesti simbolici ma molto significativi, come l'intitolazione di oggi, di contrastare il fenomeno della droga evitando la devianza. Questo obiettivo si può raggiungere solo combattendo la disoccupazione. Per questo serve un incontro con tutte le istituzioni, per valutare l'utilizzo dei fondi europei e creare prospettive per i giovani». Alla manifestazione erano presenti Marisa Garofalo, sorella di Lea; Fabio Venneri e Carmela Elia, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale di Petilia Policastro, centro di cui era originaria Lea Garofalo; Adriana Musella, del coordinamento antimafia Riferimenti, e la cantastorie Francesca Prestia, che ha dedicato una canzone a Lea Garofalo. Marisa Garofalo ha ricordato come la sorella fosse «una persona amante della vita e della libertà. Lea - ha aggiunto - ha sacrificato la sua vita per la figlia Denise. Voleva che crescesse libera. I suoi assassini hanno voluto distruggere il suo corpo ma non sono riusciti a distruggere il suo messaggio per i giovani, trasformandola in un'eroina della lotta alla mafia e della cultura».

 

 

 

 

 

 

 

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giardini san leonardo catanzaroI giardini di San Leonardo a Catanzaro, il principale luogo di ritrovo dei giovani del capoluogo di regione, saranno ufficialmente intitolati a Lea Garofalo, vittima nel 2009, a soli 35 anni, della 'ndrangheta e diventata simbolo della resistenza alla mafia. L'iniziativa - riferisce una nota del Comune di Catanzaro - è in programma martedì 10 novembre, alle ore 11. «Così, come aveva promesso nella lettera inviata al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, proprio qualche giorno dopo i funerali della povera donna svoltisi nel capoluogo lombardo, Sergio Abramo - riporta la nota - ha deciso di dedicare a Lea Garofalo un luogo molto frequentato della città, soprattutto dai giovani. Sono fermamente convinto - ha affermato Abramo - che ogni città dovrebbe inchinarsi davanti al coraggio di una giovane donna che ha voluto affrontare la terribile realtà delle mafie non preoccupandosi delle conseguenze. Bisogna fare in modo che un eroe dei nostri giorni come lei non venga mai dimenticato. Per tale motivo abbiamo pensato a questa intitolazione e anche a un'installazione artistica a lei dedicata che la ricorderà per sempre. I giovani di oggi e quelli di domani devono conoscere lei e la sua incredibile storia perché ne traggano i migliori insegnamenti possibili. Da oggi - aveva scritto Abramo a Pisapia nella lettera - siamo tutti più forti nella difficile battaglia contro le mafie e la criminalità organizzata è più fragile perché è sempre più isolata nella coscienza popolare degli italiani e dei calabresi. Hanno bruciato il suo corpo, non hanno potuto distruggere la speranza dei giovani calabresi».

 

 

 

 

 

 

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