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Martedì, 06 Giugno 2023

ATTUALITA' NEWS

Il decreto di perquisizione emesso dalla Procura di Crotone nell'ambito delle indagini sulla catena dei soccorsi al caicco carico di migranti naufragato il 26 febbraio a Steccato di Cutro - 94 morti accertati ed una decina di dispersi - solleva dubbi non solo sulla catena dei soccorsi, ma anche sull'orario in cui è avvenuto lo scontro con la secca che ha provocato lo sfascio dell'imbarcazione.

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I carabinieri stanno eseguendo una serie di perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Crotone nelle sedi di Frontex, della Guardia di finanza e della Guardia costiera nell'ambito dell'inchiesta sul naufragio del barcone carico di migranti avvenuto il 26 febbraio scorso davanti la costa di Cutro in cui sono morte 94 persone e c'è stato un numero imprecisato di dispersi.

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È stato chiuso il Centro di coordinamento ricerche che era stato istituito nella Prefettura di Crotone dopo il naufragio del barcone carico di migranti avvenuto il 26 febbraio scorso in località ''Steccato" di Cutro, nel Crotonese.

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«I familiari delle vittime di Cutro chiedono giustizia a Strasburgo». Lo rende noto l'avvocato Francesco Verri del Foro di Crotone che, insieme a un pool di avvocati, difende i famigliari delle vittime del tragico naufragio avvenuto lo scorso 26 febbraio sulle spiagge di Steccato di Cutro. Il legale ha rilesciato alcune dichiarazioni pubblicate oggi in un articolo cartaceo del quotidiano Repubblica.

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«Non ho archiviato, ho promesso che saremmo andati fino in fondo nell’accertamento di eventuali responsabilità e lo stiamo facendo. Il fascicolo è ancora contro ignoti ma presto ci saranno novità».

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BRUXELLES «Nel contesto del naufragio di Cutro, sabato sera tardi uno dei nostri aerei aveva visto un'imbarcazione che andava verso le coste italiane. Utilizzando le nostre camere termiche, abbiamo individuato la presenza di persone sotto coperta e, nonostante non ci fossero segnali di difficoltà, abbiamo dato informazione immediata alle autorità competenti italiane, come sempre il nostro protocollo prevede».

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