ROMA - La Cassazione dice sì alla stepchild adoption: è stata infatti confermata una sentenza della Corte di Appello di Roma - che era stata impugnata dal pg - con la quale è stata accolta una domanda di adozione di una minore proposta dalla partner della madre con questa stabilmente convivente. La stepchild adoption "prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempre che alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse del minore. Lo ha stabilito la prima sezione civile della Cassazione, pronunciandosi sulla domanda di adozione coparentale da parte della compagna della madre biologica di una bambina. La Cassazione precisa anche che la stepchild adoption "non determina in astratto un conflitto di interesse tra il genitore biologico e il minore adottato, ma richiede che l'eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice. La Cassazione sottolinea, in calce alla sentenza con la quale ha riconosciuto l'adozione da parte di una donna della figlia della propria partner, che "il consenso degli Stati aderenti alla Cedu all'adozione legittimante da parte di persone dello stesso sesso e all'adozione cosiddetta coparentale è notevolmente cresciuta" negli ultimi anni. Nella sentenza, redatta dalla giudice Maria Acierno, si sottolinea che "infatti, attualmente, in quattordici Stati (Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Francia, Lussemburgo, Regno Unito, Islanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Irlanda, Malta, Austria) è consentita l'adozione alle coppie dello stesso sesso, mentre in Germania è possibile l'adozione del figlio del partner, così come in Croazia, Estonia e Slovenia, ma non l'adozione tout court".
Da Crotone arriva una delle prime reazioni sfavorevoli alla sentenza. a Pronunciarla è l'avvocato Giancarlo Cerrelli, esperto in diritto di famiglia, ultimamente audito dalla commissione Giustizia della Camera dei deputati per un'indagine conoscitiva circa una riforma dell'adozione e dell'affido. Dopo la sentenza della Cassazione, resa pubblica poco fa, il vicepresidente nazionale dei Giuristi cattolici afferma: "Mi riservo di leggere la motivazione, ma ritengo che la Suprema Corte abbia tradito il diritto. Diritto significa: dare a ciascuno il suo. Con la stepchild adoption - commenta Cerrelli - è negato a un bambino il diritto di godere della ricchezza e della bellezza di poter essere educato, allevato e accarezzato da due figure complementari e differenti sessualmente, quali sono un papà e una mamma e ciò solo per soddisfare il desiderio degli adulti. È subumano - incalza l'avvocato teocon - tutto ciò, perché a un bambino non possono bastare la cura e l'affetto, ma ha bisogno di vivere in una vera famiglia, non di un simulacro di famiglia. Con la pretesa - conclude - di superare discriminazioni in base all'orientamento sessuale, si compiono discriminazioni ben più gravi quando è negato a un essere umano innocente di poter godere di una vera famiglia e tutto ciò per soddisfare logiche culturali, politiche e economiche che ripugnano al buon senso".