REGGIO EMILIA - Beni del valore di oltre 500 mila euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Bologna a Pasquale Brescia, 53 anni, imprenditore originario di Crotone che si e' trasferito nel 1989 a Reggio Emilia, dove risulta domiciliato, sebbene sia oggi detenuto nel carcere di Parma. Sotto sequestro sono finiti, in particolare, un appartamento a Milano, due terreni in Calabria e diversi conti correnti. Nel 2018 Brescia e' stato condannato a 16 anni di reclusione con rito abbreviato nell'ambito del processo Aemilia (il piu' grande mai celebrato al nord contro la 'ndrangheta, partito nel 2015). Per i giudici di primo grado e' un "imprenditore intraneo" alla cosca di Cutro (provincia di Crotone) che fa capo a Nicolino Grande Aracri. A Reggio Emilia Brescia gestiva anche il ristorante "Antichi Sapori", punto di ritrovo abituale degli esponenti della consorteria mafiosa e dove nel 2012 fu organizzata la famosa cena -a cui prese parte anche il politico Giuseppe Pagliani del Pdl- per mettere a punto la strategia di discredito del prefetto di Reggio Antonella De Miro, che stava colpendo gli affari del clan con le interdittive antimafia. Sempre nel 2018, a questo proposito, Brescia e' stato condannato anche a sei anni e nove mesi per aver intestato fittiziamente alla moglie la societa' di riferimento del ristorante, per metterla al riparo da eventuali misure dell'autorita' giudiziaria.