È quanto cristallizzato nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del Tribunale di Catanzaro, Antonio Battaglia, e che racchiude il fulcro di uno dei due tronconi dell'inchiesta “Glicine akeronte” condotta quest'oggi dai carabinieri del Ros in Calabria, con il supporto dei comandi provinciali di Crotone, Cosenza, Catanzaro, Potenza, Parma, Brescia, Milano e Mantova e dello Squadrone Eliportato Calabria. Le misure cautelari sono a carico di 34 soggetti (22 in carcere e 12 ai domiciliari) su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo diretta dal procuratore Nicola Gratteri.
Accanto a Sculco (figura apicale e promotore del sodalizio), secondo l'inchiesta aperta dalla squadra mobile di Crotone e poi affidata ai Ros, si pone la persona di Giancarlo Devona (organizzatore), già dirigente del Pd ed ex amministratore pubblico, che viene individuato «quale soggetto di collegamento tra l'imprenditoria crotonese e gli organismi regionali, grazie a l ruolo assunto in qualità di segretario particolare del presidente della Regione».
I due avrebbero, tra l'altro, messo in piede l'associazione a delinquere in combutta con l'ex presidente della Regione Mario Gerardo Oliverio (promotore), l'ex assessore regionale Nicola Adamo (promotore), l'ex consigliere regionale Seby Romeo (promotore), con l'ex assessore comunale di Mesoraca Ernesto Iannone come altro trait d'union.
«Perchè agendo d'intesa tra loro - spiega l'ordinanza -, ricoprendo ciascuno di essi un preciso compito, (...) si assaciavano al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, in particolare tra l'altro delitti di turbata libertà d'incanti, turbata libertà di scelta del contraente, corruzione, abuso di ufficio, nonchè reati elettorali, (...), in particolare, in relazione alla necessità di implementare una intesa politica, volta ad accrescere il peso speci fico dei soggetti politici (...) menzionati, nel Consiglio regionale della Calabria, nei consigli provinciali e nei consigli comunali, in particolare quello di Crotone».
Nella Sculco-connection trovano così un posto in qualità di «partecipi» anche Nicodemo Parrilla, nella qualità di sindaco di Cirò marina e presidente della Provincia di Crotone nella tornata del 2017 «mettendosi a disposizione (di Sculco, ndr) per consentirgli il controllo sugli appalti e sulle nomine nel suddetto ente territoriale»; Giuseppe Germinara, dirigente della Provincia di Crotone che «grazie all'interessamento di Vincenzo Sculco, diveniva, attraverso nomina fiduciaria, dirigente del VI settore Lavori pubblici del Comune di Crotone (...), mettendosi a totale disposizione del predetto (Sculco, ndr) per consentirgli il controllo sugli appalti e sulle nomine nel suddetto ente territoriale»; Ambrogio Mascherpa, commissario straordinario e poi direttore generale di Aterp Calabria, «soggetto fiduciari o di Oliverio, si metteva a totale disposizione di Vincenzo Sculco e Giancarlo Devona, per consentire loro il controllo sugli appalti e sulle nomine nel suddetto ente regionale, nel distretto di Crotone; Nicola Santilli, dirigente del Servizio Tecnico del Distretto di Crotone della Aterp Calabria, «si metteva a totale di sposizione di Giancarlo Devona per assicurare alle imprese a lui legate l'ottenimento di appalti; Franceso Masciari, direttore amministrativo dell'Asp di Crotone (oggi sospeso all'Asp di Catanzaro), «nominato su indicazione di Vincenzo Sculco, si metteva a totale sua disposizione Giancarlo per assicurare a lle imprese a lui legate l'ottenimento di appalti e la nomina di soggetti vicini a lui; Francesco Salvatore Bernardo, direttore della Unità Operativa Gestione Patrimoniale della Asp di Crotone, «si metteva a totale di sposizione di Giancarlo Devona per assicurare alle imprese a lui legate l'ottenimento di appalti»; Pietro Vrenna, responsabile del servizio infermieristico nell'area Sita (Servizio Infermieristico e Tecnico Aziendale) dell'Asp di Crotone, «si metteva a totale disposizione di Vincenzo Sculco che lo faceva nominare responsabile delle assunzioni del suddetto ente pubblico, per assicurare l'immissione di personal e nella Asp che potesse promettere il voto su indicazione di Vincenzo Sculco»; Artemio Laratta e Giovanni Mazzei, imprenditori, «beneficiavano dell'apporto decisivo di Giancarlo Devona e dei pubblici ufficiali a lui collegati per insinuarsi negli a ppalti attraverso condotte dirette a inquinare le procedure per la scelta del contraente».
Al di là dell'apparentamento politico, dunque l'associazione per delinquere avrebbe comportato «la commissione di una sequela indeterminata di reati, alcuni dei quali disvelati e contestati (…) funzionali ad accrescere il peso specifico elettorale, attraverso incarichi fiduciari, nomine e assunzioni di matrice esclusivamente clientelare in enti pubblici, nella prospettiva di ottenere il vo to, nonché affidando appalti anche a imprese i cui titolari avrebbero assicurato l'appoggio elettorale».
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