L'uomo è titolare di una ditta operante nel settore dell'edilizia ed è ritenuto affiliato al sodalizio 'ndranghetistico emiliano, storicamente legato alla cosca "Grande Aracri" di Cutro. Applicata nei confronti dell'imprenditore anche la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per cinque anni, con obbligo di dimora nel Comune di effettivo domicilio.
Gli accertamenti patrimoniali - scaturiti dal suo arresto avvenuto nel gennaio del 2015 nell'ambito dell'operazione "Aemilia", per cui e' stato condannato nel 2017 con sentenza della Corte di Appello di Bologna, gia' passata in giudicato - hanno evidenziato "oltre alla sua pericolosita' sociale, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio effettivamente posseduto".
Il provvedimento di confisca ha interessato una ditta edile con sede a Lonigo (Vicenza), oltre alle quote sociali e a tutti i beni strumentali dell'attivita', 13 rapporti di credito e finanziari, 5 unita' immobiliari, 4 terreni adibiti a fondo agricolo e 1 autovettura di grossa cilindrata, per un valore complessivo di oltre 500.000 euro.