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Venerdì, 13 Settembre 2024

CRONACA NEWS

I carabinieri hanno sequestrato beni, per un valore di dieci milioni di euro, ai fratelli Antonio e Cesare Muto (il primo condannato definitivamente nel processo di 'Ndrangheta 'Aemilia' per associazione mafiosa, appartenente alla cosca Grande Aracri).

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MODENA - Quaranta tra terreni e fabbricati e altri beni per un valore di 13 milioni di euro sono stati confiscati ai fratelli Nicolino, Gianluigi e Carmine Sarcone (residenti a Bibbiano nel Reggiano e attualmente detenuti) e Giuseppe Sarcone Grande (residente a Reggio Emilia), ritenuti esponenti di primo piano della 'Ndrangheta in Emilia-Romagna, emersi nell'operazione 'Aemilia' e originari di Crotone.

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REGGIO EMILIA - Beni del valore di oltre 500 mila euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Bologna a Pasquale Brescia, 53 anni, imprenditore originario di Crotone che si e' trasferito nel 1989 a Reggio Emilia, dove risulta domiciliato, sebbene sia oggi detenuto nel carcere di Parma. Sotto sequestro sono finiti, in particolare, un appartamento a Milano, due terreni in Calabria e diversi conti correnti. Nel 2018 Brescia e' stato condannato a 16 anni di reclusione con rito abbreviato nell'ambito del processo Aemilia (il piu' grande mai celebrato al nord contro la 'ndrangheta, partito nel 2015). Per i giudici di primo grado e' un "imprenditore intraneo" alla cosca di Cutro (provincia di Crotone) che fa capo a Nicolino Grande Aracri. A Reggio Emilia Brescia gestiva anche il ristorante "Antichi Sapori", punto di ritrovo abituale degli esponenti della consorteria mafiosa e dove nel 2012 fu organizzata la famosa cena -a cui prese parte anche il politico Giuseppe Pagliani del Pdl- per mettere a punto la strategia di discredito del prefetto di Reggio Antonella De Miro, che stava colpendo gli affari del clan con le interdittive antimafia. Sempre nel 2018, a questo proposito, Brescia e' stato condannato anche a sei anni e nove mesi per aver intestato fittiziamente alla moglie la societa' di riferimento del ristorante, per metterla al riparo da eventuali misure dell'autorita' giudiziaria.

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La Dia di Bologna, con provvedimento emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale bolognese, ha sequestrato, su proposta del procuratore capo Giuseppe Amato e del pm della Dda, Beatrice Ronchi, beni mobili e immobili, per un valore di oltre 10 milioni di euro, al 55enne Francesco Falbo.

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«Dopo 20 anni di Reggio Emilia che cosa ho fatto allora?» È un estratto dell’intercettazione a carico del pentito di ‘ndrangheta Giuseppe Giglio captata dalla Guardia di finanza mentre concertava assieme al padre la strategia per cercare di "salvare" il patrimonio milionario di beni accumulati in maniera illecita dal nord al sud Italia. È scattata all'alba del 12 marzo scorso l’operazione dei finanzieri di Cremona, dopo la condanna di Giglio (sei anni) al processo Aemilia, che hanno confiscato 40 milioni di beni fra società, immobili, aziende agricole e mezzi. I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cremona sono stati coadiuvati dalle fiamme gialle del Comando provinciale di Crotone hanno.
Le attività, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cremona e coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, hanno consentito alla Corte d’Appello del capoluogo emiliano di giungere alla definitiva condanna di esponenti di spicco della cosca stanziatasi nelle aree a cavallo di Lombardia ed Emilia.
Le indagini hanno preso spunto da un episodio di usura perpetrato ai danni di un imprenditore cremonese da parte di un usuraio piacentino. Gli approfondimenti e l’analisi dei flussi finanziari – poi confluiti nell’operazione Aemilia – hanno consentito di portare alla luce ulteriori episodi delittuosi commessi ai danni di imprenditori emiliani. In un caso è stato addirittura accertato un prestito sul quale è stato applicato un interesse del 200%: a fronte di 700.000 euro la vittima è stata costretta e restituirne oltre un milione.
intercettazione giglioTutto ciò è stato possibile grazie allo strumentale utilizzo di società fasulle i cui bilanci apparivano perfettamente regolari grazie alla complicità di professionisti conniventi: oltre 20 milioni le fatture false scoperte.
Gli illeciti proventi sono stati quindi riciclati attraverso molteplici investimenti: in complessi immobiliari, in strutture turistico-alberghiere, in società agricole, in società edili ed immobiliari, in imprese di trasporti e logistica. Nell’operazione odierna i finanzieri di Cremona hanno confiscato: 253 immobili industriali, commerciali e di civile abitazione, ubicati nelle provincie di Parma, Reggio Emila, Modena, Mantova, La Spezia e Crotone. Diciannove le società operanti nelle provincie di Parma, Reggio Emilia, Mantova, Verona e Crotone; 50 automezzi, compreso un intero parco di autoarticolati di una società di autotrasporti del reggiano.
Parte degli immobili e delle autovetture sono stati posti a disposizione delle forze di polizia, mentre gli autoarticolati sono stati consegnati al Corpo dei Vigili del Fuoco per le proprie attività istituzionali. Le indagini economico-finanziarie condotte dalla Guardia di Finanza hanno consentito di colpire il sodalizio criminale nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali e imprenditoriali, consentendo di restituire alla Collettività i beni accumulati per finalità sociali.

 

 

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iaquinta giuseppe vincenzo grida fuori tribunale"Il nome 'ndrangheta non sappiamo neanche cosa sia nella nostra famiglia. Non e' possibile. Andremo avanti. Mi hanno rovinato la vita sul niente, perche' sono calabrese, perche' sono di Cutro. Io ho vinto un Mondiale e sono orgoglioso di essere calabrese. Noi non abbiamo fatto niente perche' con la 'ndrangheta non c'entriamo niente": questo lo sfogo dell'ex bomber della Nazionale, Vincenzo Iaquinta, condannato a due anni nel processo Aemilia, il piu' grande mai celebrato nel Nord Italia contro la 'ndrangheta. L'ex calciatore era imputato per reati di armi. "Sto soffrendo come un cane - ha detto Iaquinta gridando alle telecamere fuori dal tribunale di Reggio Emilia - per la mia famiglia e i miei bambini senza aver fatto niente".

 

 

 

 

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