L'ex sindaco di Strongoli (Crotone), Michele Laurenzano, ha lasciato il carcere ed e' stato posto agli arresti domiciliari dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Teresa Guerrieri. Laurenzano era stato arrestato lo scorso 9 gennaio nell'ambito della operazione Stige condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro la cosca Farao-Marincola di Ciro'. In quell'occasione furono eseguite 170 misure cautelari a carico di altrettante persone tra le quali figurano numerosi amministratori comunali del crotonese. Laurenzano era finito in carcere con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per aver agevolato la cosca Giglio di Strongoli. Anche il Tribunale del Riesame aveva confermato la misura in carcere per Laurenzano. Ora il giudice delle indagini preliminari ha accolto l'istanza degli avvocati Giancarlo Pittelli e Stefania Leotta, concedendo i domiciliari a Laurenzano presso un parente nella citta' di Bologna.
BOLOGNA - Conferma sostanziale dell'impianto accusatorio e della sentenza di primo grado, ma con un colpo di scena, la condanna a quattro anni di Giuseppe Pagliani, consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia, in precedenza assolto. E' l'esito dell'appello per 60 imputati che hanno scelto il rito abbreviato nel processo di 'Ndrangheta 'Aemilia', concluso a Bologna. Ad aprile 2016, il Gup Francesca Zavaglia aveva pronunciato 58 condanne, fino ad un massimo di 15 anni. Pagliani era stato assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma i pm della Dda erano ricorsi in appello e i giudici della terza sezione penale hanno riformato la sentenza. E' stato, invece, confermato il proscioglimento per prescrizione della corruzione elettorale per l'altro politico coinvolto, l'ex assessore Pdl di Parma, Giovanni Paolo Bernini. Dimezzata, infine, la pena per l'imprenditore Giuseppe Giglio, passata da 12 a 6 anni.
TUTTE LE CONDANNE. La Corte ha dunque largamente aderito all'ipotesi di accusa, rappresentata in primo grado dai Pm Beatrice Ronchi e Marco Mescolini, in secondo grado dai Pg Umberto Palma e Nicola Proto. L'operazione 'Aemilia', che a gennaio 2015 porto' a 117 arresti e oltre 200 indagati, e' stata la piu' imponente contro la criminalita' organizzata in regione, individuando un'associazione di tipo 'ndranghetistico autonoma, legata alla Cosca Grande Aracri di Cutro, ma con epicentro nel Reggiano. Proprio a Reggio Emilia e' in corso il dibattimento per circa 150 imputati, ma la maggior parte dei capi, degli organizzatori e dei concorrenti esterni aveva optato per l'abbreviato. Tra le sentenze confermate ci sono dunque quelle a carico di Nicolino Sarcone (15 anni), Alfonso Diletto (14 anni e due mesi), Antonio Silipo (14 anni), Romolo Villirillo (12 anni e due mesi), Francesco Lamanna (12 anni), Antonio Gualtieri (12 anni) e Nicolino Grande Aracri (sei anni e otto mesi), il capocosca che in questo processo non rispondeva di associazione mafiosa. Conferma anche per le condanne della fiscalista bolognese Roberta Tattini (otto anni e otto mesi), i poliziotti Domenico Mesiano e Antonio Cianflone (otto anni e sei mesi), il giornalista Marco Gibertini (nove anni e quattro mesi), l'ex capoufficio tecnico del Comune di Finale Emilia Giulio Gerrini (due anni e quattro mesi). I giudici hanno invece condannato Michele Colacino, assolto in primo grado, a quattro anni e otto mesi: sia lui che Pagliani sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni e gli e' stato applicato un anno di liberta' vigilata, a pena espiata; altre posizioni hanno subito lievi modifiche, mentre sono stati assolti Vincenzo Spagnolo (aveva una condanna ad un anno e otto mesi) e Alfonso Patricelli (un anno e quattro). Conferma anche per i risarcimenti alle parti civili, liquidati in primo grado per oltre due milioni di euro a Regione Emilia Romagna (600mila euro), Comune e Provincia di Reggio Emilia, comuni reggiani di Gualtieri, Bibbiano, Reggiolo, Montecchio, Brescello, poi Cgil, Cisl, Uil, Libera, Aser e Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna.
IL PROCURATORE DI BOLOGNA. «Al di la' della specifica posizione, il riconoscimento del concorso esterno vuol dire che e' stato dimostrato quel che da tempo si dice: cioe' che il fenomeno criminoso si contraddistingue per la presenza di una zona grigia, piu' o meno ampia, dove entrano politici, esponenti dell'imprenditoria, delle attivita' professionali che dall'esterno danno un contributo». E' uno degli aspetti significativi della sentenza di appello del processo 'Aemilia' sottolineato dal procuratore di Bologna Giuseppe Amato, coordinatore della Dda. La presenza di questa zona grigia «e' l'aspetto piu' inquietante - ha proseguito - su cui si deve incidere. Sia sul piano della prevenzione e repressione che su quello della percezione generale della collettivita', rispetto a forme di criminalita' che depauperano il patrimonio di un territorio». Amato ha evidenziato, inoltre, il fatto che i giudici «hanno valorizzato il contributo del collaboratore», cioe' l'imprenditore Giuseppe Giglio. «Mi fa anche piacere - ha aggiunto - che il processo abbia testimoniato la risposta della collettivita' dell'Emilia-Romagna, con una presenza abbondante di anticorpi per il contrasto. Non e' facile sconfiggere questa criminalita' in una regione ricca, dove puo' attecchire, attirata dalla possibilita' di investire. Ma se ci sono anticorpi ci si puo' ribellare. E poi c'e' la politica sana che e' la stragrande maggioranza, con attenzione al fenomeno e iniziative che ci fanno essere ottimisti, con attenzione e cautela». Amato e' dunque «contento per il mio ufficio, per il gran lavoro dei Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, che hanno fatto bene, a prescindere da come sarebbe andata».
[VIDEO] Il giovane artista crotonese Dario Coriale è in finale nella prima edizione del Bologna musica d’autore (Bma). Si sono concluse le iscrizioni al concorso canoro riservato a giovani cantautori (singoli o in gruppo, di età compresa tra i 16 e i 36 anni) che ha l’obiettivo di scoprire ed esaltare il loro lato artistico, di presentarli sulla scena musicale nazionale e di valorizzarne l’aspetto autorale. Hanno partecipato alla selezione del Bma 144 tra cantautori, band e duo (121 cantautori, 13 band, 10 duo); il 67% dei candidati proviene dal Nord Italia; il 9% dal Centro Italia; il 21% da Sud Italia e il 3% da italiani residenti all’estero (Spagna, Austria, Germania). Ecco i nomi, in ordine alfabetico, dei 20 artisti che accederanno alla seconda fase del concorso prevista per le giornate del 24 e del 25 luglio: Andrea Bolognesi (Cervia – RA); Dario Coriale (Crotone); Alice Cucaro (San Lazzaro di Savena – BO); Marco d’Anna (Napoli); Lucia Donadio (Policoro - MT); Elis (Ferrara); Simone Fornasari (Piacenza); Frèè feat. Majorizm (Bellaria Igea Marina – RN); Freschi Lazzi e Spilli (Potenza); Magenta 9 (Bologna); Mud (Sermide – MN); Oscar Nini (Rosignano Marittima – LI); Giulia Saguatti (Pesaro); Irene Scarpato (San Sebastiano al Vesuvio – NA); Michela Tassinari (Cento - FE); Giovanna Turi (Foggia); Matteo Venturelli (Argelato – BO); Vigù (Palermo); VHSupernova (Milano); Giulio Wilson (Firenze). Le performance degli artisti in gara saranno trasmesse in una diretta streaming condotta da Red Ronnie. Al termine delle audizioni, Bma sceglierà e proclamerà 8 finalisti e i relativi brani - un brano per ciascun artista - che parteciperanno di diritto alla serata finale del BMA del 7 ottobre 2017 presso il Teatro Il Celebrazioni di Bologna. La serata finale sarà un vero e proprio show in cui, oltre ai giovani partecipanti al concorso, si esibiranno sul palco ospiti consacrati e artisti emergenti. Al vincitore sarà assegnato un contratto discografico ed editoriale con Fonoprint per la realizzazione di un EP e di un videoclip (con un valore commerciale complessivo di oltre 20.000 Euro). Saranno infine assegnati un “Premio della Critica per il Miglior Testo” e un “Premio per la Miglior Musica” entrambi del valore di 2.500 Euro. Dario Coriale nasce a Crotone nel 1981. Musicista e cantautore, inizia a suonare la chitarra all’età di 14 anni. Alla fine degli anni ‘90 risalgono le sue prime esperienze artistiche. Il 1998 è infatti l’anno in cui (assieme ad Antonio Raimondo, Fedele Pingitore e Tonio Franco) fonda i No Face, gruppo pop/rock di cui è autore di testi e musiche - oltre che chitarrista - e con cui incide Solo un gioco… (2004). L’anno successivo, alcuni brani di Solo un gioco… vengono trasmessi da Demo - trasmissione di punta di Radio1 - e inseriti in alcune compilation di musica indipendente italiana distribuite a livello nazionale (Underground Parade). Intanto, nel 1999, si trasferisce a Bologna, dove nel 2005 si laurea in Dams Musica, con una tesi di laurea sulla storia della chitarra elettrica. Il suo esordio discografico da cantautore è Strade (2011): album concettuale sul tema del viaggio, reale e metaforico, di cui è autore, produttore e arrangiatore. Assieme a Davide Difrancesco e Marco Emma ha dato vita allo Stradario Trio, il progetto live con cui propone i brani del suo album e una selezione rielaborata e contaminata del repertorio della musica d'autore italiana.
BOLOGNA - Durerà almeno tre mesi, con più udienze settimanali, il secondo grado del processo di 'Ndrangheta 'Aemilia' per chi ha scelto il rito abbreviato. Nel notificare alle parti la fissazione, la terza sezione penale della Corte di Appello di Bologna ha indicato un calendario che dal 28 aprile prosegue fino a fine luglio con 35 udienze e altre 15 date indicate per settembre per eventuale prosecuzione. Saranno 60 le posizioni al vaglio dei giudici, tra gli imputati condannati che hanno fatto appello e quelli con sentenze di assoluzioni totali o parziali impugnate dalla Dda: è questo il caso dei politici Giuseppe Pagliani, consigliere comunale Fi a Reggio Emilia assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e Giovanni Paolo Bernini, ex assessore Pdl a Parma, prosciolto per prescrizione della corruzione elettorale. Il 22 aprile 2016 il Gup Francesca Zavaglia ha pronunciato 58 condanne su 71 imputati, con pene fino a 15 anni. A Reggio Emilia è in corso il dibattimento per altri 150.
Trentanove camion confiscati alla 'Ndrangheta, ai Vigili del fuoco impegnati nell'emergenza terremoto che ha colpito l'Italia centrale. La consegna avverrà giovedì a Modena, nella sede del comando provinciale dei Vigili: si tratta di parte dei beni sequestrati dal tribunale di Bologna, su richiesta della Dda, nell'ambito dell'operazione 'Aemilia' contro clan attivi in Emilia-Romagna, che ha portato 150 imputati a dibattimento e a oltre 80 tra abbreviati e patteggiamenti L'Agenzia nazionale dei beni confiscati, con l'ok del tribunale, procederà alla consegna dei mezzi pesanti e di numerosi pezzi di ricambio, al Corpo nazionale dei Vigili. Si tratta di un'operazione, spiega l'Agenzia, che "conferma la rilevanza sociale del buon uso dei patrimoni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e dimostra come in virtù della sinergia e della stretta collaborazione tra tutti gli organi giurisdizionali e governativi possano raggiungersi ottimi risultati nel riutilizzo dei beni confiscati". Intanto a inizio dicembre la Dda di Bologna ha deciso di impugnare le sentenze per i due politici coinvolti nel processo. I pm Marco Mescolini, Beatrice Ronchi e il procuratore Giuseppe Amato, hanno infatti firmato l'atto di appello sia per il consigliere comunale di Fi a Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani, assolto nell'abbreviato concluso il 22 aprile dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, sia per il proscioglimento di Giovanni Paolo Bernini, ex assessore Pdl di Parma per cui era stata dichiarata la prescrizione del reato di corruzione elettorale, in cui è stata derubricata l'accusa iniziale. Il processo aveva visto il gup Francesca Zavaglia pronunciare 58 condanne su 71 imputati, con pene fino a 15 anni. I Pm hanno proposto appello su 17 persone, alcune assolte pienamente, altre solo da parte delle accuse. Ricorso in Cassazione sarà inoltre presentato per 13 posizioni, sul riconoscimento dell'aggravante del metodo mafioso e del trasferimento fraudolento di beni.
BOLOGNA - La Direzione investigativa antimafia di Bologna ha sequestrato beni mobili e immobili, per oltre 500mila euro, a Pasquale Brescia, 49 anni, originario di Crotone e imputato nel processo Aemilia. In esecuzione della proposta della misura di prevenzione del direttore della Dia, Nunzio Antonio Ferla, sono stati sequestrati, su disposizione del Tribunale di Reggio Emilia che ha valutato la sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato, un immobile a Milano, un automezzo e vari terreni a Cutro. Brescia, arrivato nel 1989 a Reggio Emilia, dove ha sviluppato interessi edili e immobiliari, era stato arrestato a gennaio 2015 nell'operazione Aemilia, per associazione mafiosa. Il Gip lo individuò come persona a totale disposizione di alcuni personaggi chiave dell'organizzazione. Recentemente nei suoi confronti è stata chiusa un'indagine per minacce mafiose al sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, per la lettera dal carcere recapitata all'edizione reggiana del Resto del Carlino.