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Lunedì, 09 Settembre 2024

CRONACA NEWS

corte cassazioneLa Suprema Corte di Cassazione, Sez VI, ha annullato lo scorso 29 maggio, con rinvio dell'ordinanza al Tribunale della Libertà di Catanzaro, il pronunciamento che lo scorso 25 gennaio aveva confermato la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Gilda Cardamone, di 34 anni, residente a Torre Melissa, per il reato di intestazione fittizia dei beni aggravato dall'art. 7 della legge antimafia. La donna era stata tratta in arresto lo scorso 9 gennaio nell'ambito dell'operazione antimafia denominata “Stige” che aveva portato all'arresto di 170 persone, con l'accusa di essere la titolare fittizia della pescheria "Profumo di Mare" in Torre Melissa, di proprietà di Spagnolo Giuseppe (alias "Peppe u Banditu"). Secondo la ricostruzione della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, Spagnolo Giuseppe avrebbe intestato, fittiziamente, a Gilda Cardamone, la titolarità della pescheria, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione e di agevolare la consorteria di 'ndrangheta denominata "Locale di Cirò". A seguito dell'applicazione della misura cautelare personale era scattata anche quella reale con il sequestro preventivo della pescheria "Profumo di Mare". La Suprema Corte di Cassazione ha accolto la tesi difensiva degli avvocati Giovanni Mauro e Tiziano Saporito, che sin dall'inizio si sono battuti sostenendo la liceità della realizzazione della attività ittica. Corposa, infatti, è stata la documentazione, portata al vaglio della Suprema Corte di Cassazione, da cui traspare la regolarità della gestione e della movimentazione economica e della pescheria.

 

 

 

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corte cassazioneLa prima sezione penale della Suprema Corte di Cassazione - informa una nota - ha accolto il ricorso degli avvocati Giuseppe Napoli e Pasquale Lepera, annullando l’ordinanza a carico di Fernando Poerio, relativamente a nove capi di imputazione su quindici contesati. Pertanto, sarà necessario un nuovo giudizio davanti al Tribunale della Libertà di Catanzaro con riguardo ai nove capi d’imputazione che attengono alle ipotesi di malversazioni a danno dello Stato (aggravate dall’articolo 7 della legge del 1991). L’imprenditore di Isola di Capo Rizzuto, infatti, è accusato di aver destinato le risorse pubbliche rivolte ai migranti del Cara ad altri scopi.

 

 

 

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leonardo sacco acchiali soleAnnullata l'ordinanza a carico di Leonardo Sacco in relazione alle accuse di malversazione scaturite nell’ambito dell’operazione “Jonny”. Non cade per il momento l'accusa di associazione mafiosa a carico dell'ex governatore della Misericordia che nel frattempo resta in carcere. Lo ha deciso la prima sezione della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Francesco Verri. Leonardo Sacco, adesso, dovrà comparire nuovamente davanti al Tribunale della libertà e ricevere giudizio per tutti i sette capi d'imputazione attraverso i quali si contesta a Sacco, in concorso con don Scordio e altri, di aver destinato le risorse pubbliche destinate ai migranti ad altri scopi in modo da creare fondi per la cosca. Si tratta di una decisione importante visto che il delitto di malversazione è aggravato dall'articolo 7 della legge del 1991 che prevede un aumento di pena per l'agevolazione mafiosa. Stessa sorte ha avuto il ricorso di Poerio presentato dagli avvocati Pittelli e Napoli. Le impugnazioni per il resto sono state respinte ma per Sacco gli avvocati Verri e Napoli avevano coltivato, oltre al tema delle sette malversazioni, solo l'omessa motivazione da parte del Tribunale del Riesame.

 

 

 

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omicidio vonaLa Corte di Cassazione ha reso definitive nove condanne e un'assoluzione per l'omicidio di Valentino Vona (foto), ucciso il 21 aprile del 2012 a Petilia Policastro, nonche' del tentato omicidio di Giuseppe Vona, 26enne fratello della vittima e vero obiettivo dei sicari. La suprema corte ha quindi confermato l'esito del processo svoltosi in Corte d'assise d'appello che aveva riformato la sentenza emessa in primo grado con cui erano state assolti 4 imputati. L'agguato fu compiuto in localita' Marrate di Petilia Policastro come risposta all'omicidio, avvenuto un mese prima, di Vincenzo Manfreda, ritenuto il capo della cosca locale. A 30 anni di reclusione sono stati condannati Pasquale Manfreda, Mario Mauro, Giovanni Castagnino e Francesco Garofalo, Giuseppe Scandale e Giuseppe Pace. Venti, invece, gli anni di carcere inflitti a Luigi Lechiara e Michael Pace. A tre anni e 4 mesi e' stato infine condannato Salvatore Comberiati. L'unica assoluzione riguarda Tommaso Ierardi.

 

 

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tramontana condannatiSono otto i condannati a pena definitiva del processo “tramontana” che nella mattinata odierna sono stati tradotti in carcere dovendo espiare pene detentive comprese tra i 4 e i 12 anni. Sono trascorsi quasi tredici anni da quando gli investigatori della Squadra Mobile di Crotone, del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza diedero esecuzione all’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catanzaro a carico di ben 43 indagati, nell’ambito dell’inchiesta convenzionalmente denominata “tramontana”. Le indagini svolte consentirono di ricostruire l’operato di vertici ed affiliati alle cosche Vrenna-Corigliano-Bonaventura e Megna, nonché Grande Aracri attiva nel comune di Cutro (KR), attivi nel traffico di droga e nelle estorsioni, oltre che a gravissimi delitti di sangue connessi alle dinamiche interne alle stesse cosche. In particolare, agli indagati sono stati contestati omicidi, detenzione illegale, finalizzata alla commissione di tali delitti, di numerose armi da fuoco, estorsioni in danno di imprenditori del Crotonese e numerosissimi episodi di traffico di sostanze stupefacenti del tipo eroina, cocaina, hascisc e marijuana. La Suprema corte di cassazione – Sesta sezione penale, decidendo sui ricorsi prodotti dai condannati, in data 6 luglio scorso, si è pronunciata rigettandoli, o dichiarandoli inammissibili; pertanto, l’Ufficio esecuzioni penali della Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro, ieri, ha emesso gli ordini di carcerazione. Nelle prime ore della mattinata odierna, gli investigatori delle Squadre Mobili di Crotone e Catanzaro, con il supporto di equipaggi del Reparto prevenzione crimine di Cosenza, hanno tratto in arresto: Rocco Laratta, nato a Crotone di 44 anni, condannato alla pena di anni 10 di reclusione e 3.000,00 euro di multa, per i delitti di associazione per delinquere ed estorsione aggravata in concorso; Alberto Stirparo, nato a Crotone, di 64 anni, condannato alla pena di anni 4 di reclusione ed euro 1.000,00 di multa, per il delitto di estorsione; Paolo Gallo, nato a Crotone, di 37 anni, condannato alla pena di anni 10 di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti; Francesco Campagna, nato a Crotone, di 50 anni, condannato alla pena di anni 10 di reclusione per il delitto di Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope; Antonio Laratta, nato a Crotone, di 45 anni, condannato alla pena di anni 12 di reclusione, per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti; Giovanni Martino, nato a Crotone, di 48 anni, condannato alla pena di anni 12 di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti; Angelo Muraca, nato a Crotone, di 53 anni, condannato alla pena di anni 10 di reclusione per il delitto di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti; Gaetano Corigliano, nato a Crotone, di 69 anni, condannato alla pena di anni 6 di reclusione ed euro 1.500,00 di multa, per il delitto di estorsione aggravata continuata in concorso. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso le case circondariali, dove espieranno le pene inflitte.

 

 

 

 

 

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stepchildROMA - La Cassazione dice sì alla stepchild adoption: è stata infatti confermata una sentenza della Corte di Appello di Roma - che era stata impugnata dal pg - con la quale è stata accolta una domanda di adozione di una minore proposta dalla partner della madre con questa stabilmente convivente. La stepchild adoption "prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempre che alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse del minore. Lo ha stabilito la prima sezione civile della Cassazione, pronunciandosi sulla domanda di adozione coparentale da parte della compagna della madre biologica di una bambina. La Cassazione precisa anche che la stepchild adoption "non determina in astratto un conflitto di interesse tra il genitore biologico e il minore adottato, ma richiede che l'eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice. La Cassazione sottolinea, in calce alla sentenza con la quale ha riconosciuto l'adozione da parte di una donna della figlia della propria partner, che "il consenso degli Stati aderenti alla Cedu all'adozione legittimante da parte di persone dello stesso sesso e all'adozione cosiddetta coparentale è notevolmente cresciuta" negli ultimi anni. Nella sentenza, redatta dalla giudice Maria Acierno, si sottolinea che "infatti, attualmente, in quattordici Stati (Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Francia, Lussemburgo, Regno Unito, Islanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Irlanda, Malta, Austria) è consentita l'adozione alle coppie dello stesso sesso, mentre in Germania è possibile l'adozione del figlio del partner, così come in Croazia, Estonia e Slovenia, ma non l'adozione tout court".

 

Giancarlo CerrelliDa Crotone arriva una delle prime reazioni sfavorevoli alla sentenza. a Pronunciarla è l'avvocato Giancarlo Cerrelli, esperto in diritto di famiglia, ultimamente audito dalla commissione Giustizia della Camera dei deputati per un'indagine conoscitiva circa una riforma dell'adozione e dell'affido. Dopo la sentenza della Cassazione, resa pubblica poco fa, il vicepresidente nazionale dei Giuristi cattolici afferma: "Mi riservo di leggere la motivazione, ma ritengo che la Suprema Corte abbia tradito il diritto. Diritto significa: dare a ciascuno il suo. Con la stepchild adoption - commenta Cerrelli - è negato a un bambino il diritto di godere della ricchezza e della bellezza di poter essere educato, allevato e accarezzato da due figure complementari e differenti sessualmente, quali sono un papà e una mamma e ciò solo per soddisfare il desiderio degli adulti. È subumano - incalza l'avvocato teocon - tutto ciò, perché a un bambino non possono bastare la cura e l'affetto, ma ha bisogno di vivere in una vera famiglia, non di un simulacro di famiglia. Con la pretesa - conclude - di superare discriminazioni in base all'orientamento sessuale, si compiono discriminazioni ben più gravi quando è negato a un essere umano innocente di poter godere di una vera famiglia e tutto ciò per soddisfare logiche culturali, politiche e economiche che ripugnano al buon senso".

 

 

 

 

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