fbpx
Mercoledì, 06 Novembre 2024

CRONACA NEWS

I Commissari straordinari dell'Asp di Crotone, Sergio Arena, e dell'Azienda ospedialiera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro, Giuseppe Panella, hanno firmato, questa mattina, nella sede della "Cittadella" regionale, una convenzione con durata triennale per il teleconsulto neurochirurgico tra le due Aziende. Erano anche presenti – informa una nota dell'ufficio stampa della giunta regionale - il dirigente generale del dipartimento "Tutela della salute" Riccardo Fatarella, il delegato del presidente per la Sanità Franco Pacenza e i primari ospedalieri Domenico Bosco di Crotone e Antonio Veraldi di Catanzaro. «È assai significativa – ha detto Pacenza – la cooperazione tra le Aziende, quale strumento strategico per una sinergia che è sicuramente foriera di qualità e professionalità, oltre che di una migliore risposta alla domanda di salute dei cittadini. Per costruire un sistema sanitario regionale efficiente, c'è bisogno di più cooperazione tra i diversi attori. Lavoreremo nei prossimi mesi perché altre esperienze, come quella sancita tra Crotone e Catanzaro, si possano estendere tra gli "hub" calabresi e le altre strutture ospedaliere». La finalità che la convenzione si prefigge è quella di definire la procedura per l'espletamento del teleconsulto neurochirurgico richiesto dall'Unità operativa complessa di Neurologia dell'Asp di Crotone alla Uoc di Neurochirurgia del "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro. Il teleconsulto verrà svolto dagli specialisti aziendali dell'Uoc di neurochirurgia dell'Ospedale "Pugliese-Ciaccio" in orario h24.

 

 

 

 

 

Pubblicato in In primo piano

protesta marrelli catanzaro collageSono state circa un migliaio le persone che questa mattina si sono radunate in piazza della Prefettura a Catanzaro per manifestare sul mancato rilascio dell'autorizzazione sanitaria riguardo l'apertura del Marrelli Hospital. La struttura sanitaria privata di Crotone dovrebbe garantire assistenza ai malati oncologici, ma non solo. Secondo i manifestanti, però, per colpa dei burocrati sono mesi che si attende invano. Sedici i pullman giunti da Crotone. Registrati disagi alla circolazione nel centro del capoluogo. La protesta à rivolta anche nei confronti del commissario della sanità Massimo Scura. Intorno a  mezzogiorno, dopo un lungo confronto tra il sindaco e il prefetto e il presidente di Catanzaro, con la presenza dei dupetati Cinquestelle Nesci e Parentela e del senatore Antonio Caridi, si è convenuto alla stesura di una relazione comune sullo stallo della vicenda da inviare al ministero. Nel frattempo il prefetto di Catanzaro avrebbe assicurato un'attività di mediazione coi commissari Scura e Urbani che l'imprenditore Marrelli incontrerà questo venerdì. Nonostante tutto ciò, Massimo Marrelli ha invitato i protestanti a mantenere il presidio davanti la PRefettura catanzarese.

 

I deputati Cinquestelle: «Assumere responsabilità commissari su Marrelli Hospital»
«Il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo dovra' sollecitare i commissari Scura e Urbani all'immediata assunzione di responsabilita' in merito all'autorizzazione del Marrelli Hospital di Crotone, vicenda che finora ha visto il diniego dei due delegati del governo, del tutto fuori dalle leggi». Lo dichiarano i deputati M5S Dalila Nesci e Paolo Parentela, che stamani hanno incontrato il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, insieme al sindaco di Crotone, Peppino Vallone, al presidente della provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, e al senatore Antonio Caridi. Il prefetto di Catanzaro ha ricevuto questa delegazione istituzionale in quanto sotto la prefettura erano presenti diverse centinaia di manifestanti del comitato per l'autorizzazione del Marrelli Hospital. «I ministeri vigilanti - sottolineano Nesci e Parentela - hanno plichi di interpellanze e denunce sulla vicenda che noi abbiamo presentato, ma finora le hanno sempre ignorate, considerando la Calabria terra di nessuno. E' evidente che il Marrelli Hospital e' vittima di questo sistema, contro il quale anche la Regione Calabria non sta agendo come potrebbe. Oggi stesso invieremo al sottosegretario De Filippo - proseguono i due deputati - una nota completa sulla vicenda affinche' nel rispetto della legge si proceda a rendere giustizia ai malati, ai lavoratori e agli imprenditori calabresi. Andremo sempre avanti - concludono Nesci e Parentela - come abbiamo anticipato al sottosegretario De Filippo, perche' questo problema sia risolto al piu' presto, senza ulteriori perdite di tempo». 

 

 

 

 

Pubblicato in In primo piano

È caduto il teorema accusatorio sull'omicidio di Gianfranco Gallo e la Corte d'Assise d'appello di Catanzaro ha assolto oggi Salvatore e Antonio Macrì, entrambi condannati per due volte alla pena dell'ergastolo, "per non avere commesso il fatto". La sentenza è stata pronunciata dalla prima sezione della Corte di Assise di Appello di Catanzaro (presidente Vincenzo Galati a latere Barbara Borrelli, procuratore generale Modestino). A difendere Salvatore Macrì è stato l'avvocato Giuseppe Napoli del foro di Crotone, mentre Antonio Macrì era assistito dall'avvocato Salvatore Staiano. Il procedimento penale vedeva entrambi i Macrì imputati per l'omicidio di Gianfranco Gallo, avvenuto il 19maggio del 2000, nei pressi di Capocolonna. I Macrì erano stati condannati per il grave fatto di sangue alla pena dell'ergastolo, sia dalla Corte di Assise di Catanzaro, con sentenza del 12 maggio 2011, che dalla Corte di Assise di Appello di Catanzaro, con sentenza del 5 giugno 2012. Entrambi i difensori, però, avevano proposto ricorso alla Corte di Cassazione, la quale aveva annullato, con sentenza dell'11 ottobre 2013 la condanna e rinviando quindi la decisione ad altra sezione della Corte di Assise di Appello di Catanzaro. La seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Catanzaro, con sentenza del 30 aprile 2014, aveva confermato, in sede di rinvio, la condanna all'ergastolo per entrambi gli imputati. Le difese, però, sono ricorse nuovamente alla Suprema Corte di Cassazione la quale, con sentenza del 16 aprile 2015, ancora una volta,  ha annullato la decisione della Corte territoriale di Catanzaro. Il procedimento a carico dei Macrì, pertanto, è stato nuovamente sottoposto al vaglio della Corte di Assise d'Appello di Catanzaro, in diversa composizione, dopo il secondo annullamento operato dalla Suprema Corte di Cassazione. La Corte di Assise di Appello di Catanzaro, nell'udienza odierna, ha accolto le tesi del collegio difensivo, scagionando definitivamente Salvatore ed Antonio Macrì. La Suprema Corte, già in occasione del primo annullamento con rinvio, aveva posto in evidenza, le numerose contraddizioni delle dichiarazioni dei collaborati di giustizia che avevano indicato in Salvatore Macrì l'esecutore materiale dell'omicidio Gallo e in Antonio Macrì il mandante. La corte aveva tenuto conto delle dichiarazioni accusatorie di Salvatore Astorino, divenuto collaboratore di giustizia dal 2001 proprio in seguito al suo arresto, in quanto ritenuto dagli inquirenti coinvolto nell'uccisione di Gianfranco Gallo. La V Sezione della Suprema Corte di Cassazione ha evidenziato una serie di contraddizioni tra le dichiarazioni rese da Salvatore Astorino in dibattimento, rispetto a quanto dichiarato dallo stesso in sede di indagini preliminari alla Dda di Catanzaro. Dopo l'azzeramento dell'apporto dei collaboratori di giustizia (Arcuri, Marino, Bumbaca, Bonaventura e Vrenna), operato dal Supremo Collegio, il contributo dichiarativo di Astorino non è stato ritenuto dai giudici di legittimità e di merito idoneo ad affermare la colpevolezza dei due Macrì. «Demolito il teorema accusatorio - hanno dichiarato gli avvocati Giuseppe Napoli e Salvatore Staiano -, fondato sulle inaffidabili propalazioni, rivelatesi infondate, del collaboratore Salvatore Astorino, sotto i colpi di due sentenze di annullamento della Corte di Cassazione e dalla odierna pronuncia assolutoria della Corte di Assise di Appello di Catanzaro investita per la terza volta della vicenda omicidiaria del giovane Gianfranco Gallo».

 

 

 

 

Pubblicato in Cronaca

mattarella oliverio abramo irto affidatoE' un'opera del maestro orafo crotonese Michele Affidato il dono che il governatore della Calabria Mario Oliverio ha fatto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della sua storica visita di oggi, per l'inaugurazione della Cittadella regionale, la nuova struttura ampia e funzionale che ospiterà tutti gli uffici della Regione Calabria in località Germaneto, a Catanzaro. Si tratta della prima visita in Calabria per il Capo dello Stato, al quale è stata riservata l'accoglienza per la quale i calabresi sono famosi. Per l'occasione, il presidente Oliverio ha scelto di donare a Mattarella uno dei simboli della cultura della nostra regione: la scultura, come si legge anche sul retro dell'opera, raffigura il filosofo e matematico Pitagora, fondatore della Scuola pitagorica nella antica Kroton, considerata capitale della Magna Graecia. Nel dare forma al Pitagora d'Argento, Affidato si è ispirato al dipinto di Raffaello Sanzio "La scuola di Atene", custodito nei Musei Vaticani, in cui sono raffigurati i più celebri filosofi e matematici dell'antichità ed in cui Pitagora compare in primo piano, seduto ed intento a leggere un grosso libro. Anche la città di Catanzaro ha voluto rendere omaggio al presidente Mattarella con una creazione del maestro orafo Michele Affidato. L'opera consegnata al Capo dello Stato dal sindaco del capoluogo calabrese Sergio Abramo è composta da una base di cristallo ed una pietra di Agata da Geode in cui sono state inserite una maschera apotropaica, delle riproduzioni di monete greco bizantine ed una pergamena con incisa la seguente motivazione: "La città di Catanzaro al Presidente di tutti gli italiani Sergio Mattarella in occasione dell'inaugurazione della sede della Giunta Regionale della Calabria". Affidato è stato, dunque, ancora una volta protagonista con le sue creazioni di un evento storico della nostra regione. "La mia arte, che esercito sin dall'età di 13 anni, mi ha dato l'opportunità di vivere fino ad oggi tanti momenti importanti che mi hanno regalato tantissime emozioni e consentito di ricevere l'apprezzamento di autorità e personaggi illustri", commenta Affidato, che ha avuto modo di far apprezzare le sue creazioni agli ultimi quattro presidenti della Repubblica: Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e, per ultimo, Sergio Mattarella. "Ringrazio il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ed il Sindaco della città di Catanzaro Sergio Abramo per l'incarico affidatomi", conclude Affidato, che dopo questo evento si prepara per il prossimo Festival di Sanremo, nell'ambito del quale con la sua arte saranno premiati grandi personaggi della musica italiana.

 

 

 

Pubblicato in Cronaca

CATANZARO - Ventotto condanne e 6 assoluzioni, compresa quella, confermata, per Nicolino Grande Aracri. E' questo il bilancio complessivo delle pene formulate giovedi' dalla corte d'Assise d'appello di Catanzaro, presieduta da Anna Maria Saullo che ha giudicato in sede di annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione. La decisione della corte riforma la sentenza di primo grado, emessa in abbreviato il 10 marzo 2010, sul processo Eracles, istruito dalla Dda di Catanzaro contro gli affiliati alle cosche del crotonese Vrenna-Corigliano-Bonaventura. In tutto sono stati comminati oltre 220 anni di carcere nei confronti di 28 imputati, esclusi i 6 assolti. La corte ha condannato Domenico Elia a 11 anni e 4 mesi di reclusione; Luigi Foschini a 11 anni, 10 mesi e 20 giorni; Fortunato Giungato a 6 anni, sette mesi e 4 giorni; Domenico Pace a 12 anni e 4 mesi; Pantaleone Russelli a 15 anni, 6 mesi e 20 giorni; Luciano Vaccaro a 8 anni, 9 mesi e e 10 giorni; Maurizio Valente a 9 anni e 8 mesi. Rideterminate le pene per Annibale Barilari, 8 anni e 8 mesi; Gaetanno Barilari, 8 anni e 6 mesi; Giuseppe Barilari, 4 anni e 4 mesi; Roberto Bartolotta, 6 anni, 4 mesi e 6 giorniCastelliti Francesco, 6 anni; De Biase Antonio, 9 anni, un mese e 10 giorni; Alessandro Frisenda, 9 anni, 10 mesi e 20 giorni; Rocco Laratta, 10 anni e 6 mesi; Giuseppe Macri', otto anni e 10 mesi; Guerino Megna, 8 anni e 9 mesi; Pettinato Salvatore, 5 anni, 9 mesi e 24 giorni; Gaetano Santoro, 6 anni, 9 mesi e 17 giorni e Sergio Vrenna, 14 anni e otto mesi di reclusione. Sono stati assolti: Francesco Cardamone (condannato in primo grado a 19 anni e 8 mesi); Antonio Foschini (6 anni e 8 mesi in primo grado); Carmelo Gulla' (5 anni) e Francesco Gumari (8 anni e otto mesi). E' stata, inoltre confermata la sentenza impugnata dal pubblico ministero Pierpaolo Bruni nei confronti di Nicolino Grande Aracri (assolto), Domenico Berlingeri (6 anni e 8 mesi), Tommaso Ciliberto (6 anni e 4 mesi), Giovanni Antonio Foresta (6 anni e 4 mesi); Antonio Martino (6 anni e 8 mesi); Giovanni Rizzo (6 anni e 10 mesi); Pasqualino Trusciglio (8 anni e 8 mesi); Antonio Vallone (6 anni e 8 mesi); e Ugo Vallone (6 anni e 8 mesi). L'operazione "Eracles" risale all'aprile del 2010 e venne divisa in due tranches: una scattata il 7 aprile, e porto' al fermo di indiziato delitto 39 persone, ed una il giorno 27, per l'esecuzione di 55 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Catanzaro nei confronti di soggetti ritenuti affiliati alla cosca crotonese Vrenna-Corigliano-Bonaventura (tra i quali gli stessi 39 gia' fermati, ed altre 16 persone che avrebbero svolto la loro attivita' criminale nella citta' di Crotone). La terza tranche riguardo' l'indagine "Perseus" coinvolse anche alcuni esponenti del mondo politico e imprenditoriale. Nel mirino della Procura in particolare, il megavillaggio turistico che sarebbe dovuto sorgere vicino alla foce del fiume Neto denominato "Europaradiso". In primo grado vennero condannate 63 persone e ne vennero assolte 30, compresi i cosiddetti "colletti bianchi". Tra questi Emilio Brogi e Aldo Cosentino, rispettivamente capo di gabinetto del ministero dell'Ambiente e direttore generale dello stesso ministero, Riccardo Menghi, funzionario della Comunita' europea e l'ex direttore generale del Comune di Crotone, Francesco Antonio Sulla.

 

 

 

 

Pubblicato in Cronaca

Ha preso il via, dinanzi al Tribunale federale nazionale della Figc presieduto dall'avvocato Sergio Artico (componenti Amedeo Citarella, Massimo Lotti, Sergio Quirino Valente, Massimo Vasquez Giuliano), l'udienza relativa ai deferimenti della Procura federale (oggi rappresentata dal sostituto procuratore Gioacchino Tornatore) a carico di 29 società fra Serie B, Lega Pro, Lega Dilettanti (Serie D e campionati di Eccellenza di Campania, Calabria, Puglia e Sardegna), e 52 soggetti riconducibili ai club in questione. I deferimenti riguardano l'inchiesta denominata "Dirty Soccer" sul calcioscommesse, avviata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Sotto la lente d'ingrandimento dei giudici di primo grado sono complessivamente 27 partite ritenute dall'accusa oggetto di combine, di cui due di Serie B: Livorno-Brescia (4-2) del 24 gennaio 2015 e Catania-Crotone (1-1) del 16 febbraio 2015. Il Livorno è l'unico club di Serie B deferito con l'accusa di responsabilità presunta. Stesso capo di accusa per Scafatese, Monopoli, Nerostellati Frattese, Fidelis Andria, Prato, Cremonese, Pavia e Aversa Normanna. Sempre per quanto riguarda le società, a titolo di responsabilità oggettiva sono state deferite Neapolis (già Turris Neapolis), Akragas Cittadeitempli, Comprensorio Montalto, Puteolana 1902 Internapoli, Hinterreggio, Juve Stabia (a cui si contesta anche una responsabilità presunta), Sorrento, Due Torri, Pro Ebolitana, L'Aquila, Santarcangelo, Maceratese, Grosseto, Savona, Aurora Pro Patria, Torres, Tuttocuoio-San Miniato, Barletta, Vigor Lamezia e Catanzaro.

 

 

 

Pubblicato in Cronaca
Pagina 57 di 62