CATANZARO La Dia di Catanzaro ha dato esecuzione ad una confisca definitiva di beni disposta dal Tribunale del capoluogo calabrese nei confronti di imprenditori ritenuti collusi con i vertici delle locali di 'ndrangheta di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda, in provincia di Crotone, coinvolti nell'operazione "Profilo basso" del gennaio 2021.
CATANZARO Beni per un milione di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia ad un imprenditore catanzarese, Luciano Babbino, di 45 anni, considerato il vertice di un'associazione 'ndranghetista attiva sotto l'influenza delle locali di Cutro e Isola Capo Rizzuto e con epicentro nei territori dei comuni di Vallefiorita, Amaroni e Squillace in provincia di Catanzaro.
Il personale del Centro operativo di Catanzaro della Dia ha notificato in carcere ad una persona già detenuta, Mario Esposito, di 69 anni, un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale del capoluogo, su richiesta della Dda, in relazione all'omicidio, avvenuto nel 1991 a Crotone, di Giovanni Vatalaro, di 27 anni, commerciante.
BOLOGNA La Direzione investigativa antimafia, in esecuzione di un provvedimento di prevenzione emesso dalla Corte di Appello di Bologna ha confiscato beni per un valore complessivo stimato in circa 3.000.000,00 di euro, riconducibili ad un imprenditore indiziato di appartenere al sodalizio mafioso di matrice ‘ndranghetistica, attivo nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, e nelle province di Mantova e Cremona, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR) la cui esistenza e operatività è stata definitivamente sancita dalle sentenze del maxi processo “Aemilia”.
La Dia ha sequestrato beni per un milione di euro a un imprenditore di Catanzaro, Luciano Babbino, ritenuto, riferiscono gli investigatori in una nota stampa, "il vertice di un'associazione di stampo mafioso di tipo 'ndranghetistico operante nei territori di Vallefiorita, Amaroni e Squillace, attiva sotto l'influenza delle cosche di Cutro e Isola Capo Rizzuto".
La Dia di Firenze, i Carabinieri del Noe di Firenze e i Carabinieri Forestali del Nipaaf di Firenze, nell'ambito di un'attività congiunta e coordinata dalla Procura di Firenze, hanno sequestrato beni per oltre 5 milioni di euro nei confronti di un imprenditore calabrese operante in Toscana nel settore dei rifiuti, Francesco Lerose, già arrestato lo scorso aprile nell'operazione denominata "Keu" rifiuto derivante dall'attività concia delle pelli che nonostante presentasse particolari criticità ambientali era stato riutilizzato per sottofondi stradali, terreni agricoli e opere pubbliche.