«A seguito di una capillare attività di indagine - informa una nota della Questura di Crotone - espletata dalla sezione operativa sicurezza cibernetica Polizia postale e delle comunicazioni, in data 10 maggio scorso è stata data esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Crotone, su richiesta del pubblico ministero, dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria nei confronti di un soggetto, resosi responsabile di una serie di truffe ai danni di privati cittadini residenti sull’intero territorio nazionale, sono stati, inoltre sequestrati quattro conti correnti sui quali, venivano versati i proventi dell’attività illecita».
Nella mattinata del 18 febbraio si sono tenuti, nell’auditorium dell’Istituto comprensivo “Vittorio Alfieri”, due incontri tra gli studenti e la Polizia postale e delle comunicazioni di Crotone atti a sensibilizzare la platea ad un uso sicuro, consapevole e responsabile del web.
Trovato in possesso di circa 50 grammi di droga all’interno della sua abitazione, la Polizia di Stato ha arrestato uno spacciatore. È accaduto nei giorni scorsi. L’arresto è scattato a seguito di un controllo effettuato dagli investigatori della Squadra Mobile della sezione antidroga che hanno perquisito l’abitazione di P.L. di 53 anni, conosciuto dai poliziotti per i suoi precedenti.
In un’intercapedine, gli agenti hanno così rinvenuto un contenitore in plastica contenente hashish ed eroina; in un altro punto della casa hanno inoltre recuperato un secondo contenitore in vetro di una nota marca di cioccolatini piemontesi con all’interno cocaina ed eroina confezionata in bustine di cellophane pronte allo spaccio e, infine, nascosti sotto l’imbottitura di una sedia trovavano due pacchetti di sigarette pieni di altra droga già confezionata in singole dosi. Il 53enne aveva una somma di denaro di circa 800 euro probabilmente frutto dell’attività di spaccio e un bilancino di precisione. Lo spacciatore è stato, quindi, accompagnato in Questura e successivamente in carcere a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Ancora un caso di sex extortion all’attenzione degli investigatori Polizia di Stato, uno dei tanti che ormai imperversano sul web, dove avvenenti donne adescano ignari uomini al solo fine di carpire compromettenti immagini da utilizzare nei loro confronti come arma di ricatto per ottenere somme di denaro in cambio della promessa di non divulgarle. E’ accaduto questa volta a un ingenuo ragazzo della provincia di Crotone che, dopo aver letto un annuncio pubblicato su uno dei tanti siti web dedicati agli incontri, ha iniziato a chattare con un’avvenente sconosciuta tramite WhatsApp. La donna, come da copione ormai ricorrente, una volta indotto il malcapitato ad assumere un atteggiamento compromettente, gli ha chiesto di pagare una somma di denaro per evitare la divulgazione delle immagini. Dopo aver ceduto al ricatto, pagando la somma richiesta mediante la ricarica di alcune carte postepay, il giovane si è rivolto, tuttavia, agli operatori della locale Polizia Postale e delle Comunicazioni denunciando l’estorsione subita. La denuncia dell’accaduto ha consentito alla Polizia l’avvio di immediate ed approfondite indagini, che hanno condotto ad identificare un uomo ed una donna, ritenuti responsabili del reato, conviventi nella provincia di Salerno, nei cui confronti la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone ha immediatamente adottato un provvedimento di perquisizione, subito eseguito dagli investigatori, che avevano così modo di rinvenire e sequestrare le carte postepay e lo smartphone utilizzati per compiere la “sex extortion” e che costituiranno fonti di prova importanti nel procedimento a carico della coppia dedita alla turpe attività. L’impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni è incessante per arginare il fenomeno della “sexextortion”, che vede coinvolti numerosi e poco consapevoli internauti, destinatari, tramite i social più diffusi, di richieste di amicizia che costituiscono vere e proprie esche per le prede di estorsori senza scrupoli. L’adescatore, infatti, dopo aver stabilito un contatto con la vittima acquisisce e salva immagini e/o conversazioni compromettenti del malcapitato minacciandolo di pubblicarle o inviarle a parenti e conoscenti, nel caso non aderisse alla richiesta di denaro. In molti casi le indagini conducono a soggetti che operano all’estero, e ciò rende più complessa l’identificazione degli autori e l’adozione di provvedimenti giudiziari a loro carico ma, come ricorda la Polizia Postale nelle campagne di prevenzione svolte su tutto il territorio nazionale, è importante conoscere le insidie del web ed usare in maniera consapevole i social network, per evitare di incappare in queste spiacevoli “trappole” ma, altrettanto importante è denunciare l’accaduto e, soprattutto, non aderire alle richieste estorsive che, oltre a non garantire l’effetto sperato, espongono al rischio di ulteriori richieste di denaro.
«Il Coordinamento nazionale docenti per la disciplina dei diritti umani - scrive il presidente nazionale Romano Pesavento - in merito alla sensibilizzazione e conoscenza del fenomeno del bullismo e cyberbullismo all'interno delle scuole, segnala di aver constatato il sottodimensionamento dell'organico di polizia postale esistente in Italia. Al fine di evitare una riduzione degli interventi all'interno dell'ambiente scolastico e considerata l'importanza che il personale in questione svolge nel combattere e reprimere i più vari reati connessi alla rete virtuale, si chiede agli organi ministeriali competenti di considerare al più presto la questione e poter così porre rimedio».
«Ricordiamo - sottolinea Pesavento - che il cyberbullismo è un fenomeno molto grave, perché in pochissimo tempo le vittime possono vedere la propria reputazione danneggiata in una comunità molto ampia; anche perché i contenuti diffamatori, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi diversi. Spesso i genitori e gli insegnanti ne rimangono a lungo all'oscuro, in quanto non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti. Pertanto può essere necessario molto tempo prima che un caso venga alla luce, comportando profonda sofferenza psichica, a volte letale, per i soggetti presi di mira. Sappiamo che obiettivo fondamentale è oggi rendere consapevoli gli studenti dei rischi ai quali possono essere esposti. Solo attraverso l'azione comune scuola - forze dell'ordine riusciremo a raggiungere le seguenti finalità: informare gli studenti della gravità di tale fenomeno sociale ed educarli all'empatia; potenziare e incrementare le competenza civiche-sociali, comunicative, digitali; rispettare sé, gli altri e l'ambiente circostante; essere responsabili e consapevoli; essere costruttivi, creativi, cooperativi; riflettere criticamente».
Un uomo crotonese di 45 anni è stato denunciato dalla Polizia postale perché autore di messaggi diffamatori, spediti all'indirizzo di una donna. Nell'attività di stalkeraggio, l'uomo si sarebbe servito di falsi account email e di profili Facebook fasulli. La giovane donna, nativa di Crotone, è stata perseguitata dall'uomo per circa due anni (la storia andava avanti dal 2013). Nei mesi scorsi la donna ha denunciato i fatti alla polizia postale di Crotone, che ha avviato gli accertamenti del caso riuscendo alla fine ad identificare l'autore dei messaggi diffamatori. I poliziotti della sezione Polizia postale e comunicazione hanno smascherato il 45enne al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Cuneo cui hanno fatto seguito perquisizioni domiciliari e personali, sia a Crotone, che nella provincia piemontese dove il responsabile della diffamazione si recava di frequente per motivi di lavoro. All'indagato è stato notificato il contestuale avviso di garanzia e nelle sue abitazioni è stato sequestrato materiale informatico utile al prosieguo dell'attività investigativa.