La Guardia di finanza del Comando provinciale di Catanzaro ha sequestrato beni per un milione e 200 mila euro a Giovanni Trapasso e ai figli Leonardo e Tommaso, appartenenti all'omonima cosca di 'ndrangheta di Cutro. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura del capoluogo, è stato eseguito con il coordinamento del Procuratore Nicola Gratteri, dell'Aggiunto Vincenzo Capomolla e dei sostituti Veronica Calcagno e Chiara Bonfadini.
Il Tribunale del Riesame discutera' la richiesta di revoca del provvedimento di obbligo di dimora che ha interessato il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, nell'udienza di giovedi' 27 dicembre. Oliverio risulta coinvolto nell'inchiesta "Lande desolate" della Direz(ione distrettuale antimafia di Catanzaro, che ha portato anche a 7 arresti. I legali di Oliverio hanno chiesto la revoca del provvedimento per una presunta insussistenza dei fatti contestati. Entro il 29 dicembre il tribunale del Riesame dovrebbe emettere il suo giudizio.
"La notizia delle misure restrittive nei confronti del presidente Oliverio crea sconcerto". Lo scrivono, in una nota congiunta, i segretari provinciali del Pd di Catanzaro, Gianluca Cuda, di Cosenza, Luigi Guglielmelli, di Crotone, Gino Murgi, di Vibo Valentia, Enzo Insarda', e il coordinatore della federazione metropolitana di Reggio Calabria, Giovanni Puccio. "E' del tutto evidente - proseguono - che se dovessero trovare fondamento i capi d'accusa, lo stesso Presidente per come si e' comportato nei confronti di vicende che hanno riguardato altri, sarebbe il primo a rimettersi al giudizio dei magistrati. Chi - sostengono Cuda, Guglielmelli, Murgi, Insarda' e Puccio - conosce il percorso politico del presidente Oliverio sa come l'elemento costante della sua azione e' stata improntata sempre a coerenza e correttezza. Il Pd della Calabria, nel riconfermare piena fiducia nel suo operato e nell'azione dei magistrati, auspica che nel piu' breve tempo possibile sia fatta piena luce su tutta la vicenda". Secondo sostengono Cuda, Guglielmelli, Murgi, Insarda' e Puccio, "quello che sconcerta e' la vera e propria aggressione giustizialista che e' stata scatenata anche da parte di coloro che pur trovandosi sotto giudizio a partire dal sindaco di Cosenza o dal segretario della Lega gia' condannato a restituire 49 milioni di euro sottratti indebitamente allo Stato, hanno scatenato una campagna senza esclusione di colpi per indurre il presidente Oliverio alle dimissioni. Il Pd pur di fronte a tutte le sue difficolta' emerse dal voto di marzo non ha perso la convinzione che occorre difendere e riformare la democrazia italiana e che occorre ricostruire l'Europa dei popoli. In Calabria, pur con tutti i limiti, e' iniziata l'inversione della tendenza anche grazie all'azione di governo di Oliverio e a quelle forze che sono chiamate a dare nei prossimi mesi concreta dimostrazione, insieme a centinaia di sindaci, della possibilita' di mandare avanti il progetto di cambiamento della Regione. Si avverte con forza - spiegano inoltre i segretari delle federazioni provinciali del Pd - la necessita' di riformare e rinnovare la societa' calabrese per affermare con maggiore rigore il principio di legalita' e di lotta contro ogni tentativo di inquinamento mafioso. Sara' questo il fronte per misurare la reale volonta' delle diverse forze politiche ad un comune impegno di cambiamento, evitando inutili e dannose strumentalizzazioni". I cinque segretari delle federazioni provinciali del Pd hanno deciso, infine, "di incontrare il presidente Oliverio per manifestargli la vicinanza e la solidarieta' del partito".
Venti anni al presunto boss Giovanni Trapasso e diciotto anni ai figli Leonardo e Tommaso. Sono queste le pene piu' significative inflitte oggi dal giudice per l'udienza preliminare del tribunale di Catanzaro nei confronti degli esponenti della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro, finiti al centro dell'inchiesta "Borderland". L'operazione, portata a termine a novembre 2016, evidenzio' il controllo del territorio tra le province di Catanzaro e Crotone da parte della cosca, portando anche all'accesso e poi allo scioglimento del Consiglio comunale di Cropani.
Sono 42 gli imputati giudicati oggi con il rito abbreviato, e tra questi spiccano anche le condanne nei confronti di Giuseppe e Vincenzo Tropea, considerati esponenti emergenti della 'ndrangheta. Le pene inflitte complessivamente sono pari a oltre quattro secoli di carcere, a conferma della piena tenuta delle indagini portate avanti dalla squadra mobile di Catanzaro e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo calabrese.
CATANZARO - "Abbiamo ridato liberta' alla gente". Con queste parole il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato l'esito dell'operazione "Borderland" che ha portato in carcere 48 esponenti della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro. Nel corso della conferenza stampa, Gratteri ha aggiunto: "Si tratta di un'indagine importante, completa e difficile, che racchiude tutte le tipologie di indagine sulla mafia". Anche il questore Giuseppe Racca ha sottolineato l'importanza dell'operazione: "La provincia di Catanzaro - ha detto - non e' esente dal predominio della criminalita' organizzata", mentre il capo della squadra Mobile, Nino De Santis, ha evidenziato il controllo della cosca sui villaggi turistici della zona con il pagamento di "mazzette" da parte dei condomini. Il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, nell'illustrare i retroscena dell'operazione, ha sottolineato gli interessi non solo nel comprensorio a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone, ma anche gli interessi della cosca in Veneto ed Emilia Romagna. L'indagine, come ha affermato Bombardieri, ha potuto utilizzare sia le numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, sia "le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia quali Marino, Cortese, Pulice e Vrenna". Lo stesso procuratore aggiunto ha ribadito sia l'ostentazione del potere da parte degli esponenti della cosca, sia la violenza con cui venivano imposte le regole del clan. Secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, "la cosca Trapasso ha avuto il controllo del battito cardiaco del territorio, con il controllo totale sui villaggi turistici, ma anche attraverso il condizionamento mafioso alle elezioni amministrative del 2014". (AGI)
CATANZARO - Cinquantasei capi di imputazione per contestare i reati di associazione di tipo mafioso (sia in termini di appartenenza organica che di concorso esterno), estorsioni; violazioni in materia di armi; illecita concorrenza con violenza o minaccia; esercizio abusivo del credito; intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla modalita' mafiose e dalla finalita' di avvantaggiare l'organizzazione criminale. L'operazione "Borderland", portata a termine dalla squadra mobile di Catanzaro, ha svelato la potenza criminale della cosca di 'ndrangheta della famiglia Trapasso, egemone sul territorio a cavallo tra le provincie di Catanzaro e Crotone, riuscendo a controllare una zona con particolare interessi nel settore turistico, ma con interessi anche in Veneto ed Emilia Romagna. Oltre alla cosca Trapasso e' stata smantellata anche la 'ndrina collegata dei Tropea-Talarico. L'operazione ha ricostruito il predominio che partiva da San Leonardo di Cutro, nel Crotonese, luogo di residenza dei Trapasso, a Cropani, centro del Catanzarese dove la stessa famiglia avrebbe messo in atto il proprio controllo anche attraverso gli stessi Tropea e i Talarico. Proprio in un territorio a cavallo tra le due province, da qui il nome dell'operazione, la cosca sarebbe riuscita ad insediarsi nelle attivita' imprenditoriali con il ruolo di capo gestito da Giovanni Trapasso, e dai figli Leonardo (detto Nana') e Tommaso, stabilendo una connessione diretta con la potente cosca Grande Aracri di Cutro, ma anche con i Farao-Marincola di Ciro' Marina, i Bubbo di Petrona' e i Ferrazzo di Mesoraca, con legami anche con i clan di tutta la regione. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, la cosca cutrese sarebbe riuscita a mettere in atto una vera e propria "occupazione militare" della zona, con il gruppo dei Tropea e dei Talarico che prima sarebbero stati assoldati come "manovalanza", poi con una propria autonomia anche se con obbligo di rendiconto ai Trapasso. Oltre alle estorsioni nei confronti di numerosi imprenditori e al prestito di denaro, la cosca avrebbe avuto anche un ingente quantitativo di armi, conquistando anche un ruolo di primo piano nel panorama della criminalita' organizzata calabrese. (AGI)
Giovanni Trapasso, nato a Cutro nel 1948, Vincenzo Trapasso, detto Cecè, nato a Cutro nel 1951,Leonardo Trapasso, nato a Cutro nel 1969, Tommaso Trapasso, nato a Cutro nel 1978, GiuseppeTrapasso, nato a Crotone nel 1987, Gregorio Aiello, nato a Cutro nel 1975, Salvatore Aiello, nato a Cutro nel 1970, Antonio Bianco, nato a Sersale nel 1977, Vito Borelli, nato a Catanzaro nel 1976, Raffaele Bubbo, nato a Petronà nel 1969, Pierpaolo Caloiro, nato a Crotone nel 1979, Gianluca Colosimo, nato a Palermo nel 1985, Giovanni Colosimo, nato a Catanzaro nel 1985, Massimo Colosimo, nato a Catanzaro nel 1978, Alex Correale, nato a Catanzaro nel 1993, Alessandro Cosco, nato a Catanzaro nel 1993, Stefano Roberto Cosco, nato a Petronà nel 1976, Domenico Esposito, nato a Sersale nel 1978, Rosetta Esposito, nata a Sersale nel 1976, Rosario Falsetti, nato a Cutro nel 1967, Francesco Greco, detto “Raffaele”, nato a Cropani nel 1963, Luigi Greco, nato a Cropani nel 1953, Giuseppe Graziano Macrì, nato a Catanzaro nel 1979, Salvatore Macrì, nato a Cropani nel 1968, Antonio Mancuso, detto “Capitano”, nato a Catanzaro nel 1981, Giuseppe Mancuso, nato a Catanzaro nel 1988, Eliseo Mercurio, nato a Catanzaro nel 1973, Gianfranco Palaia, nato a Catanzaro nel 1976, Giuseppe Palaia, nato a Sersale nel 1970, Giuseppe Quintino, nato a Catanzaro nel 1976, Rolando Russo, nato a Catanzaro nel 1984, Francesco Talarico, detto “Zio Franco”, nato a Sersale nel 1956, Giovanni Battista Talarico, nato a Sersale nel 1975, Pasquale Talarico, nato a Sersale nel 1969, Vicenzo Talarico, detto “Gagumidda”, nato a Sersale nel 1952, Antonio Taverna, detto “Bombolo” o “Bombolino”, nato a Crotone, nel 1989, Carmine Taverna, nato a Cutro nel 1960, Carmine Tropea, nato a Catanzaro nel 1986, Francesco Tropea, nato a Catanzaro nel 1995, Giuseppe Tropea, nato a Cropani nel 1977, Renzo Tropea, nato a Catanzaro 1984, Vincenzo Tropea, nato a Cropani nel 1972, Antonio Viscomi, detto “Chitarra”, nato a Botricello nel 1976, Massimo Zofrea, nato a Catanzaro nel 1970, Giovanni Damiano Drago, nato ad Augusta nel 1985 (ai domiciliari), Salvatore Stanizzi, nato a Catanzaro nel 1984 (ai domiciliari), Maurizio De Fazio, nato a Cropani nel 1969 e Giuseppe Richichi, detto “Andrea”, nato a Crotone nel 1979.
I componenti della cosca Trapasso, finiti in manette nell'ambito dell'operazione "Borderland" della polizia di Stato di Catanzaro, partecipavano ai festeggiamenti della Madonna di Polsi a San Luca, nel Reggino, noti per essere occasione di incontro tra esponenti delle diverse organizzazioni malavitose della Calabria. La partecipazione alle feste religiose sarebbe stata per gli esponenti del clan una vera e propria ossessione, al punto che avrebbero direttamente organizzato e avrebbero partecipato alle cerimonie religiose dei luoghi di propria influenza, a partire proprio da San Leonardo di Cutro, nel Crotonese. La squadra mobile ha evidenziato "i rapporti privilegiati" della cosca Trapasso con le piu' potenti cosche della intera regione che sono attestati, oltre che dalla documentata partecipazione a summit di mafia, anche dalla presenza, registrata nel corso delle indagini, di rappresentanti della famiglia a sontuosi banchetti svoltisi in occasione dei matrimoni di alcuni appartenenti alle famiglie di 'ndrangheta delle diverse provincie calabresi, tradizionalmente opportunita' anche per il conferimento di cariche, per il consolidamento di alleanze e l'eventuale pacificazione di contrasti. (AGI)