CATANZARO La Dia di Catanzaro ha dato esecuzione ad una confisca definitiva di beni disposta dal Tribunale del capoluogo calabrese nei confronti di imprenditori ritenuti collusi con i vertici delle locali di 'ndrangheta di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda, in provincia di Crotone, coinvolti nell'operazione "Profilo basso" del gennaio 2021.
CROTONE La Direzione investigativa antimafia ha eseguito una sentenza della corte d'appello di Catanzaro, seconda sezione penale, divenuta irrevocabile nello scorso febbraio, con la quale sono stati condannati, in via definitiva, 8 soggetti rimasti coinvolti nell'operazione denominata "Profilo basso", giudicati con rito abbreviato.
BOLOGNA La Direzione investigativa antimafia, in esecuzione di un provvedimento di prevenzione emesso dalla Corte di Appello di Bologna ha confiscato beni per un valore complessivo stimato in circa 3.000.000,00 di euro, riconducibili ad un imprenditore indiziato di appartenere al sodalizio mafioso di matrice ‘ndranghetistica, attivo nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, e nelle province di Mantova e Cremona, storicamente legato alla cosca Grande Aracri di Cutro (KR) la cui esistenza e operatività è stata definitivamente sancita dalle sentenze del maxi processo “Aemilia”.
«La seconda sezione penale della Corte di cassazione - informa una nota -, su ricorso promosso dal Comune di Crotone difeso dall'avvocato Francesco Verri, ha annullato con rinvio il decreto della Corte d'appello di Catanzaro con il quale era stata dichiarata inammissibile l'istanza promossa dall'Ente in forza della quale (preso atto della revoca della confisca di un magazzino di 330 metriquadrati assegnato al Comune medesimo e rispetto al quale l'ente aveva ottenuto un importante finanziamento) aveva richiesto ai sensi del vigente "Codice Antimafia" di ottenere la "restituzione per equivalente" dell'immobile corrispondendone il prezzo all'attuale proprietario».
I finanzieri del Comando provinciale di Cremona hanno dato esecuzione nelle province di Aosta, Cremona, Bologna, Mantova, Modena, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Verona e Crotone a un provvedimento di confisca definitiva adottato dalla Corte d’appello di Bologna e confermato dalla Corte di cassazione di beni immobili, beni mobili registrati, disponibilità finanziarie, e quote societarie per circa 55 milioni di euro scaturito da ulteriori sviluppi della vicenda giudiziaria convenzionalmente denominata “Aemilia”, che ha visto coinvolta una compagine ‘ndranghetista operante da anni nel territorio emiliano, nelle province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza.
Nuovo colpo alla 'ndrangheta in Emilia-Romagna. La Direzione investigativa antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca definitiva, emesso dalla Corte d'Appello di Bologna, nei confronti dei congiunti di un imprenditore edile. Si tratta di Francesco Falbo, originario di Cutro ma residente a Sorbolo nel parmense.