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Lunedì, 07 Ottobre 2024

CRONACA NEWS

BOLOGNA La Direzione investigativa antimafia, coordinata dalla Dda di Bologna, ha eseguito un provvedimento di sequestro di circa 2,6 milioni, emesso dal Tribunale - sezione misure di prevenzione nei confronti di due imprenditori, padre e figlio, indiziati di appartenere all'associazione 'ndranghetistica emiliana. Si tratta di Domenico e Gaetano Oppido.

 

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PARMA La Polizia di Stato e la Guardia di finanza di Parma hanno eseguito un decreto emesso dal tribunale di Bologna, sezione misure di prevenzione, su proposta congiunta del procuratore della Repubblica-Direzione distrettuale antimafia di Bologna e del questore di Parma, relativo al sequestro di beni mobili, immobili e societari e di rapporti finanziari e assicurativi, tutti riconducibili a un imprenditore 41enne originario della provincia di Crotone, Giuseppe Lazzarini.

 

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REGGIO EMILIA La Procura, diretta da Calogero Gaetano Paci, ha chiesto il rinvio a giudizio per l'avvocato Antonio Piccolo, iscritto all'Ordine di Bologna, per i reati di intralcio alla giustizia e utilizzazione di segreto d'ufficio.

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REGGIO EMILIA Diciannove anni e sei mesi a Francesco Grande Aracri, 12 anni al figlio Paolo. Sono le condanne decise dal tribunale di Reggio Emilia al termine del processo "Grimilde" sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Emilia e in particolare nella zona di Brescello, unico comune emiliano-romagnolo della storia ad essere stato sciolto per mafia.

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REGGIO EMILIA Francesco Grande Aracri «è il simbolo concretizzato, il vertice massimo della ‘Ndrangheta in Emilia e ne detta le strategie. Tutti i sodali si sono uniformati. Ha modellato la ‘Ndrangheta su questo territorio in forme che potessero proliferare, in ogni settore, soprattutto economico. Ha deciso che le dimostrazioni più brutali dovessero essere messe da parte, trasferite in altri territori che avrebbero purtroppo assorbito meglio le strategie violente».

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BOLOGNA «Abbiamo posto all'attenzione della Suprema Corte di cassazione due passaggi della sentenza che non ci hanno convinto, riguardanti alcuni reati di intestazione fittizia che sono la nuova arma utilizzata dalle mafie imprenditrici per incidere sul tessuto socio-economico anche con riguardo all'utilizzo strumentale degli stessi per favorire l'associazione mafiosa».

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