ROMA La sesta sezione del Consiglio di Stato ha respinto la richiesta dell'imprenditore Salvatore Scalise di riformulazione per due sentenze emesse dal Tar Calabria (nel 2019 e nel 2020), riguardanti l'ordine di demolizione emesso dal Comune di Crotone per i manufatti del Marine park village e la contestuale sanzione di 20mila euro impartita dall'Ente per il mancato ottemperamento al provvedimento stesso.
Il Comune di Crotone non molla la “stretta” sulla demolizione delle opere realizzate per edificare il “Marine park village” di Capocolonna. Un’ingiunzione di pagamento, infatti, per mancata ottemperanza agli obblighi di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi è stata inoltrata quest’oggi dall’Ente al responsabile dell’abuso edilizio ravvisato in località Alfieri.
«L’ordinanza comunale di demolizione del Marine Park Village è uno di quei rari sussulti di legalità dell’amministrazione Pugliese che, proprio perché eccezionali, vanno salutati con grandissima soddisfazione anche quando, come nel caso presente, intervengono tardivamente e in modo non del tutto spontaneo». È quanto afferma la senatrice del M5s Margherita Corrado.
«È l’esito di un percorso – aggiunge – non solo partecipato dai cittadini italiani ma che, senza la loro ferma determinazione, non sarebbe mai giunto a questa conclusione, la più prossima all’interesse collettivo. Non la migliore, ché quella sarebbe stata impedire lo scempio della costa a ovest di Punta Scifo prima della devastazione del pendio retrostante la spiaggia, prima della costruzione delle 80 pedane di cemento armato, prima dello scavo e della realizzazione della megapiscina vista mare; la meno peggio, se mai, al momento della ripartenza delle indagini sulla lottizzazione Scalise dopo anni di coma profondo. Si badi, però, che solo quando la Proprietà obbedirà all’ordine ricevuto potremo davvero tirare tutti un sospiro di sollievo. Sempre a Capo Colonna, infatti, sullo stesso versante sud del promontorio e a meno di due chilometri da Scifo, la demolizione è stata ordinata da anni anche per le decine di edifici costruiti nella proprietà Grande Aracri e sequestrati perché abusivi. Nessun sindaco ha dato corso all’abbattimento, ma Pugliese potrebbe tornare a stupirci, sempre che non assecondi il suggerimento di altri registi. Ho chiesto l’accesso agli atti, in merito, lo scorso 15 giugno scorso, senza avere finora alcun riscontro. La restituzione di Capo Colonna a una fruizione improntata alla massima sostenibilità resta, altresì, una priorità mia personale e del Movimento 5 Stelle, che l’ha difesa sul territorio e fino in Parlamento tanto nel 2015 quanto nel 2017».
«Il ministero Beni culturali ha reso noto in queste ore di avere avviato le procedure disciplinari previste dalla legge nei confronti del soprintendente di Roma Francesco Prosperetti, già direttore regionale in Calabria (quello delle trincee drenanti di Sibari…), perché rinviato a giudizio per la vicenda dello stadio della Roma». È quanto dichiarato in una nota da Margherita Corrado senatrice del M5s componente della commissione Cultura.
«Una volta introdotto d’imperio – commenta la senatrice –, eventualmente, “tra color che son sospesi”, l’architetto potrebbe tuttavia non dover aspettare a lungo per avere la compagnia di un pari grado. C’è la possibilità, infatti, che sia raggiunto a stretto giro da quel Mario Pagano che, Soprintendente Abap per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone da luglio 2016 a luglio 2019, rischia a sua volta la sospensione dopo il rinvio a giudizio. Il giudice del Tribunale di Crotone Romina Rizzo, infatti, ha disposto che vadano a processo sei presunti responsabili di reati (non ancora prescritti) commessi in relazione alla lottizzazione abusiva di Capo Colonna-Scifo: il famigerato “Marine park village” dei fratelli Scalise. Nel caso del Pagano, l’accusa è di falso ideologico. Nel 2016/17 un’aspra battaglia civile riuscì a strappare a cementificatori senza scrupoli un lembo di cosata calabrese ancora intatto, e solo grazie ai riflettori accesi dalla stampa nazionale e all’intervento della Procura. Una battaglia che mobilitò per mesi i cittadini onesti di Crotone e di tutta Italia, sostenuta anche in Parlamento, ma quasi solo dal M5s. L’auspicio è che al più presto, a Scifo, la colata di cemento possa essere rimossa. Non è meno importante, però, che i prossimi soprintendenti ‘calabresi’ siano figure di alto profilo professionale e specchiata moralità. È necessario, infatti, che la Calabria non sia più penalizzata, in materia di Pa, da dirigenti d’infimo livello morale, facili vittime/complici di quel radicato sistema affaristico-mafioso che drena le risorse della regione producendo ovunque miseria spirituale e materiale».
Il Tribunale amministrativo regionale per la Calabria (Seconda sezione) ha rigettato il ricorso presentato dai legali dei fratelli Salvatore Scalise e Armando Scalise contro la determina del dirigente del Settore 4 (Pianificazione e gestione del territorio) del Comune di Crotone che annulla in autotutela il permesso a costruire il Marine Park village a Scifo. La sentenza è stata depositata ieri dal colleggio presieduto da Nicola Durante. A difendere i fratelli Scalise sono stati invece gli avvocati Domenico Grande Aracri e Chiara Scalzi; mentre il Comune ha nominato il suo legale interno Rosa Concetta Maria Russo. Scrivono nelle motivazioni i magistrati della seconda sezione del Tar di Catanzaro: «Tra i detti presupposti (oassia per il rilascio del permesso a costruire, ndr) vi è anche il possesso della qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale; il possesso di tale qualifica è stato oggetto di revoca, con effetto retroattivo, con nota della Provincia di Crotone del 24 marzo 2014, divenuta definitiva; ritenuto il venir meno, con efficacia ex tunc di uno dei presupposti necessari per il rilascio del titolo, implica che l’atto impugnato riveste carattere vincolato, potendosi in ogni caso qualificare atto implicito di decadenza del titolo edilizio». Dunque il venire meno della qualifica di imprenditore agricolo (deciso dalla Provincia di Crotone) ha decretato, secondo i giudici, il venire meno della concessione data dal Comune in base a questo requisito fondamentale.
«Era ora! Finalmente, dopo più di 3 mesi dalle sue prime dichiarazioni riguardo al Marine Park Village, in seguito agli esposti presentati dal M5S, da cittadini e da associazioni ambientaliste, in seguito all'ordinanza del Tribunale del Riesame (n. 14/2017 dell'11 aprile), che ha confermato il sequestro del villaggio, ribadendo tutti i capi di imputazione della Procura, anche a carico dei committenti, compreso quello di "lottizzazione abusiva", il signor Sindaco, Ugo Pugliese, si è deciso avviare l'iter per la revoca in autotutela del permesso a costruire del "Marine Park Village"». Così i portavoce del MoVimento 5 Stelle Crotone Ilario Sorgiovanni e Andrea Correggia. «In tal senso – spiegano i due consiglieri di opposizione – spingeva anche l'interrogazione a risposta scritta, da noi presentata (con n. prot. 20170010894 del 27.02.2017), che chiedeva esplicitamente, alla luce delle discrepanze da noi rilevate e documentate, di agire con una revoca in autotutela, richiesta a cui non era stata data alcuna risposta istituzionale. Accogliamo con soddisfazione l'annuncio dell'avvio del suddetto provvedimento amministrativo, che rappresenta un successo della società civile, la quale, con impegno e consapevolmente, ha difeso l'integrità di un patrimonio ambientale ed archeologico, di valore inestimabile, dall'attacco di un invasivo e sconsiderato intervento edilizio, camuffato sotto le mendaci vesti di attività agrituristica. Qualcuno in comune "ha chiuso gli occhi" ed ha concesso ciò che non si poteva concedere. Visto che il sindaco ha "scoperto" una delle tante irregolarità, adesso chiediamo che chi ha permesso di deturpare la costa di Scifo paghi per le proprie responsabilità e venga rimosso dall'incarico. Auspichiamo che dopo la revoca del permesso a costruire ci sia, nei tempi dovuti, il ripristino dei luoghi allo 'status quo ante'».