MELISSA - Cinquantuno migranti di etnia curda sono stati soccorsi lungo la costa nella frazione Torre del comune di Melissa, nel Crotonese, dove sono giunti all'alba a bordo di una imbarcazione a vela. La barca si è incagliata a pochi metri dalla spiaggia nei pressi di un hotel. Le urla dei migranti hanno svegliato alcuni dei residenti della zona. Il sindaco di Melissa Gino Murgi e diversi cittadini si sono immediatamente prodigati per trarre in salvo le persone.
E' stata anche utilizzata l'imbarcazione di salvataggio in dotazione all'hotel per il periodo estivo per portare al sicuro le sei donne ed i quattro bambini, tra i quali un neonato, che erano a bordo. L'hotel ha poi messo a disposizione la sua struttura per soccorrere le persone e permettere loro di potersi asciugare e cambiarsi usando stufe, phon e coperte. Sul posto sono giunte le forze di polizia per gli adempimenti di rito. I migranti saranno trasferiti al Centro di accoglienza di Sant'Anna per le procedure di identificazione.
«Non è corretto mistificare la realtà, come è avvenuto a cura di alcuni esponenti di associazioni del Terzo settore operanti a Crotone, che si occupano di accoglienza dei migranti. Nessun migrante, infatti, è stato espulso dall’Hub regionale per via del “decreto sicurezza Salvini». È quanto sostiene il segretario della Lega Salvini Premier di Crotone, Giancarlo Cerrelli. I fatti sono altri: «È accaduto – in esecuzione a una normativa antecedente all’entrata in vigore del decreto Salvini – che 24 migranti di nazionalità nigeriana (e non saranno i soli) dopo la permanenza per alcuni giorni nell’Hub regionale di Isola Capo Rizzuto per l’espletamento dell’istruttoria volta ad ottenere il permesso di soggiorno nel nostro Paese, una volta ottenutolo “per motivi umanitari” e non avendo motivo ulteriore di permanere all’interno dell’Hub Regionale, ai sensi della normativa previgente al decreto Salvini, sono stati invitati a lasciare la struttura del Sant’Anna. Chi ha diffuso ad arte la notizia con l’esclusivo intento di creare uno scoop ha omesso, però, di dire che i migranti usciti dall’Hub sapevano da tempo il giorno in cui sarebbe terminata la loro permanenza nella struttura, in quanto era terminato, per loro, l’iter volto a ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari; una volta ottenuto il permesso, con o senza il decreto Salvini, questi migranti avrebbero dovuto in ogni caso lasciare l’Hub. Il decreto Salvini, dunque, non c’entra nulla, se non per il fatto che questi soggetti che hanno ottenuto il permesso di soggiorno ora devono trovarsi un lavoro per vivere e non potranno ricorrere ad un’accoglienza di secondo livello, in quanto non rientrano in quelle categorie che la legge prevede hanno diritto ad un’ulteriore protezione. È il caso di rilevare che prima del decreto Salvini era prevista, un’accoglienza di secondo livello anche ai migranti con permesso di soggiorno per motivi umanitari - categoria che prima del decreto Salvini era molto labile ed elastica e in cui rientravano i migranti che non avevano i requisiti per godere dello status di rifugiato – e ciò soprattutto per consentire ad alcune associazioni e cooperative, che sono parte di una filiera operanti nel terzo settore, per mezzo degli Sprar, di lucrare sul business dell’immigrazione. Si vedrà ora – conclude Cerrelli - chi ha veramente lo spirito del volontario e chi ha veramente a cuore la sorte dei migranti e chi, invece, usa i migranti per portare avanti una retorica da libro Cuore, per celare interessi sottesi».
Prima notte fuori dal Centro accoglienza richiedenti asilo di Isola Capo Rizzuto tra disagi e preoccupazione per i 24 migranti in possesso di permesso umanitario allontanati ieri sera in ottemperanza al Decreto Sicurezza. Solo una parte di loro è riuscita a trovare un tetto a Crotone dove sono stati accompagnati in serata: una giovanissima coppia di origine africana con la loro bambina di cinque mesi, ospitati da Croce rossa e Caritas per una ventina di giorni e quattro donne, vittime di tratta, accolte provvisoriamente dalla cooperativa l'Agorà. Gli altri componenti del primo gruppo - altri ne usciranno lunedì per un totale stimato in 200 che dovranno lasciare la struttura entro la prossima settimana - si sono dovuti accontentare di soluzioni di fortuna probabilmente all'interno della baraccopoli sorta in corrispondenza del cavalcavia nord della città di Crotone. In base a quanto stabilisce il Dl Sicurezza, i migranti destinatari dei provvedimenti, pur avendo diritto a stare in Italia, non possono beneficiare del diritto all'accoglienza nel sistema Sprar. Né possono restare nel sistema di prima accoglienza. Da ieri sera, nella città calabrese meta di numerosi sbarchi di migranti, le associazioni che si occupano di accoglienza e assistenza si sono attivate per trovare soluzioni alla problematica. In base a quanto stabilisce il Dl Sicurezza, i migranti destinatari dei provvedimenti, pur avendo diritto a stare in Italia, non possono beneficiare del diritto all'accoglienza nel sistema Sprar. Né possono restare nel sistema di prima accoglienza. Da ieri sera, nella città calabrese meta di numerosi sbarchi di migranti, le associazioni che si occupano di accoglienza e assistenza si sono attivate per trovare soluzioni alla problematica.
«La prefettura di Crotone ha dato avvio alle procedure per espellere dal circuito dell'accoglienza tutti i soggetti che, in forza del Decreto Salvini, sono titolari del permesso di soggiorno per motivi umanitari, tipologia ad oggi cancellata dal decreto sicurezza e sostituita da 7 ipotesi di protezione per casi speciali». Così la Cgil Area vasta Cz Kr Vv in merito all’allontanamento questo pomeriggio di 24 migranti dal Cara di Isola Capo Rizzuto in ottemperanza a quanto disposto dal Dl sicurezza. «I titolari di tale permesso – scrive Cgil –, infatti, per effetto delle nuove norme volute dal ministro Salvini, non potranno essere ospitati nel circuito di prima accoglienza, nel quale possono permanere solo i soggetti in attesa della risposta alla domanda di protezione internazionale, e non possono entrare nel sistema di seconda accoglienza (Sproar) riservato ai titolari della protezione internazionale. I primi destinatari di questo provvedimento sono 26 persone, tra cui donne, bambini piccolissimi e soggetti vulnerabili con disabilita' fisiche e mentali. Sono solo i primi di una lunga serie di persone che lo Stato ha deciso di "scaricare" lasciandoli in balia del caso e del caos. Effetti di una norma razzista e liberticida che la Cgil ha contrastato fin dall'entrata in vigore del decreto legge. Vane le richieste avanzate in questi 60 giorni di lavoro parlamentari atti alla conversione in legge, alle forze di Governo per rivedere l'impianto di un complesso normativo che, al netto della propaganda leghista, non farà altro che peggiorare il degrado sociale e lo stato di abbandono di persone inermi e bisognose di assistenza. Ora che questi effetti si realizzeranno sul territorio diviene indefettibile l'intervento delle istituzioni volto a contrastare la disumanità e le conseguenze reali in termini di integrazione e pacifica convivenza».
Hanno dovuto lasciare il Cara di Isola Capo Rizzuto 24 migranti in possesso del permesso umanitario a seguito di un provvedimento emesso dalla Prefettura di Crotone in ottemperanza al Decreto Sicurezza. Quattro di loro, tra cui una coppia con una bambina di cinque mesi e un'altra donna, saranno ospitate a Crotone in una struttura della Croce rossa. I rifugiati, che avevano inscenato una protesta pacifica per non abbandonare il centro, sono stati poi fatti salire su un pullman che li ha condotti a Crotone. Qui sono stati condotti presso la stazione ferroviaria e la Polfer ha dato disponibilità a emettere nei loro confronti dei biglietti del treno per raggiungere eventuali destinazioni, ma i migranti continuano a stazionare sul luogo perché non sanno dove andare.
Nella stazione ferroviaria di Crotone, dove sono stati portati i 24 migranti che hanno dovuto lasciare il Cara di Isola Capo Rizzuto, ci sono i volontari di Legacoop Calabria, che stanno fornendo loro assistenza. Secondo Pino De Lucia, responsabile immigrazione di Legacoop Calabria, "i costi per eventuali casi speciali che riguardano migranti minori, malati e disabili, sono a carico dei Comuni ospitanti, con notevole aggravio per le casse degli enti locali".
I 24 migranti, secondo quanto stabilisce il Dl Sicurezza, pur avendo diritto a stare in Italia, non possono beneficiare del diritto all'accoglienza nel sistema Sprar e neanche restare nel sistema di prima accoglienza. Dopo avere lasciato il Cara, i migranti sono stati portati nella stazione ferroviaria di Crotone dove c'erano ad attenderli i volontari delle associazioni che si occupano di assistenza e che si stanno adoperando per trovare per loro una sistemazione temporanea per la prossima notte. I rifugiati allontanati dal Cara, infatti, non hanno un luogo dove andare e per evitare che passino la notte all'addiaccio, è intervenuta la rete delle associazioni solidali di Crotone. L'accoglienza, però, secondo quanto hanno spiegato queste ultime, potrà essere garantita solo per pochi giorni, dopodiché dovranno tornare in strada.
Sono giunti nel porto di Crotone i migranti soccorsi in mare, questa mattina, mentre si trovavano a bordo di una barca a vela in balia delle onde. Le operazioni di soccorso sono state particolarmente complesse e sono state completate da una motovedetta della Guardia costiera e un elicottero giunto appositamente dalla Sicilia.
A bordo dell'imbarcazione, che ha rischiato di infrangersi contro gli scogli, c'erano 75 persone, tra le quali sette bambini, tutte in discrete condizioni di salute nonostante abbiano trascorso diverse ore nel mare in tempesta. Accertamenti sono in corso sulle altre due persone trovate a riva, dove sono giunte grazie al tender in dotazione alla barca a vela.
Il sospetto e' che i due possano essere gli scafisti. Gli interventi di soccorso sono seguiti personalmente dal capo della Protezione civile Calabria, Carlo Tansi, insieme a personale delle associazioni di volontariato, della Guardia costiera e delle forze dell'ordine. Dopo essere stati trainati, a bassissima velocita', nel porto di Crotone, gli immigrati sono stati sottoposti agli accertamenti medici e alle operazioni di identificazione.