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Lunedì, 07 Ottobre 2024

CULTURA KROTONESE

Dal Congresso mariano del 1935, nato da un'intuizione di monsignor Armando Camposano e del predicatore don Antonio Oliverio, sono trascorsi 80 anni. «Monsignor Camposano voleva che le feste settennali del 1935 fossero un vero trionfo della Madonna» scriveva monsignor Giuseppe Covelli in "La Madonna di Crotone-Tradizione Storia Miracoli". In perfetta sintonia con monsignor Antonio Galati, arcivescovo di Santa Severina e Vescovo di Crotone dal 1928 al 1946,nacque così il progetto del Congresso mariano, descritto diffusamente nel suo volume alle pagine 84-106. Sebbene i riti e le tradizioni mariane relative sia alla festa che alla Messa Sabatina resistano alla prova del tempo e cioè all'evoluzione culturale e sociale della città e del Crotonese, sarebbe deleterio non prendere nella dovuta considerare quanto avvenuto sia in campo teologico (Mariologia) che in campo liturgico in questi 80 anni. Quanto esposto da P.Silvano Controne-Stimmatino nel suo libro: "La Madonna di Capocolonna e la città di Crotone" e ancor più da monsignor Giuseppe Covelli, può essere considerato un punto di partenza, che non può prescindere dall'opera di monsignor Antonio Sebastiano Minturno (1545-1574), che memore della devozione a Santa Maria di Leuca (o De Finibus Terrae) prima già vescovo di Ugento, diede alla devozione alla Madonna di Capocolonna un primo grande impulso, come appare dal suo stemma vescovile scolpito sulla cupola della Cappella della Madonna di Capocolonna, in cui volle essere sepolto. Ma ancora più preziosa è la Sabatina da lui istituita ed ancora praticata dalla gente di Crotone. La storia della religiosità popolare di Crotone non può prescindere dalla devozione alla Vergine del Capo, né si può - pur nel rispetto dell'area archeologica - negare una plurisecolare servitù prediale o di accesso al Santuario di Capo Lacinio. Ma sarebbe assurdo e alienante non tener conto dell'acqua passata sotto i ponti in questi 80 anni! Dopo la definizione del Dogma dell'Assunzione di Maria in anima e corpo per opera di Pio XII, messo da parte ogni tentativo di voler proclamare Maria nostra Corredentrice, il Concilio Vaticano II ha segnato una svolta nella Mariologia e nella devozione mariana, non togliendo ma autenticando: Nella Costituzione Dogmatica su " La Chiesa" o " Lumen gentium " del 21 novembre 1964, l'intero capitolo VIII è dedicato a "la Beata Maria Vergine madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa". In esso viene descritta la "Funzione della Beata Vergine nell'economia della Salvezza"; viene inoltre approfondita la funzione materna di Maria verso gli uomini: la Beata Maria e la Chiesa. Non poteva mancare nella Costituzione su "La Sacra Liturgia "o" Sacrosanctum Concilium " del 4 dicembre 1963 al capitolo V sull'Anno Liturgico numero 103 un cenno alla "Venerazione per Maria Santissima": Nella celebrazione di questo ciclo annuale dei misteri di Cristo, la santa Chiesa venera con particolare amore Maria SS.ma Madre di Dio,congiunta indissolubilmente aon l'opera della salvezza del Figlio suo;in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della Redenzione, ed in lei contempla con gioia, come in una immagine prurissima,ciò che essa,tutta,desidera e spera di essere". Nel periodo post-conciliare, che tanto ha inciso nella vita ecclesiale sia in campo teologico che pastorale, la devozione mariana è stata oggetto di due documenti pontifici, da cui non si può prescindere: La " Marialis Cultus "di Papa Palo VI, La " Redemptoris Mater " di Giovanni Paolo II. Né sul piano diocesano si può prescindere dal Magistero di monsignor Giuseppe Agostino in " Feste Religiose nel Sud " e dalle disposizioni del Sinodo Diocesano. Come spesso accade piuttosto che impegnarsi in uno sforzo di autentico rinnovamento personale, ecclesiale e sociale... ci si adagia in un epidermico rinnovarsi delle tradizionali feste mariane. Sarebbe opportuno che queste tematiche venissero approfondite in un corso di predicazione mariana nella preparazione alla festa, cosa più attuabile di un nuovo congresso mariano nel centenario (chi vivrà vedra!) con meno pompe esterne e con un lavoro in profondita!

 

 

 

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