Il tratto di "strada della morte" (statale 106) che attraversa la provincia di Crotone presenta il piu' alto indice di mortalità: 8,5 decessi ogni 100 incidenti. Lo ha confermato per il 2014 il rapporto Aci-Istat presentato a Roma il 3 novembre scorso. In una Calabria a cui è stata assegnata la triste maglia nera con 2.659 incidenti accaduti sulle proprie strade, 4.428 feriti e 101 vittime; la statale in provincia di Crotone rappresenta il pericolo maggiore, nonostante i lavori di messa in sicurezza completati (e non) sulla 106. Nonostante i progetti che l'Anas deve ancora approvare come il Megalotto 9 "Crotone aeroporto–Mandatoriccio" per la realizzazione della nuova SS 106 Jonica a 4 corsie per circa 71 chilometri (il progetto preliminare dell'opera, al momento non finanziato, stima un costo complessivo di circa 2.348,8 milioni di euro); e il Megalotto 8 "Mandatoriccio-Sibari" che provede tre macro-interventi in provincia di Crotone e che, sostanzialmente, è stato solo stato inserito nel Piano triennale delle opere in attesa ancora dello studio di fattibilità. L'unica certezza, al momento, è che sulla statale 106 crotonese si continuna a morire.
Gli altri dati del rapporto Aci-Istat.
Dall'analisi del medesimo rapporto emerge che la Calabria nel 2014 fa rilevare un indice di mortalità stradale di 3,8 decessi ogni 100 sinistri, in leggero aumento rispetto al 2013 con 3,5 decessi (pari al doppio della media nazionale 1,91%). In Calabria, rispetto al 2010, anno di riferimento dell'obiettivo Onu per il dimezzamento del numero di vittime sulla strada, si e' avuta una diminuzione del 27% del numero di morti. Le strade calabresi con il piu' alto indice di mortalita' (7,14 ogni 100 sinistri) sono le Strade Comunali Extraurbane, seguite dalle Statali (6,4) e dalle Provinciali (6,64). Nel 2014, sono stati 14 i decessi su strada registrati in provincia di Crotone, mentre rimane pressoche' invariato il numero di vittime nella provincia di Cosenza con ben 42 morti, seguita da Reggio 24, Catanzaro 11 e Vibo Valentia 10. La S.S. 106 rimane l'arteria che fa registrare il numero piu' alto di incidenti con danni alle persone, ben 345 nel 2014, che hanno provocato 14 morti e 672 feriti. Entrando nel dettaglio dello studio eseguito sulla "strada della morte", emerge che tra le province calabresi che attraversa, quella di Crotone presenta il piu' alto indice di mortalita' (8,5 decessi ogni 100 incidenti), seguita da Cosenza (8,1), Catanzaro (2,4) e Reggio Calabria (1,4). Corigliano risulta essere il comune con il piu' alto numero di incidenti (30) e feriti (75). Tra tutti, il dato piu' allarmante, e' il seguente: il 44% degli incidenti avviene con uno scontro frontale-laterale, senza dubbio riconducibile agli innumerevoli accessi lungo l'infrastruttura o da uno scontro frontale-laterale che provoca l'80% degli incidenti mortali. Nell'anno 2014 la SS106 in provincia di Cosenza ha registrato un numero totale di incidenti stradali pari a 89. Tra questi abbiamo avuto 6 incidenti mortali che hanno provocato 6 vittime, 52 incidenti con feriti che hanno provocato 131 feriti e 31 incidenti che hanno provocato danni a cose. Rispetto all'anno precedente nel 2014 si ha avuto una leggera diminuzione del numero di incidenti stradali pari a solo 2 incidenti (-2,2%), piu' rilevante, invece, il dato sugli incidenti mortali che sono pari all'anno precedente, con un aumento del numero di incidenti con danni a cose che cresce dell'82,4%. I mesi dell'anno piu' critici perche' presentano gli indici di mortalita' e gravita' con valori notevolmente alti sono: Agosto e Dicembre, invece per l'indice di lesivita' e' Ottobre. Considerando la data dei sinistri, si possono analizzare i giorni della settimana in cui si registra il piu' alto numero di incidenti stradali, essi risultano essere il mercoledi' e la domenica. Il Costo sociale medio per incidente mortale rappresenta il danno economico subito dalla societa', e derivante dall'evento incidente stradale mortale. Si tratta della quantificazione economica degli oneri principali che a diverso titolo gravano sulla societa' italiana per un incidente mortale. Dai calcoli effettuati si osserva che il numero di incidenti avvenuti nel 2014 ha causato alla comunita' un costo sociale che ammonta all'incirca a 15,5 milioni di euro. Analizzando i tratti con maggior numero di incidenti risulta evidente che i "punti critici" sulla S.S.106 nella provincia di Cosenza li abbiamo: dal km 12 al km 16 che e' localizzato nel tratto stradale del comune di Corigliano Calabro; dal km 5 al km 6 che riguarda un tratto nel comune di Rossano Calabro; dal km 23 al km 25 che comprende il comune di Cassano allo Ionio.
Un comunicato unitario della Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil nazionali annuncia l'avvio di una fase di mobilitazioni di tutti i lavoratori del gruppo Eni per chiedere alla società con il cane a 6 zampe e al governo (azionista di riferimento) di desistere dalla fase di disimpegno continuo dall'Italia e nella fattispecie dal sistema industriale Italiano. «Per la Calabria – spiegano i sindacati – significa l'incertezza per il futuro della Saipem di Vibo Valentia (180 lavoratori), dei depositi costieri di Vibo (40 lavoratori), della presenza di Gas&Power (50 lavoratori) e rispetto al piano di investimenti non vediamo lo sviluppo della Ionica Gas a Crotone (40 lavoratori), nonché non si registrano passi in avanti su tutto il tema del risanamento ambientale del Sin Crotone-Cassano-Cerchiara. Pertanto, la conclusione del Coordinamento sindacale unitario del Gruppo Eni – informa la nota – è che si annuncia uno sciopero di 2 ore in tutti gli stabilimenti italiani dell'Eni e l'Assemblea nazionale a Roma (28 novembre) con la presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Camusso, Furlan, Barbagallo». Sotto accusa la politica industriale di Eni che - secondo i sindacati - con il nuovo piano di riassetto abbandona la "chimica verde" e la relega a «fanalino di coda dell'Europa, all'incertezza sulla prospettiva industriale di Saipem, all'azzeramento di altri investimenti previsti, mentre l'interesse di Eni sembra rivolto esclusivamente ai mercati internazionali».
ROMA – È Carlo Parisi il nuovo segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa. Lo ha comunicato il segretario generale Raffaele Lorusso alla Giunta Esecutiva, riunita nel salone "Walter Tobagi" della Fnsi, a Roma. Ricordando che "la vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg ci vedrà impegnati in una delicata trattativa con gli editori, che dovrà coinvolgere tutta la categoria in un confronto che metta al centro l'occupazione e la rimessa in moto del mercato del lavoro", Lorusso ha sottolineato che "il gruppo dirigente della Fnsi ha bisogno di maggiore coesione e coinvolgimento per esprimere il proprio spirito unitario senza cedere alla logica del muro contro muro o, peggio ancora, della demagogia strumentale". "Registrando positivamente la convergenza programmatica con alcuni componenti di questo esecutivo – ha aggiunto Lorusso – comunico l'allargamento della maggioranza federale che vedrà protagonisti i colleghi Carlo Parisi, Giuseppe Di Pietro ed Enrico Cocciulillo (componenti di Stampa Libera e Indipendente nelle Giunta Esecutiva, ndr) e che porterà ad una revisione degli assetti nella Segreteria e nei Dipartimenti". Dal canto suo, Carlo Parisi ha spiegato che "la decisione di Stampa Libera e Indipendente di accogliere la richiesta del segretario Raffaele Lorusso è dettata dalla scelta responsabile di sottolineare l'unità della categoria in un momento drammatico per l'editoria e la professione giornalistica. Una stagione devastata da una crisi senza precedenti e da un inaudito attacco alla professione giornalistica che impone l'unità di quanti credono ancora nel giornalismo quale bandiera della libertà di stampa e della qualità dell'informazione. Concetti – ha spiegato Parisi – espressi a chiare lettere nel mio programma per il XXVII Congresso della Fnsi che ha tanti punti in comune con quelli di Lorusso, ma soprattutto ha una visione univoca sul contratto". "Due programmi – ha fatto eco Lorusso – perfettamente sovrapponibili che, a Chianciano, hanno registrato un confronto leale che ha opposto due validi colleghi e non due modelli di sindacato". "Con questo spirito – afferma Parisi – lavoreremo al fianco di Raffaele Lorusso, del segretario aggiunto Anna Del Freo, della Giunta Esecutiva, del Consiglio Nazionale e delle Associazioni Regionali di Stampa nell'esclusivo interesse di tutti i giornalisti di tutte le regioni italiane, nessuno escluso, giustamente preoccupati da un presente che danna e preoccupa ancora di più del futuro che, sotto alcuni aspetti, non si riesce neppure ad intravedere o immaginare". "Piaccia o meno – ricorda Carlo Parisi – il 2014 è stato, comunque, l'anno del rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico Fnsi-Fieg, che ha fatto registrare importanti avanzamenti in materia di lavoro, previdenza e sostenibilità dell'Inpgi e, per la prima volta nella storia, ha aperto le porte al lavoro autonomo. Il Congresso è finito a Chianciano, – sottolinea Parisi – con buona pace di chi non capisce che le pretestuose contrapposizioni rischiano solo di segnare il tramonto della professione. L'unico interesse del Sindacato deve essere quello di tutelare chi il lavoro ce l'ha, ma rischia seriamente di perderlo; chi l'ha perso e non riesce neppure a farsi riconoscere il minimo delle spettanze; chi il lavoro vero e dignitoso non l'ha mai avuto e rischia di non averlo mai". Insomma, "la Fnsi, assieme a tutti gli altri istituti di categoria (Inpgi, Casagit, Fondo Complementare e Ordine), mai come in questo momento deve fare fronte comune con gli editori seri che credono nella qualità dell'informazione e nel rispetto del lavoro e della professionalità di quanti, con coraggio e sacrificio, credono ancora che il giornalismo non possa essere svolto con superficialità ed improvvisazione. Per le stesse ragioni, l'informazione non può essere 'giocattolo' di sedicenti editori o, peggio ancora, strumento di pressione e condizionamento nelle mani dei padrini e dei padroni di turno". "L'unità, – sottolinea il neo segretario generale aggiunto della Fnsi – senza distinguo o deroghe sui principi della professione, è insomma il patrimonio e la forza del Sindacato unico e unitario dei giornalisti che, nei suoi 107 anni di storia, ha unito persone che, con le loro idee, la loro cultura e le loro storie, lavorano e lottano per garantire al nostro Paese il diritto insopprimibile della libertà di espressione". (giornalistitalia.it)
ROMA - Un modello civile di coraggio: una madre e una figlia, due giovani donne, che mettono al centro il senso della vita rispetto alla malavita organizzata e al destino di sottomissione delle donne di clan. Il regista cinematografico Marco Tullio Giordana è tornato dietro la macchina da presa per un tv movie, per Rai fiction ispirato alla storia di Lea Garofalo nel 2009 uccisa e bruciata nei dintorni di Monza, in un agguato organizzato dal suo ex compagno, ritenuto elemento di spicco della 'ndrangheta petilina Carlo Cosco. Ed è un omaggio alla figlia di Lea, Denise che ha saputo trovare la forza per denunciare il padre. 'Lea' è tra i film tv più attesi della stagione fiction, in onda prossimamente su Rai1, scritto da Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana. Protagonista è l'attrice pugliese Vanessa Scalera (Mia Madre di Nanni Moretti, Vincere e Bella addormentata di Marco Bellocchio); nel cast anche Linda Caridi, Alessio Pratico', Mauro Conte e Matilde Piana. Produce la Bibi Film Tv, con il sostegno della Apulia Film Commission. E' una grande storia di denuncia e impegno che rende omaggio a una donna semplice diventata un modello civile di coraggio. Una testimonianza esemplare, affrontata con un linguaggio realistico, sul desiderio di giustizia e sull'affermazione della legalità nel nostro paese. Ancora una vicenda vera per l'autore dei Cento passi e della Meglio gioventù e di Romanzo di una strage. Le riprese si sono svolte tra La Puglia, Gravina, Bari per poi spostarsi a Milano. Lea Garofalo Petilia Policastro, 4 aprile 1974 - Milano, 24 novembre 2009) è cresciuta in una famiglia criminale calabrese. E un criminale è anche il padre di sua figlia partorita a soli 17 anni, Denise, l'uomo di cui la donna si era innamorata quando aveva solo 13 anni: Carlo Cosco. Lea, però, desidera una vita diversa, senza violenza, menzogna e paura. Nel 2002 decide di collaborare con la giustizia e viene sottoposta, con sua figlia, al regime di protezione. Racconta ai magistrati i loschi affari dell'ex compagno e del suo clan. Dopo aver vissuto in solitudine, sotto false identità, cambiando continuamente residenza, nel 2009 la giovane donna esce dal sistema di protezione sfiduciata dalle Istituzioni ed esasperata dalle continue pressioni dei Cosco. Rimasta senza soldi e senza la possibilità di trovarsi un lavoro, Lea torna a chiedere per disperazione aiuto a Carlo per il mantenimento della ragazzina e lui ne approfitta nel più vile dei modi. La giovane madre viene rapita per strada, torturata e alla fine uccisa. Pur essendo solo una ragazzina, Denise non si piegherà e permetterà di individuare e processare tutti i responsabili dell'omicidio della madre, costituendosi parte civile contro suo padre. Sul processo per la scomparsa, l'omicidio e la distruzione del cadavere di Lea Garofalo si è pronunciata il 18 dicembre del 2014 la Cassazione, con la condanna definitiva dei cinque imputati: quattro ergastoli e 25 anni di reclusione.
ROMA - C'è anche Suor Michela Marchetti che opera nell'ambito del Centro anti-violenza di Crotone tra i 18 insigniti oggi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L'onorificenza al Merito della Repubblica Italiana sono stati assegnati dal presidente a quei cittadini italiani e stranieri che si sono distinti per atti di eroismo, per il loro impegno nel volontariato, nell'integrazione, nella legalita', nel soccorso e nell'assistenza ai migranti, e a chi si e' prodigato a favore dell'inclusione della disabilita', nella promozione della cittadinanza attiva, nel contrasto ai fenomeni di violenza. Ebbene Suor Michela Marchetti è nata a Bassano del Grappa (VI) il 3giugno del 1966 e si è contraddistinta «Per il suo continuo impegno, anche nell'ambito del Centro anti-violenza di Crotone, a favore delle donne e dei bambini in difficolta». Tanto gli è valsa il riconoscimento a Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana: «Una vita spesa a favore delle persone in difficoltà - si legge ancora nelle motivazioni -, in particolare donne e bambini. Dal 2009 dirige 'Udite Agar', centro antiviolenza promosso dalla Cooperativa Sociale Noemi con la collaborazione del Comune di Crotone, della Regione e dell'Arcidiocesi di Crotone». Sul fronte del volontariato e' stato insignito dell'onorificienza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana Stefano Marongiu, "Per la professionalita' e l'altruismo con cui ha offerto la propria assistenza medica in Sierra Leone in occasione dell'emergenza da virus Ebola da cui e' stato contagiato". Riconoscimento anche per l'eritrea Alganesc Fessaha (Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana) "per il suo impegno nella lotta al traffico degli esseri umani e nell'assistenza ai profughi". Due riconoscimenti (Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana) per due donne impegnate contro la violenza sulle donne, oltre a suor Michela Marchetti, Anna Costanza Baldry, psicologa ed esperta in criminologia, "per la professionalita' e costanza con cui dedica le sue ricerche e la sua attivita' al contrasto alla violenza sulle donne".
ROMA - Dopo l'incontro della settimana scorsa con il direttore generale dell'Enac per affrontare il problema degli aeroporti di Crotone e di Reggio Calabria [LEGGI ARTICOLO], il presidente della giunta regionale, Mario Oliverio, ha incontrato a Roma l'amministratore delegato dell'Enac, Vito Riggio. Lo rende noto un comunicato dell'Ufficio stampa della giunta regionale. «A Riggio - riferisce il comunicato - il presidente ha posto l'esigenza di rilanciare le due infrastrutture aeroportuali ed ha illustrato la strategia che la Regione intende seguire in questa direzione. Per quanto riguarda l'aeroporto di Reggio Calabria, il presidente Oliverio ha illustrato l'impegno della societa' aeroportuale a mettere in campo un piano industriale che ha l'obiettivo di rilanciare la societa' aeroportuale attraverso un programma di risanamento del bilancio. Relativamente all'aeroporto di Crotone - entra nel merito la nota - il presidente della Giunta regionale ha evidenziato l'impegno che e' stato messo in atto dai sindaci per il trasferimento delle royalties che la Regione ha trasferito ai Comuni per chiedere la proroga ai curatori fallimentari al fine di ricapitalizzare la societa'. Oliverio la settimana scorsa aveva anche convocato i sindaci del crotonese beneficiari delle royalty ed a loro aveva chiesto di trasferire, senza perdere ulteriore tempo, la quota rispettiva alla societa' di gestione aeroportuale [LEGGI ARTICOLO]. Il presidente della Regione ha, altresì, espresso l'impegno a deliberare 3 milioni di euro per consentire la richiesta della proroga dell'esercizio provvisorio ai curatori fallimentari, impegnando direttamente la Regione in tal senso. Ora, con il presidente Vito Riggio e' stato stabilito un percorso che consentira' il rilancio della struttura aeroportuale di Crotone e di Reggio Calabria. All'incontro con Riggio hanno partecipato anche gli onorevoli Nicodemo Oliverio e Dorina Bianchi».