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Sabato, 09 Novembre 2024

CULTURA E SPETTACOLI NEWS

presidente camera commercio kr cz vv«Se è vero che le grandi conquiste – si legge in una nota congiunta delle Camere di commercio di Crotone, Catanzaro e Vibo – sono fatte, a volte, di piccoli traguardi, quello raggiunto lunedì scorso al ministero dello Sviluppo economico dalle 18 Camere di commercio italiane dissenzienti rispetto alla riforma del sistema camerale così come attualmente strutturata, può considerarsi davvero significativo.
Hanno ottenuto, infatti, quello che, in questa fase, era un primo obiettivo: essere ascoltati ai più alti livelli istituzionali e l’apertura governativa a possibili soluzioni alternative che rispettassero, conciliandole, da un lato le finalità stesse della riforma, dall’altro il fondamentale ruolo a tutela delle imprese e delle specificità territoriali di ciascun ente camerale per il contesto provinciale di riferimento, per uno sviluppo sostenibile e competitivo.
Intorno a uno stesso tavolo, nell’Aula parlamentino del Mise, a discutere di questo, si sono ritrovati per il ministero, il viceministro Dario Galli, assistito dal capo della Segreteria tecnica del ministro Daniel De Vito; per Unioncamere il segretario generale Giuseppe Tripoli e, appunto, i presidenti degli Enti camerali di Massa Carrara, Pavia, Ferrara, Lucca, Pisa, Terni, Rieti, Frosinone, Teramo, Benevento, Oristano, Brindisi, Vibo Valentia, Crotone, Catanzaro, Ravenna, Parma Verbania Cusio Ossola, accompagnati dai rispettivi segretari generali. Per le Camere di commercio di Vibo Valentia, di Catanzaro e di Crotone erano presenti i rispettivi presidenti Sebastiano Caffo, Daniele Rossi, Alfio Pugliese con il consigliere camerale Francesco Maria Lagani (delegato alla Riforma) e il segretario generale dell’Ente camerale vibonese Bruno Calvetta.
I primi segnali di ottimismo già ad apertura di seduta, quando il viceministro Galli, nell’introdurre i lavori, ha evidenziato come neanche la parte di Governo da lui rappresentata, in fondo, condividesse appieno la legge di riforma delle Camere di commercio, e come dunque, fosse disponibile a che, pur nella necessità di portare a compimento un percorso già avviato, potessero essere riconsiderati, da un lato, i criteri che portano alla drastica riduzione degli Enti da 105 a 60, e dall’altro, le disposizioni contenute nel testo di legge, con l’introduzione di correzioni e aggiunte per un più chiaro ed ampio riconoscimento del ruolo di ciascun Ente all’interno dei processi di accorpamento e di maggiori tutele delle identità territoriali, senza perdere di vista l’obiettivo primari, come poi precisato anche da De Vito, di consolidare la qualità e l’economicità dei servizi a favore delle imprese.
Dal canto loro i presidenti degli Enti camerali, coordinati dal presidente della Camera di commercio di Pavia Franco Bosi, hanno ribadito in modo chiaro i motivi della loro opposizione a questa riforma, convinti, fuori dal coro, che il processo di accorpamenti in atto nel sistema camerale non porterà ad alcun risultato positivo né in termini di risparmio di spese, né di migliore organizzazione del sistema camerale, né di migliori servizi offerti e né, ancora, di maggiore soddisfazione dell’utenza, anzi, come hanno avuto modo di evidenziare i presidenti Sebastiano Caffo, Daniele Rossi e Alfio Pugliese: “una riforma approssimativa che non tiene conto di tutto questo non può che nuocere anche all’intero sistema camerale che vede depauperata la rete vitale di riferimenti territoriali efficienti, credibili, autorevoli e compromesso un cambiamento che doveva e poteva veramente essere orientato all’interesse delle imprese, alla crescita socio-economica dei territori, allo sviluppo armonico dell’intero Paese”. Per quanto riguarda le tre camere calabresi interessate dall’accorpamento, sono svariate le motivazioni che spingono le stesse a chiedere a voce unanime una rivisitazione della riforma del sistema camerale. Caratteristica comune dei territori in questione è, infatti, l’assoluta carenza di infrastrutture di collegamento che rende estremamente difficile, se non impossibile, garantire una rete istituzionale efficiente per la nuova struttura camerale che si verrebbe a creare con l’accorpamento. Inoltre, le difficoltà economiche e sociali che attanagliano le province coinvolte andrebbero sicuramente ad accentuarsi a causa dell’assenza fisica dell’ente camerale sul territorio, con tutte le conseguenze dannose che si verrebbero a creare.
E sullo specifico accorpamento delle tre Camere calabresi il presidente Rossi ha precisato “la Giunta della Cciaa di Catanzaro ha apertamente dimostrato ostilità verso questo accorpamento e vicinanza a Vibo e Crotone che hanno pari dignità di esistere in autonomia”. Per il Presidente Pugliese, poi “Si deve arrivare ad un superamento del vecchio schema riformista privilegiando la prossimità alle imprese, le esigenze dei territori e non quelle di Unioncamere, anche perché gli enti camerali sono già responsabilmente orientati verso l’efficientamento e la riduzione dei costi, tanto che quelli di Vibo, Catanzaro e Crotone, in sintonia, stanno già pensando di avviare servizi in compartecipazione in regime di convenzione”. Ferma restando la buona volontà dei presidenti delle tre camere di commercio calabresi coinvolte dalla riforma di attuarla nell’ottica di un miglioramento dei servizi e di una riduzione dei costi, gli stessi intendono sollecitare la massima attenzione politica, sia locale che nazionale, nei confronti delle imprese, delle associazioni di categoria e di tutte le istituzioni legate al sistema camerale al fine di salvaguardare lo stesso sistema, attualmente un modello di efficienza della pubblica amministrazione.
La richiesta è, quindi, quella di un incontro con il presidente della Regione Calabria, i presidenti delle Province coinvolte e con i sindaci di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia per ottenere il loro sostegno a livello nazionale e rafforzare la voce delle Camere calabresi. Le motivazioni dei presidenti dissenzienti e dei segretari generali devono essere state sicuramente convincenti tanto che da indurre il viceministro Galli ad aprire una linea di credito alle istanze proposte e a favorire l’istituzione di un tavolo tecnico ad Unioncamere. E proprio ad Unioncamere, il giorno seguente all’incontro al Mise, nel corso dell’Assemblea generale dei presidenti, sono stati affrontati, come punti all’ordine del giorno, l’attuazione della riforma e le modifiche avanzate dai 18 presidenti dissenzienti, con la disponibilità espressa dal presidente Carlo Sangalli all’istituzione del tavolo tecnico per arrivare a proposte precise, articolate e applicabili, condivise da tutto il sistema camerale, da presentare, entro fine luglio al ministero. E’ questa una ulteriore e importante tappa di un percorso già da tempo avviato dagli Enti camerali, che con continuità d’azione, attenzione ed oculatezza, sono impegnate a superare le criticità di una riforma ritenuta sbagliata e che per questo motivo anche per il tavolo romano sono già di nuovo al lavoro e con le idee chiare, pronte e coese per difendere, nel rispetto delle finalità della legge di riforma, gli interessi delle imprese e delle comunità rappresentate».

 

 

 

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ministro dimaio scrivaniaROMA - Dopo più di un anno e quattro riunioni già annullate, anche oggi è saltato il tavolo sui call center previsto al Mise. «Confidavamo di riuscire finalmente a parlare con il ministro Luigi Di Maio che aveva accolto l'ennesima nostra richiesta. Purtroppo oggi, arrivando al ministero abbiamo però appreso della sua assenza dai dirigenti ministeriali presenti al tavolo e a quel punto insieme agli altri segretari generali di categoria abbiamo deciso di lasciare il ministero». Così il segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo, uscendo dal Mise e aggiungendo «Siamo arrabbiati. Alla fine, abbiamo scoperto che nello stesso momento in cui era previsto il nostro incontro, il ministro era impegnato con una diretta Facebook su temi politici che nulla hanno a che fare con il suo ruolo da ministro. Il mondo dei call center è in forte difficoltà - continua Ugliarolo – ricordando le diverse vertenze del settore e il ministro continua a sottovalutare». Di fatto, conclude, «ancora una volta ha preferito fare altro, dimenticandosi dei lavoratori dei call center e delle loro serie problematiche».

Una nota delle segretarie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom precisa che «nei giorni scorsi è stato convocato per la giornata odierna (18 lugglio, ndr) il Tavolo di settore delle Tlc, con le Organizzazioni sindacali confederali e Asstel, alla presenza del ministro Luigi Di Maio. Questa mattina il Tavolo, invece, è stato allargato ai sindacati autonomi, scarsissimamente presenti nel settore, e non c'era traccia del ministro Di Maio. Un appuntamento che, quindi, è la replica esatta di altri due incontri svolti sempre presso il ministero dello Sviluppo economico. Un appuntamento che, evidentemente, ha il solo obiettivo di prendere altro tempo e non di discutere dei problemi concreti del settore.
Le scriventi Organizzazioni sindacali, ribadendo la piena disponibilità ad attivare un confronto vero con il ministro per risolvere le troppe gravi crisi aperte, che rischiano di portare a migliaia di licenziamenti, hanno inoltre ribadito in ogni occasione quali sono i problemi da affrontare, anche presentando una Piattaforma scritta alle Istituzioni. Si tratta di risolvere i problemi legati alle delocalizzazioni delle attività, al costo del lavoro, al dumping contrattuale, alla mancanza di ammortizzatori sociali stabili e certi, alla corretta applicazione delle clausole sociali, a un progetto di formazione adeguata a traghettare il settore verso la necessaria digitalizzazione».

 

 

 

 

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pescatori crotonesi sottosegretario manzato camera commercioC’è stato a Roma un incontro con il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali per discutere delle royalties non concesse pescatori crotonesi.
«L’annosa problematica delle Royalties dei pescatori crotonesi – informa una nota –, oggetto di un consiglio camerale straordinario aperto della Camera di commercio di Crotone svoltosi lo scorso 9 luglio, è ad un punto di svolta. La Cciaa di Crotone ha promosso un incontro, svoltosi a Roma ieri 16 luglio, alla presenza del sottosegretario al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, Franco Manzato, affiancato Luciano Nieto, capo della Segreteria tecnica, e Giuseppe Nezzo, capo della Segreteria politica, e con la partecipazione dell’avvocato Emanuela Asteriti, in rappresentanza legale dei pescatori, di Gilberto Ferrari e Giampaolo Bonifiglio, in rappresentanza dell’Alleanza delle coopertive italiane, nonché di Silvano Giangiacomi (Fai-Cisl) e dei comandanti Lorenzo Savarese (Reparto pesca marittima) e Paolo Marzio (corpo delle Capitanerie di porto-Guardia costiera)».
«L’impegno profuso dell’ente camerale ha dato i suoi frutti – afferma Alfio Pugliese, presidente della Camera di Commercio di Crotone – e finalmente ci sono notizie positive in merito al conferimento diretto ai pescatori, per la quota loro spettante, delle Royalties che l’Eni paga per la concessione dello sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi presenti nelle acque antistanti il territorio crotonese. Dal 2014 i pescatori crotonesi non percepiscono più la quota loro spettante delle Royalties versate da Eni Spa e ciò per una interpretazione distorta della normativa di riferimento, secondo cui esse si configurerebbero come aiuto di Stato; circostanza tuttavia esclusa dal ministero che ha chiarito che si tratta di fondi provenienti da un privato, come tali da considerare esclusivamente un ristoro per il mancato pescato - commenta il presidente Pugliese, il quale aggiunge – il sottosegretario Manzato ha manifestato l’apertura del ministero a una soluzione definitiva della vicenda sia per le spettanze dal 2014 ad oggi, garantendo un’interpretazione tecnica della normativa di riferimento, sia per il futuro, essendosi impegnato a sollecitare una modifica di detta normativa al fine di renderla più chiara ed evitare ulteriori fraintendimenti nell’interpretazione».

 

 

 

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franco eco bacchettaIl compositore di origine crotonese Franco Eco è in nomination per l’assegnazione del prestigioso premio Globo d’oro con la colonna sonora firmata insieme a Gabriele Panico del film “Il bene mio” di Pippo Mezzapesa. Un risultato considerevole dal momento che oltre ad Eco e Panico nelle terne finali per l’assegnazione del Globo d’oro come migliore musica figura anche un premio Oscar del calibro di Nicola Piovani in gara con le musiche de “Il traditore” di Marco Bellocchio. La serata di premiazione avrà luogo il 19 giugno a Villa Wolkonsky, residenza ufficiale dell'ambasciatore britannico in Italia.
Franco Eco, socio dell’Acmf (Associazione compositori musica da film) il cui presidente onorario è Ennio Morricone, commenta: “Una nomination del tutto inaspettata, che non penso di meritare ma che accolgo con grande entusiasmo. Il mio ringraziamento è soprattutto per il collega Gabriele Panico e il regista Pippo Mezzapesa”. Il Globo d'Oro è un premio cinematografico italiano assegnato con cadenza annuale dai giornalisti della stampa estera accreditata in Italia. Nato nel 1959, sulla scia dei Golden Globe del cinema statunitense, la prima premiazione si tenne nel 1960 e decretò la vittoria del film “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi. Nel corso degli anni, le categorie del premio vennero ampliate e furono inclusi anche i professionisti del settore, oltre che i film. L'edizione 1981-1982 vide la partecipazione del presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini. Ad oggi è considerato fra i tre più importanti premi italiani, insieme ai David di Donatello e ai Nastri d'Argento.
Inoltre, lo stesso Franco Eco sarà impegnato il 13 giugno a Los Angeles per una masterclass sulla colonna sonora presso l’Istituto Italiano di Cultura in occasione dell’evento internazionale “Fare Cinema 2019” promosso dal ministero degli Esteri in cui 100 testimonial del cinema italiano racconteranno i mestieri e i segreti del cinema nostrano.

 

 

 

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margherita corrado«Ho scritto una lettera all’onorevole Bonisoli sulle nomine dei nuovi direttori di sei fra i principali musei e parchi archeologici statali». Lo rende noto la senatrice Margherita Corrado (M5S – Commissione Cultura) in una nota stampa.
«Il 22 maggio scorso – scrive la senatrice – avevo annunciato una interrogazione sulla procedura adottata per tale pseudo-concorso, iniziativa necessaria e urgente a prescindere dai ricorsi presentati qualche giorno dopo da due candidati esclusi dalle terne proposte al titolare del Mibac per la scelta definitiva. In merito ai ricorsi, però, credo sia doveroso chiedere l’immediata pubblicazione di tutti i verbali delle commissioni esaminatrici. Avanzo la richiesta nonostante che il ministro, a mezzo stampa e in aula alla Camera, senza dare spiegazioni soddisfacenti, abbia ribadito la legittimità della procedura di conferimento degli incarichi, ignorando le contestazioni mosse da più parti e con speciale puntualità, ieri, dall’Unione nazionale dei dirigenti dello Stato. In una materia delicata come l’accesso ai ruoli dirigenziali di livello generale nella Pubblica amministrazione (soprattutto se, come in questo caso, vi concorrono anche semplici funzionari ed estranei alla stessa Pa), sono senz’altro indispensabili la massima trasparenza e correttezza. Le chiedo da portavoce al Senato del M5s che si rivolge fiduciosa ad un ministro espresso dal medesimo gruppo. Escludo, cioè, che l’onorevole Bonisoli possa stimare le pretese di continuità dei campioni della precedente (mala) gestione, per quanto pressanti esse siano, più degne di essere assecondate e soddisfatte delle legittime aspettative di cambiamento in direzione dell’interesse pubblico manifestate chiaramente dagli elettori pentastellati».

 

 

 

 

 

 

 

 

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convegno unipegasoLa libertà di pensiero, coscienza e religione nell'Unione europea al centro di un incontro dibattito promosso dall'Università Pegaso di Roma, dalla Rete Scelgo Europa, in collaborazione con il Lions Club Cerveteri Ladispoli. A moderare l'importante iniziativa accademica è stata la giornalista Rai del Tg1 Adriana Pannitteri. Per l'ateneo ha fatto gli onori di casa il rettore Alessandro Bianchi, mentre per Scelgo Europa è intervenuto il professor Franz Ciminieri.
La relazione introduttiva è stata curata dal Garante dei detenuti comunale di Crotone, Federico Ferraro, che ricopre anche l’incarico di vicepresidente di Scelgo Europa. Tra le importanti rappresentanze presenti l'associazione ebraica B'nai B'rith, Comunità Sikh Occidentali e kundalini-yoga, l'Uaar e il mondo cattolico, rappresentato dal teologo don Raffaele Pettenuzzo.
Nella relazione di Ferraro non è mancato un riferimento all'impegno profuso dalla Ue per evitare forme discriminatorie su base etnica razziale o religiosa: dal Trattato di Amsterdam all'Accordo di Coutonou, dai Fondi comunitari fino alle scuole europee.
«La libertà religiosa – commenta la nota – appartiene oramai al patrimonio giuridico internazionale e la tutela dell'identità culturale religiosa è baluardo di legalità e garanzia per i credenti e anche per chi ha un approccio alla vita laico. Solo attraverso la tutela dei diritti sociali e non squisitamente economici l'unione diventerà soggetto giuridico completo».

 

 

 

 

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