«Gruppi e movimenti – scrive Pingitore - appaiono sempre più frustrati e quasi completamente soggetti alla multinazionale Eni. Tutti sembrano preoccupati per le decisioni del commissario ai rifiuti e per il modo in cui Eni gestisce con arroganza la grave contaminazione del territorio di cui è responsabile, dall'ultima dichiarazione (la dichiarazione è del commissario Errigo e non di Eni, ndr), "non frapponete ostacoli", è evidente come non vuole l'ingerenza di nessuno».
«Di fronte a una politica che appare assoggettata e sempre più impotente nella difesa del proprio territorio – accusa Pingitore -, necessita attivismo e coinvolgimento della comunità nella difesa dell'ambiente e dei diritti dei cittadini. In un contesto in cui le istituzioni sembrano inadeguate o impotenti, è fondamentale che le persone si uniscano per creare una voce forte e chiara, capace di farsi ascoltare e di mettere pressioni sui decisori politici».
«La politica deve mobilitarsi – sollecita Pingitore -, che non significa solo protesta, ma anche informare, sensibilizzare gli altri, i giovani i cittadini tutti abitanti di questo territorio, ben vengano eventi e iniziative locali, collaborare con associazioni socio-culturali e ambientali. La forza collettiva può portare a un cambiamento significativo, stimolando una maggiore responsabilità da parte delle autorità e spingendo per politiche più efficaci a favore della salute del nostro della nostra comunità».
«Occorre ruggire come i leoni – suggerisce Pingitore -e avere una ferma intenzione di difendere i diritti della città e dei suoi cittadini, evitando di limitarci al semplice sibilo di un coniglio. La lotta per i diritti e per la giustizia richiede coraggio e resilienza. Non dobbiamo avere paura di alzare la voce contro le ingiustizie ambientali e sociali; al contrario, è proprio attraverso una sensibilizzazione efficace che possiamo ambire di costruire un futuro più giusto e sostenibile».
«Sono sempre più convinto – incalza Pingitore - della necessità di coinvolgere la comunità e sensibilizzare l'opinione pubblica, che spesso si mostra silente e indifferente, per dare voce a questa battaglia. È fondamentale che la popolazione prenda coscienza della situazione e unisca le forze per affrontare le sfide legate all'ambiente e, soprattutto, alla salute dei cittadini».
«Il commissario, nei confronti dei crotonesi – stigmatizza Pingitore -, appare sempre più irriverente, come se noi fossimo dalla parte del torto e la multinazionale (quella che ha causato i danni ambientali) fosse dalla parte della ragione. Noi avevamo la possibilità di denunciare l'Eni per omessa bonifica; ora il commissario pretende che nessuno possa ostacolare il percorso segnato dalla multinazionale. Il commissario dimentica che se c'è qualcuno che non rispetta la legge, è proprio l'Eni, che è stata condannata dal tribunale di Milano a risarcire i danni ambientali subiti dalla città di Crotone e a bonificare il territorio contaminato».
«Chiaro riferimento all'iniziativa della Regione Calabria, della Provincia e del Comune di Crotone di ricorrere al Tar – esplicita Pingitore - per opporsi al decreto del Mase, che di fatto apre le porte alle discariche locali. Sono sempre più convinto che i ruggiti dei conigli si siano fatti sentire solo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla, cioè dopo che la regione ha adottato un nuovo piano di rifiuti che non ha certo messo Crotone in una condizione vantaggiosa».
«Ho più volte criticato le posizioni del commissario nei confronti della città di Crotone – sottolinea Pingitore -, ma oggi sembra che siano superati i limiti; voler imporre il piano di Eni, consentirebbe non una vera bonifica, ma una finta bonifica. I rifiuti devono essere trasportati dal sito Sin a Columbra, un lavoro immane che richiederà 6-7 anni, durante i quali la rimozione e il trasporto non ostacoleranno la diffusione di polveri sottili, per poi interrarli nuovamente in un territorio già contaminato come quello crotonese. Praticamente sarà una semplice passeggiata del materiale contaminato che comporterà gravi conseguenze in termini di sviluppo e salute per la sfortunata popolazione della città pitagorica. Io non demordo e continuerò la mia battaglia per difendere l'onore e la dignità di tutti i crotonesi, schierandomi fermamente contro chi non prende posizioni serie e giuste», conclude Pingitore.