Giorgia Meloni, in un lungo botta e risposta con i cronisti durante la conferenza stampa al termine del cdm, respinge con forza qualsiasi ricostruzione giornalistica che fa riferimento a mancanze del governo o alla volontà di non intervenire mentre accadeva il naufragio dell'imbarcazione piena di migranti.
La premier spiega tutti i passaggi di quella notte, a partire dalla segnalazione di Frontex, «avvenuta molte ore prima del disastro, mentre il barcone era in piena navigazione. Il disastro è avvenuto quindi all'alba, a pochi metri dalla costa, mentre gli scafisti stavano attendendo il momento opportuno per lo sbarco senza farsi scoprire dalle autorità. Il resto - spiega la premier - sono illazioni e ragionamenti che non accetto».
Poi davanti alle insistenze dei giornalisti (soprattutto locali) che fanno notare alcune “defezioni” nelle ricostruzioni della premier dall'avvistamento Frontex al naufragio emergono alcune gaffe cui Meloni cerca di mettere una pezza. A partire proprio dalla prima segnalazione dell'imbarcazione in transito verso l'Italia
«Mi correggo - ha detto Meloni – la segnalazione è avvenuta in acque internazionali, ma non capisco perché comunque non siano stati avvisati anche gli altri paesi in cui l'imbarcazione è transitata». E poi un nuovo inciampo della premier sulla ricostruzione dell'incagliamento del caicco nella secca di Steccato di Cutro: «L'intervento della Guardia di finanza è stato successivo all'incidente». Ma anche in questo caso la premier è stata corretta dallo stesso ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, che era seduto accanto a lei in conferenza stampa.
L'impressione emersa è quella che il presidente del Consiglio, o non fosse pianamente a conoscenza delle dinamiche intercorse tra il 25 e il 26 febbraio scorsi, oppure sia incappata in un attacco di stanchezza che ne ha minato la lucitdà sul tema.