È quanto scrive Liberi per Crotone. «Finalmente – commenta il comunicato –, ci siamo detti nel momento in cui abbiamo visto pubblicato sulla stampa online il comunicato della giunta, hanno fatto autocritica. Poi la felicità, man mano che leggevamo l'atto redatto dalla giunta, lasciava il posto ad un sentimento ambivalente, il dubbio ha iniziato ad impadronirsi di noi e abbiamo iniziato a chiederci ma cosa stanno dicendo? La presa di posizione contro l'Odg della Lega sembrava chiaro, ma tutto quel giro di parole ci ha insospettito e ci ha lasciati basiti e più leggevamo più eravamo perplessi. Una parte della smentita della giunta recita: Quello stesso rispetto istituzionale che ci impone di rivendicare l'impossibilità di eseguire una delibera dal testo giuridicamente invalido, compulsato da un potere di iniziativa insussistente su materia che travalica le competenze istituzionali del Consiglio Comunale e che pretende – con strumentale (quanto incomprensibile) tecnica di redazione – di "impegnare la volontà della giunta a manifestare la propria contrarietà al disegno di legge", come se una delibera di Consiglio Comunale potesse coartare il principio di autodeterminazione su una questione che è esclusivamente affidata alla coscienza individuale di ciascuno nel momento in cui va oltre le competenze degli organi amministrativi di un Comune. Ma che vuole dire? Ad una prima analisi sembra, come già scritto da altri, una supercazzola, poi, leggendo meglio, no, non è una supercazzola, è proprio il tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Ricordiamo agli estensori dell'atto sotto forma di comunicato stampa che quando ci si arrampica sugli specchi prima o poi si scivola. Tutto quel giro di parole tenta di dire che è un atto che non riguarda le competenze della giunta e quindi "invalido", ma come si fa a non capire che quell'ordine del giorno è un atto politico, che determina degli effetti politici nel momento in cui viene approvato per di più da 9 componenti la maggioranza e tre, soltanto tre, componenti la minoranza. Come fa a sfuggire questo evidente dato politico. Certo non ci meraviglia che questo accada, era chiaro fin dall'inizio, almeno a chi ha occhi per vedere. Continuando nella lettura dell'atto inviato dalla giunta alla stampa, in un fugace passaggio troviamo l'aspetto più delicato ovvero l'astensione del sindaco Voce e del dimenticato (nell'atto redatto dalla giunta comunale) presidente del consiglio comunale, Greco, per non citare l'astensione di due altri consiglieri di maggioranza. Qui la giunta supera se stessa e con tono fermo e incontrovertibile enuncia: Qualcuno ha posto osservazioni in ordine alla scelta del sindaco di astenersi dalla votazione: la circostanza ci consente di precisare che ciò non sottende in alcun modo l'incertezza del nostro primo cittadino in ordine alla questione sostanziale – che, è bene ribadirlo, va nel senso della totale disapprovazione del contenuto della mozione approvata – ma che è stata giustificata proprio dalla inammissibilità dell'iniziativa e dal rifiuto di imprimere un indirizzo politico su materia sottratta alla competenza del Consiglio. Su questo consentiteci un appaluso di incoraggiamento agli estensori. Ci avete provato, ma questa è troppo grossa per passare inosservata. Se la materia è sottratta alla competenza del consiglio perché quella mozione non è stata respinta come irricevibile e se la mozione viceversa era legittima perché il sindaco Voce si è sottratto con l'astensione ad un suo preciso dovere cioè dire alla città qual è il pensiero politico suo e della sua giunta su temi etici e politici così importanti? Evitiamo di chiedere al sindaco qual è l'orientamento politico della sua maggioranza visto che i 9 voti su 12 con cui è passata la mozione sono di consiglieri che sostengono il sindaco. Per concludere, la maggioranza consiliare di Voce ha uno scambio di amorosi sensi con la Lega e la destra omofoba. La giunta sconfessa l'astensione del sindaco e dichiara di essere contraria (a proposito, non sarebbe stato più decoroso un comunicato stampa di Voce?) e quindi di fatto mette sotto tutela il primo cittadino che ora si trova nella condizione di avere una maggioranza consiliare a lui contraria, una giunta che lo mette sotto tutela ed un consigliere della sua maggioranza che fa il sindaco ombra meglio di quanto lui non faccia il sindaco formale. Non bastano queste argomentazioni a fermare la necessità, specialmente in un momento così drammatico, di costruire una comunità solidale, che si prende cura dei più fragili, che esalta le differenze e che accoglie invece che respingere con azioni che fomentano odio e discriminazione. Per questo noi abbiamo indetto un sit-in per lunedì 7 dicembre in piazza della Resistenza, per dire che questo consiglio comunale non ci rappresenta e per chiedere un consiglio comunale straordinario in cui si presenti e si voti una mozione opposta a quella approvata il 2 dicembre. Il resto, il lavoro che vede impegnata la giunta notte e giorno sono argomenti infantili. State facendo il vostro lavoro e sarete giudicati per come lo farete non tanto e non solo perché lo avete fatto. E' la democrazia, bellezza, diceva qualcuno».
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«Nulla in Comune, il vuoto, il buio. Non abbiamo nulla in comune con chi vuole portare indietro la nostra città approfittando di un periodo così difficile, fatto di pandemie e catastrofi naturali. Nulla in comune con chi è figlio di una cultura oscurantista e retrograda e che immagina un mondo triste e grigio a sua immagine e somiglianza». È la reazione dei circoli Arci “Gli spalatori di nuvole” e “Il Barrio”. «A queste forze – si rivolge la nota – che giocano a utilizzare e riformulare le frasi degli altri, che i porti aperti diventano porte e portafogli, come il razzista diventa odiato perché italiano, che il discriminante diventa discriminato nella sua libertà d'espressione, a questi noi diciamo che con loro non abbiamo nulla in comune. Il titolo della mozione presentata qualche giorno addietro, dalla Lega in una seduta del consiglio comunale di Crotone, "Il Comune contro ogni tipo di discriminazione e per la libera manifestazione del pensiero", va proprio in questo senso. Vogliono la libertà di discriminare. Che cultura è questa? In che mondo d'odio vogliamo far crescere i nostri figli? Quanto indietro dobbiamo tornare prima di svegliarci dall'incubo in cui la nostra società, la nostra città è caduta ormai da anni in un vortice che sembra non avere fine? Chiediamo una reazione alla società civile. Quelle spinte positive ci sono, le avvertiamo giorno per giorno, per strada, nelle scuole, nelle nostre attività. E allora ci vuole coraggio, perché ora è arrivato il momento di non lasciare il posto in cui abbiamo deciso di vivere, la nostra città, in mano a chi ha ancora paura delle diversità tutte, come se queste fossero un attacco al proprio modo di vivere il mondo. Questa gente è fuori dal tempo, mentre Crotone il tempo e la storia l'ha attraversata e lo farà ancora con grande forza. Allora al grigio noi opponiamo e chiediamo di opporre a tutta la società civile della nostra città, una Crotone colorata, piena di luce. Una città arcobaleno».