«E come al solito a pagare le spese sono i commercianti e la città!». È quanto scrivono in una nota Confcommercio Calabria centrale area territoriale di Crotone e Confesercenti Crotone.
«Tralasciando una scontata irritazione – commentano –, per non parlare di collera, per quanto verificatosi in ordine alla organizzazione della Fiera mariana, riteniamo di dover puntualizzare la nostra netta presa di posizione contro questa Amministrazione comunale. Non riteniamo, però, utile indirizzare la nostra ira nei confronti di questo o quell’assessorato, posto che, purtroppo, da troppo tempo, abbiamo fatto le nostre valutazioni in termini di inefficienza e incapacità. Riteniamo che alla città non serva una ulteriore fase di confusione, in cui volino stracci e a perderci saremmo tutti, perdendo di vista gli obiettivi comuni. Con questo comunicato intendiamo manifestare il nostro dissenso nei confronti di chi governa la città, che, a nostro parere, deve assumere le proprie responsabilità riguardo alle scelte operate, soprattutto quando queste scelte non hanno portato ai risultati attesi e prospettati negli ultimi tre anni. L’organizzazione della fiera è solo l’ultima di una serie di mancanze che non hanno visto la città e le sue imprese partecipi delle azioni compiute.
Purtroppo, abbiamo ben compreso che il mancato coinvolgimento delle associazioni deputate a manifestare i propri interessi nella costruzione di visioni necessarie per lo sviluppo della città, non interessa a questa politica spicciola che vive di quotidiano e di mancanza di seria programmazione. Neanche una storica manifestazione, fulcro delle nostre tradizioni, riesce a tradursi in un efficiente modello di organizzazione. Ma se la politica decide, legittimamente, di seguire la propria strada (senza coinvolgere nessuno), dovrebbe essere parimenti in grado di assumersi le proprie responsabilità nei momenti di difficoltà. I nostri operatori sono stati maltrattati, l’organizzazione della fiera è stata affidata a chi organizza nella nostra città la fiera di ottobre, il piano del traffico veicolare non è stato concertato, nulla è stato discusso, ma il danno lo pagano sempre gli stessi, le imprese ed i cittadini.
Per queste ragioni Confcommercio e Confesercenti hanno deciso di avviare una raccolta firme per sensibilizzare la cittadinanza rispetto a quelli che sono i temi di fondamentale importanza per costruire uno sviluppo culturale che con questa politica (nessuno escluso) non può arrivare. Riteniamo, peraltro, di dover fare autocritica poiché non sempre abbiamo dimostrato la nostra forza associativa, con idonei mezzi, ma ci siamo illusi di arrivare, attraverso proposte e ragionamenti, alle soluzioni auspicate. A tal proposito vorremmo ricordare che diverse sono state le progettualità presentate a questa amministrazione e diversi sono stati gli impegni presi, ma disattesi. Persiste, in capo a quest’amministrazione, una mancanza di visione che non proietta la città verso una diversa dimensione. Queste affermazioni potrebbero sembrare polemiche, ma, in realtà, sono la naturale conseguenza della forte delusione per quello che poteva essere e non è stato. Siamo pronti a fare autocritica, ma se viene promessa (come avvenuto nell’ottobre scorso) la convocazione, da parte del sindaco, di un tavolo per discutere di sviluppo e fiere, tavolo mai convocato, allora dobbiamo farcene una ragione.
Le attività compiute da questa amministrazione sono state, ahinoi, improduttive. Seppur notiamo la buona volontà di qualche assessore nell’avviare delle attività, questo non basta, necessita un cambio culturale, in cui la concertazione non può essere strumento utilizzato solo da chi la esercita, accondiscendendo ai voleri di chi la propone. L’autonomia delle nostre organizzazioni ci consente di poter esercitare il nostro ruolo rispondendo solo alle nostre imprese. E’ necessario che emergano le responsabilità di ciascuno e che chi ha sbagliato, ne paghi le conseguenze.
In questo particolare momento di disagio sociale ed economico, abbiamo bisogno di figure autorevoli che remino nella stessa direzione con la dovuta consapevolezza ed il dovuto rispetto istituzionale. Il nostro spirito propositivo non si spegnerà, perché esso è parte di noi e della nostra cultura associativa e mira a migliorare la consapevolezza, da parte dei nostri imprenditori, dei mezzi inutilizzati che abbiamo a diposizione per uscire da questo momento sociale ed economico così terribile.
Ma una cosa è certa, non faremo più sconti a nessuno: il silenzio dell’amministrazione verso le nostre innumerevoli proposte (Centro commerciale naturale, Agenda urbana, regolamento lungomare, attività di animazione, attività di rigenerazione urbana, idee su progettazione europea, ed altro) è eloquente e trasmette, a noi parti sociali, un senso di profonda sfiducia, che ci induce a prendere in mano la situazione per risolverla, da soli, con ogni mezzo civile e partecipato».