Si torna a parlare dei Progressisti dopo il fallimento politico del Pd. A Crotone del progetto politico “Progressisti” si era già discusso diversi anni addietro. Il fallimento politico del Pd (soggetto politico che avrebbe dovuto dare una svolta maggioritaria alla politica nazionale) si è concretizzato in questi giorni con lo scontro sulle prossime primarie. Inutile ripetere i nomi dei politici che, giorno dopo giorno, abbandonano il partito (qui a Crotone nessuno, eccezion fatta per il parlamentare Nico Stumpo). Il Pd del 40,8% che aveva trionfato alle ultime elezioni europee si sta frantumando a causa di una politica per nulla condivisa da gran parte del partito dell’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, una politica distante dai bisogni della gente. L’ultimo provvedimento giudicato una grossa negatività, la riforma delle Province, sta creando enormi disagi occupazionali ai dipendenti degli Enti Intermedi. Insomma, la politica del Pd è stata ed è ancora tutt’altra cosa che una vera politica di centrosinistra. Di chi è la colpa? Di un uomo solo che si sente, anche lui, l’unto del Signore, o di tutti coloro, in gran parte dei rappresentanti della sinistra, che si sono fatti risucchiare in un partito, il Pd, che fin dalla sua nascita non aveva nulla di sinistra? Errare è umano, perseverare è diabolico, si afferma solitamente, anche se in politica gli errori si consumano a danno dei cittadini. Indipendentemente da come finirà il prossimo congresso del Pd e chi ne diventerà il segretario, parte della sinistra di questo partito ha inteso sbattere la porta e uscire. Non solo dall’interno, ma anche dall’esterno: stanno nascendo altri movimenti autenticamente di sinistra distanti dal Pd. Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano, ha annunciato domenica scorsa la nascita a sinistra di “Campo Progressista” e ha posto già i primi paletti: niente alleanze con il Pd se ne fanno parte Angelino Alfano (Ncd) e Denis Verdini responsabile di Ala. Le alleanze – ha dichiarato Pisapia – le faremo con chi non ha simpatie politiche con la destra, affermazioni diverse fatto a suo tempo da Matteo Renzi. A Crotone il “Campo progressista” non è una novità. L’unificazione di tutte le forze di sinistra come Progressisti avvenne in data 17 giugno 1993. Presenti alla discussione di allora l’attuale ministro dell’Interno Marco Minniti, l’onorevole Giacomo Mancini, l’ex sindaco di Crotone Carlo Napoli e, non ultimo, il nostro editore Antonio Carella. Si pose come un grosso movimento politico attorno al quale si guardava con fiducia. Non tutti, però, da via Panella sede del Pds, Ds, e oggi del Pd, guardavano a questo movimento con attenzione e simpatia: alcuni autorevoli esponenti provinciali di allora bloccarono il percorso dei Progressisti per timore di perdere quote di sovranità nei confronti di chi stava riunendo la sinistra crotonese. Il risultato nazionale del 1994 finì come tutti sanno, la vittoria del centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. A distanza di ventiquattro anni Giuliano Pisapia torna a parlare dei progressisti e del ruolo che devono avere in occasione delle prossime elezioni politiche. E come ventiquattro anni addietro, a Crotone si torna nuovamente a parlare della nascita di questo movimento e di chi ne vorrebbe fare parte. Intanto, presso la sede provinciale del Pd crotonese, il 13 marzo 2017 si è riunita la componente che si riconosce in Andrea Orlando, ministro della Giustizia e candidato segretario alle prossime primarie del Pd. Al tavolo della presidenza Pino Napoli, ex consigliere regionale, Eugenio Marino rappresentante nazionale della mozione Orlando, Ubaldo Schifino ex consigliere e assessore regionale, Giancarlo Sitra ex sindaco di Crotone e parlamentare nazionale. A turno hanno parlato di tutto: del tesseramento non trasparente che sta avvenendo in alcune realtà, del Congresso, della politica poco condivisibile di Matteo Renzi di fronte alle necessità del Paese. Tutti gli intervenuti hanno condannato Matteo Renzi e la squadra che lo sostiene. Le origini politiche di chi sedeva al tavolo della presidenza, lunedì 13 marzo 2017, erano tutte di sinistra: comunisti e socialisti in particolare. Nessuno di loro intervenendo ha pronunciato la parola “progressista” e nessuno di loro ha speso una sola parola a proposito di eventuali alleanze in occasione delle prossime elezioni politiche. Ma tutti a riconoscersi in ogni caso nel Pd, comunque vada a finire il prossimo congresso. L’unica voce fuori dal coro quella di Antonio Carella che ha tenuto a precisare, oltre alla sua appartenenza da sempre alla sinistra, la necessità di guardare con fiducia ciò che sta costruendo Giuliano Pisapia. Rimane la preoccupazione, almeno a livello locale, che anche in quest’altra occasione, come ventiquattro anni addietro, c’è chi non vede di buon occhio la nascita del “Campo Progressista” per interessi politici di parte.