«Tali dichiarazioni – prosegue la nota –, assolutamente non concordate all’interno del partito e in palese contrasto con quanto sempre affermato nelle riunioni ufficiali degli organi, anche e soprattutto dallo stesso segretario, sono apparse sin da subito infondate e non veritiere, contribuendo ad infondere un senso di confusione e sconcerto non solo tra le elettrici e gli elettori del Pd, ma anche nella cittadinanza. La riunione, richiesta dalla maggioranza assoluta dei componenti del direttivo del circolo e convocata dal presidente ai sensi dell’articolo 11, comma 4 dello statuto del Pd, sarebbe stata l’occasione adatta per il segretario Codispoti di poter spiegare al partito le ragioni del suo improvviso cambio di rotta e di poterne sostenere anche la tesi. Purtroppo, ancora una volta, il segretario ha preferito disertare la riunione dell’organo senza nemmeno preoccuparsi di fornire una giustificazione».
«Alla luce di ciò – prosegue la nota –, il Consiglio direttivo specifica che se dei patti elettorali sono stati stipulati per conto e alle spalle del Partito democratico in qualche bar, questi sono da intendersi, esclusivamente, a titolo personale e ad opera di singoli dirigenti del Pd, i quali, sebbene rappresentino la componente minoritaria del partito, tentano, sistematicamente, attraverso forzature e atti di prepotenza, di imporre la propria linea con l’unico obiettivo di poter disporre del partito per barattare poltrone e favori personali. Nella serata in cui doveva celebrarsi la riunione, purtroppo, si è consumato un atto gravissimo, di chiaro stampo fascista, lesivo dei principi democratici e della cultura plurale della nostra comunità, con il tentativo di sabotare la riunione del consiglio direttivo tramite la sostituzione della serratura della sede per impedirne l’accesso ai membri. Tentativo sventato grazie al provvido intervento di un fabbro».
«Queste sono azioni – commenta la nota – che si qualificano da sole. Il nostro è un partito plurale, basato sul dialogo, il confronto e l’autonomia federale, governato dalle regole democratiche sancite dallo statuto e che le decisioni fondamentali vengono assunte democraticamente negli organi del partito. Per le ragioni su esposte, il Consiglio direttivo, non riponendo più fiducia nell’operato del segretario, ha preso l’incarico di avviare le procedure e predisporre i necessari atti per avanzare formale mozione di sfiducia nei confronti del segretario Salvatore Codispoti».
«Contestualmente, il consiglio direttivo – conclude la nota – ha deliberato, anche, di conferire mandato al presidente del circolo di individuare una commissione elettorale snella, costituita da tre componenti, che abbia il compito di gestire la fase politica-burocratica del Pd sino alla presentazione delle liste elettorali».