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Domenica, 10 Novembre 2024

POLITICA NEWS

protesta datel abramo crotone decreto dignità"Meglio precari che disoccupati": e' quanto sostengono gli ex dipendenti della Abramo Customer Care di Crotone che questa mattina hanno tenuto un sit in nel piazzale dell'azienda per protestare contro il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato da parte del call center. Decisione che l'azienda del gruppo Abramo ha motivato con le norme previste dal decreto dignita' adottato nei mesi scorsi dal Governo in base alle quali i lavoratori assunti con contratti a tempo determinato dopo un periodo di 24 mesi devono essere stabilizzati. Per Fabio Tomaino, segretario provinciale della Uil, "il decreto dignita' ha portato un prezzo troppo caro per il sito di Crotone, dove sono previsti 400 esuberi. Senza polemica adesso ci aspettiamo dai rappresentanti istituzionali del territorio, dai parlamentari ai politici locali, l'istituzione di un tavolo di crisi a livello nazionale alla presenza di azienda e sindacato per trovare una soluzione che deve impegnare tutti: il governo e, se ci sono i margini economici, anche l'azienda stessa".
protesta datel abramo crotone decreto dignità2"Il decreto che si prefiggeva di dare piu' dignita' ai precari invece li ha resi solo disoccupati - ha affermato Rita Lorenzano, segretario provinciale Cisl donne -. Tutto questo avviene nel silenzio generale della politica. Non si puo' parlare di mancanze dell'azienda, perche'' come tutte le aziende sta facendo quello che la legge consente di fare: dall'utilizzo degli stagisti alle agenzie interinali. Il problema - prosegue - e' a monte: il decreto doveva essere collegato a incentivi che permettessero alle aziende di trasformare i contratti a tempo determinato in indeterminato. Vorremmo che Di Maio, che gira tutta Italia, vedesse l'effetto devastante che il suo decreto sta facendo nel mondo dei call center e qui a Crotone dove non ci sono altre opportunita' di lavoro".

 

 

 

 

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sculco area centro"E' giusto dare ruolo, contenuti e prospettive a Catanzaro - città capoluogo che deve proporsi anche come città-territorio, sede istituzionale e amministrativa e di governo della Calabria. Una città cerniera e sintesi di una regione che tende storicamente a dividersi e a frammentarsi". Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale di "Calabria in Rete" Flora Sculco. "Nella direzione di individuare le giuste modalita' per valorizzare la citta' e per ridare slancio all'area Calabria-centro, ritengo - spiega - che le prossime elezioni amministrative a Catanzaro non dovranno essere intese come una circostanza ordinaria. L'occasione non puo' essere vista come il solo rinnovo degli organi comunali. Al contrario, dovra' essere l'occasione per andare oltre gli angusti confini della citta' e per consentire a Catanzaro di volare alto. Per questo, pur condividendo la proposta legislativa illustrata dal sindaco Sergio Abramo, sono convinta - dice - che Catanzaro debba urgentemente dotarsi di una strategia che le consenta di proporsi come il capoluogo pulsante della Calabria, capace di farsi apprezzare come capoverso di un'intera area-sistema che ricomprenda tutta l'area centrale della regione". Secondo Sculco "Per fronteggiare le sfide del cambiamento e per costruire nell'area baricentrica un sistema istituzionale, economico e sociale che sia attrattivo, a Catanzaro serve un sindaco in grado di esercitare un'autorevole leadership politica e amministrativa, innovativa e inclusiva, e con elevate capacita' di governo, al fine di interpretare efficacemente la funzione che la citta' e' chiamata a svolgere, sia per accrescere la forza e il prestigio del capoluogo che per dare prospettive all'area centrale della Calabria". Ad avviso della consigliera regionale, "la questione Catanzaro e la questione Area centro non sono separate, ma hanno un comune denominatore e costituiscono 'la mappa' dei problemi da affrontare in una visione d'insieme e unitaria. Serve, appunto, una 'nuova visione' per tutta l'Area centro che deve sempre piu' configurarsi come 'Area sistema' al cui interno convivano specificita' e risorse che ne costituiscono i punti di forza che possono concorrono a realizzare crescita e nuovo sviluppo. Per fare tutto questo, abbiamo a disposizione strumenti, opportunita' e nuove e consistenti risorse. Penso alla nuova programmazione comunitaria dei fondi 2014-2020 e al Patto Calabria discendente dal Masterplan del Governo Renzi. Penso alla filiera dell'istruzione e formazione, dell'innovazione e all'universita'. Ai nostri aeroporti da difendere e al sistema di comunicazione viaria e ferroviaria che, specie nella parte ionica, rappresenta un'offesa alla dignita' dei cittadini. Penso al sistema sanitario ed a quello dei servizi".

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abramo datel«Sergio Abramo ha interrotto sodalizio con tutte le aziende della famiglia». A comunicarlo è una nota ufficiale della holding che annuncia la «variazione nell'assetto societario del gruppo Abramo». «Dopo una lunga trattativa - spiega il comunicato - l'imprenditore Giovanni Abramo rileva tutte le quote societarie possedute dal fratello Sergio Abramo, che esce, così, definitivamente, dalla compagine societaria del gruppo Abramo. Per tutte le aziende del gruppo Abramo - sottolinea la nota - è intervenuta una importante variazione degli assetti societari. La lunga trattativa con il fratello Sergio Abramo si è conclusa il 26 luglio scorso. La proprietà del gruppo è passata nelle mani di Giovanni Abramo e di Rosario Abramo, mentre a decorrere dalla stessa data il signor Sergio Abramo non è più socio di alcuna delle aziende di famiglia. Le deleghe di tutto il gruppo - informa il comunicato - sono passate in capo al presidente Giovanni Abramo il quale, già dal giorno successivo all’acquisizione delle quote, unitamente al proprio fratello Rosario Abramo, ha avviato l’esame, unitamente a tutti i consulenti del Gruppo, degli interventi necessari per ottimizzare la focalizzazione del proprio core business sui settori tradizionali e innovativi, e così ottenere una sempre più razionale ed efficiente gestione delle diverse attività».

 

 

 

 

 

 

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