La notizia è ufficiosa: nessun sostegno sarà concesso agli imprenditori della zona industriale di Crotone colpita il 24 novembre del 2018 da un violento tornado che ha provocato danni e devastazione alle attività del luogo. Sembrerebbe, infatti, che sia giunta di recente comunicazione alla Prefettura di Crotone da parte del ministero competente che avrebbe dato il proprio diniego alla richiesta dello stato di calamità avanzato dalla giunta comunale pitagorica, in quanto, le stesse attività si sarebbero subito riprese in autonomia e, al contempo, la furia del tempo non ha provocato morti. La notizia trova conferma nelle rimostranze dell’imprenditore Sergio Torromino la cui attività aveva subito ingenti danni quel 24 novembre. Eppure, in loco, erano stati compiuti diversi sopralluoghi dal ministro Cinquestelle Barbara Lezzi in persona, prima, e dalla parlamentare crotonese Elisabetta Barbuto che si era recata in località Passovecchio lo scorso 14 febbraio assieme ai tecnici della Protezione civle. «Sarà bene ricordare – aveva sottolineato in quella occasione Barbuto – che il ministro Barbara Lezzi, recatasi sui luoghi interessati nell’immediatezza, aveva garantito agli imprenditori che il governo non li avrebbe lasciati soli. Ed in effetti, il ministro ed i suoi collaboratori, con i quali sono in costante contatto, si stanno occupando della situazione con estrema attenzione e sensibilità». Oggi la notizia del diniego da parte del governo che ancora non ha assunto i caratteri dell’ufficialità attraverso comunicazioni istituzionali.
«Prosegue, in condivisione con il Coordinamento regionale, la riorganizzazione territoriale del partito di Forza Italia Crotone». Lo rende noto Sergio Torromino in qualità di coordinatore provinciale di Forza Italia a Crotone.
«Nell’ottica dell’allargamento – informa Torromino – della base politica e di una profonda ristrutturazione territoriale del partito crotonese è stato svolto un intenso lavoro di dialogo e confronto con numerose personalità di area moderata; con viva soddisfazione si annuncia l’avvenuta nomina del già consigliere regionale Salvatore Pacenza alla carica di vicecoordinatore provinciale del partito di Forza Italia Crotone».
Salvatore Pacenza, pur avendo offerto il suo co0ntributo intellettuale e di militanza all’area moderata, era distante dalla politica attiva dal novembre 2014, quando decise di non partecipare alle elezioni regionali per dedicarsi alla sua attività professionale di medico diabetologo.
«Siamo certi – prosegue Torromino – che lavorando accanto al coordinatore provinciale del partito Sergio Torromino, una personalità con notevole esperienza politica ed indiscutibile qualità professionale quale è notoriamente quella dell’onorevole Salvatore Pacenza potrà certamente apportare un prezioso contributo all’azione politica nell’interesse del bene comune dei cittadini del territorio crotonese.
Sono in corso le attività che porteranno nelle prossime settimane alla nomina dei coordinatori comunali del partito le quali saranno presto ufficializzate. Obiettivo prioritario è quello di costruire una ampia casa comune dei moderati, dei volenterosi i quali amano il nostro territorio crotonese e che partendo da solide competenze professionali si riconoscono nei valori del partito di Forza Italia.
Tutto il gruppo dirigente lavorerà alla formulazione di proposte politiche concrete, chiare ed utili in vista dei prossimi importanti impegni elettorali che vedranno il Partito protagonista sullo scenario politico crotonese».
Buona la seconda. La maggioranza del Comune di Crotone tiene sui numeri in seconda convocazione, dopo la seduta andata deserta ieri sera. Cinque i punti all’ordine del giorno: surroga e convalida consigliere comunale; Legge regionale n. 14/2014 “Subentro alla Regione Calabria nel sistema della gestione dei rifiuti urbani”; modifiche e integrazioni al regolamento per la gestione e l'uso degli impianti sportivi comunali, approvato con deliberazione di consiglio comunale n. 99 del 27.6.2012; richiesta d'interlocuzione istituzionale tra la città di Crotone, il governo italiano e in particolare il ministero dell'Interno sulla valutazione dell'impatto sul territorio del "Decreto Sicurezza" e dell'eventuale promozione di provvedimenti sulle politiche dell'inclusione sociale; Mozione Movimento 5 Stelle "Crotone Città Solidale". In apertura di seduta si è quindi proceduto con la surroga della nuova consigliera comunale Anna Curatola (lista Piuma sindaco) che subentra al posto del dimissionario Sergio Torromino. Dopo aver salutato il presidente del Consiglio Comunale Serafino Mauro e il sindaco Ugo Pugliese la neo consigliera, applaudita dai colleghi consiglieri, ha preso posto nei banchi dell'Aula consiliare.
«A volte il livore e la foga mediatica possono trarre in errore grossolano chi da poco si è affacciato al mondo della politica». Così l’ex presidente della Commissione Sanità, Salvatore Pacenza, in merito al dibattito creatosi all’interno di Forza Italia dopo l’indicazione di Mario Occhiuto per la corsa alla presidenza della Regione Calabria. «Preme fare una doverosa premessa agli amici del coordinamento di Crotone – commenta Pacenza – in merito al ruolo e all’impegno del sottoscritto proprio nella politica allo stato attuale: sono un militante, un appassionato e, in considerazione della mia carriera istituzionale, credo una voce affidabile del centrodestra crotonese. Nell’autunno del 2014 – puntualizza Pacenza – ho compiuto però una scelta fondamentale per la mia vita: quella di abbandonare la politica attiva per dedicarmi alla professione e alla mia famiglia. Vorrei tranquillizzare quindi tutti i competitor alle candidature: continuerò a fare il dirigente medico presso l’Asp di Crotone. L’ho chiamata ‘’scelta’’ perché in quell’autunno del 2014, la mia candidatura era tutt’altro che sgradita ai vertici regionali di Forza Italia e all’allora candidata alla presidenza, Wanda Ferro, che mi pregarono di desistere, fino a un minuto prima della presentazione delle candidature, dal mio intento di non ripresentarmi al cospetto degli elettori. Sono certo che, per onestà intellettuale e correttezza politica, coloro che ho chiamato in causa non avranno difficoltà a confermare quanto sto sostenendo. Lo so, sembra strano. Eppure vi assicuro che ho sempre considerato il mio impegno politico un servizio e mai un’occupazione professionale. Per questo, quando ho compiuto determinate valutazioni personali, non mi è costato allontanarmi dalle poltrone per continuare a dare il mio contributo al partito sotto altre forme di partecipazione. Quel ‘’deserto’’ creato in Forza Italia, che il coordinamento provinciale mi attribuisce su Crotone, è forse da accollare a certe dinamiche e a situazioni più complesse a livello politico non facilmente comprensibili e che, pur non sottraendomi alle responsabilità che investono in questi casi i dirigenti, non mi riguardano dopo la dismissione dal ruolo di consigliere regionale e da attore di primo piano in Forza Italia. Se non altro, fu proprio il sottoscritto a ritessere le fila di Forza Italia a Crotone dopo il fallimento del Pdl e a ospitare la sede provinciale del partito all’interno della propria segreteria istituzionale per dare immediato impulso alla sua rinascita. Ma un partito è fatto di donne e uomini, non può essere l’espressione di un singolo. Trovo, inoltre, indecente la dialettica sminuente e quindi denigrante rispetto all’attività istituzionale svolta anche in difesa del territorio. I miei detrattori avrebbero potuto facilmente consultare il sito istituzionale del Consiglio regionale della Calabria e valutate la qualità e la quantità del lavoro prodotto a livello legislativo (sono firmatario di ben 24 proposte di legge, cui si aggiungono svariate interrogazioni e presentazioni di ordini del giorno). Inoltre, sganciandomi dal provincialismo politico e dal campanilismo spicciolo, è stata pubblicamente elogiata la mia attività da presidente del Comitato per la qualità e fattibilità delle leggi (abbiamo ridotto notevolmente il numero di leggi cassate dagli organi superiori dello Stato) e quella da presidente della Commissione Sanità, con non ultimo l’istituzione del Registro tumori a Crotone. Così come non va sminuito il lavoro importante e testardo per l’istituzione dell’Enoteca regionale di cui si è di recente tornato a parlare. E poi lasciatemelo dire: il lavoro giornaliero, e senza riserve, con la gente comune e le loro problematiche. Quanto all’ultima legge elettorale regionale, devo segnalare un’ulteriore interpretazione errata da parte del coordinamento provinciale di Forza Italia. Nessuno degli allora rappresentanti crotonesi,vibonesi, e lametini in seno al consiglio regionale, ebbe la possibilità di intervenire perché era improcrastinabile ridurre il numero dei consiglieri regionali da eleggere. Dovemmo agire in ossequio a una legge dello Stato del 2011 che imponeva la riduzione a 30 del numero dei consiglieri eleggibili per le Regioni al di sotto dei 2 milioni di abitanti. Tutte le valutazioni a livello tecnico, purtroppo, portarono all’inevitabile unificazione dei collegi di Crotone, Catanzaro e Vibo. È facile parlare quando non si ha contezza di leggi e di procedure da rispettare nell’assolvimento del ruolo istituzionale. Ora chiedo agli amici del coordinamento provinciale di Crotone: perché trascendere dal confronto politico e dal doveroso riconoscimento della militanza per abbandonarsi alla denigrazione e all’attacco personale? No, questo livello di discussione non mi appartiene… e di sicuro non fa bene alla vostra politica e ai nostri simpatizzanti. Come da sempre, porgo un affettuoso saluto agli amici del coordinamento di Crotone, e in particolar modo al coordinatore Torromino che in questi ultimi giorni si è trovato, suo malgrado, a fronteggiare gravi problemi inerenti la sua attività professionale, assicurando la mia esperienza politica e il mio contributo personale a disposizione della causa del partito e del centrodestra».
«Sono ragionevolmente persuaso che il buon “Sergio”, Torromino mi suonerebbe troppo distaccato e formale, sconti qualche elemento di solitudine che ne ottenebra la lucidità e l'iniziativa politica». È la replica dell’assessore Lavori pubblici, Pantaleone Telemaco Pedace, rispetto allo nota diramata la scorsa settimana dal coordinatore provinciale di Forza Italia. «Salto la parte che mi riguarda – scrive Pedace – perché è evidente che Sergio non ha ancora capito la correlazione tra azione politica, implicazioni istituzionali ed effetti, in prospettiva, rispetto al quadro delle alleanze possibili. Intanto mi permetto di inserirmi nelle dinamiche interne a Fi e, al retroterra di movimenti civici, riconducibili al centrodestra, con il rispetto dovuto e la sobrietà che impongono analisi oggettive e non pregiudizi faziosi, come spesso succede a loro. Non mi appartengono. Intanto credo che il problema di Fi in città non siano né Pacenza e neppure Capocasale. Vuoi perché Pacenza lamenta un mancato e diretto coinvolgimento nelle scelte strategiche e perché, Capocasale, dal canto suo, è amico di Piero Aiello che, a sua volta, sta' provando a sopravvivere e a ritagliarsi uno spazio nei futuri assetti di partito e, eventualmente, di governo regionale, sempre che il centrodestra ci arrivi unito e vinca quelle le elezioni. Credo, invece, che costituisca un problema per Forza Italia, l'assenza di un'azione concertata e sistematica del gruppo consiliare e i distinguo, quando se non vere e proprie asprezze, del capogruppo Piuma nei confronti di Occhiuto e Santelli e, quindi, della segreteria cittadina e provinciale di Fi. Chiarisco subito che osservando simili attegiamenti, che creano separazione e incomprensione in una forza politica, la cosa non mi rallegra. Perché a risentirne è anche il contributo che può pervenire da un partito che prova a ripartire e a reinsediarsi dopo la sconfitta alle Amministrative e il mancato insediamento al governo nazionale. Se il gruppo dirigente di Fi ha trovato il "deserto" ma, lui stesso, continua a trattenersi nella perifericita' politica e nella marginalità istituzionale, il danno sarà duplice e quel deserto, ereditato, quasi un piacevole ricordo. Ovviamente non mi permetto di suggerire terapie, perché potrei essere frainteso, ma un diverso approccio ai problemi ed un confronto meno intriso di propaganda e di qualunquismo, non guasterebbe. Così come, il continuo richiamare il proprio profilo imprenditoriale, ed anche di successo, quale unica e irrinunciabile precondizione per fare bene in qualsiasi campo, finisce per essere solo suggestiva perché fondata su un desiderio e su una pretesa, entrambe fragili. Non è difficile, in questa fase e in questo sistema, cittadino e regionale, ancora alla ricerca di una sua normalità, individuare interlocutori. Non lo possono essere i Cinquestelle e neppure il Pd, con il quale pure Sergio e Piuma, si allearono alle ultime Amministrative. Una scelta di pancia e non di testa. Ecco, quando si fa funzionare la testa ed il buon senso, si evita di far prevalere l'istinto auto celebrativo e anche l'invito e l'auspicio, affettuoso e collettivo, che ciascuno faccia quello per cui è più portato ed apprezzato».
centrodestra
«Corsi e ricorsi storici, è proprio il caso di dire, osservando gli appetiti e le inquietudini che scatenano le imminenti elezioni regionali nel territorio crotonese». Così, Sergio Torromino, coordinatore provinciale di Forza Italia a Crotone, in merito al dibattito apertosi sull’indicazione di Mario Occhiuto alla presidenza della Regione. «Ed ecco allora riemergere – scrive Torromino – sulla scena politica dal lungo silenzio, figure di ex attori politici in cerca di nuova visibilità e figure di novelli amministratori pubblici, cui riconosciamo di essere molto social e nient'altro, che iniziano ad occupare la comunicazione politica sentenziando in maniera ondivaga; infatti parlano ed argomentano di metodo, coinvolgimento della base, di società civile e viene da pensare: "da quale pulpito viene la predica!”. Da quando Mario Occhiuto è stato designato dal proprio partito Forza Italia quale futuro candidato alla guida della Regione Calabria, sono piovute, in maniera coordinata tra loro, una serie di critiche alle modalità con le quali si è addivenuti a tale scelta politica. Pseudo associazioni rappresentative di non si sa bene quali interessi, sebbene una mezza idea ce la siamo fatta anche noi, si sono ribellate: non sono state coinvolte nel processo decisionale e il coordinamento regionale di Forza Italia ha forzato la mano! Ma non solo. Addirittura, qualche amico, almeno ritenuto tale da chi scrive, si spinge oltre entrando nel merito della gestione del partito provinciale di Forza Italia. Ebbene, all'amico Pacenza, ma a tanti altri amici ed amiche, vorremmo ricordare il fatto che quando nel 2016 Forza Italia fu riorganizzata sul territorio, ereditammo un "deserto" e ci trovammo dinnanzi al nulla più assoluto. Non una sede, non un elenco degli iscritti, niente di niente. Eppure l'amico Pacenza aveva avuto ruoli determinanti in Forza Italia e/o nel Pdl.
Che poi non sia stato ricandidato alle scorse elezioni rimane certamente solo un suo problema che non ci può né deve riguardarci. Constatiamo comunque che, ad esempio, quest'ultimo, da consigliere regionale, non ha dimostrato di rappresentare efficacemente gli interessi dei crotonesi; citiamo uno per tutti il caso della legge elettorale regionale approvata nella precedente legislatura, rispetto alla quale il territorio di Crotone è stato letteralmente depredato della propria rappresentanza istituzionale. Nessuno dei consiglieri regionali allora in carica ed eletti nella circoscrizione di Crotone si è ribellato, nessuno ha lottato per garantire la legittima quota di rappresentatività alla provincia di Crotone. La dimostrazione è stata che in conseguenza di quella scellerata legge elettorale regionale solo Flora Sculco, nell'ambito però di un progetto politico più ampio, sia riuscita a strappare un seggio regionale. Ebbene, questi sono fatti gravi, che qualcuno ha dimenticato, ma che invece devono essere valutati proprio per capire, rispetto ad una potenziale candidatura alla regione, la credibilità dei futuri amministratori regionali. Le parole, come sempre, stanno a zero. Ricordiamo ancora le ultime elezioni comunali: l'amico Pacenza voleva la lista di Forza Italia: bene, ma non aveva candidati!
Nessuno ha sbarrato le porte di Forza Italia. L'amico Pacenza è stato chiamato diverse volte ma ha sempre cincischiato. Quanto all'amico Capocasale, invece, che tanto critica Forza Italia, v'è da dire che guida una associazione civica che nulla ha a che fare con il nostro partito. I partiti, piaccia o meno, assumono decisioni, canonicamente si fondano sull'appartenenza, sulla condivisione di principi e valori e sono tutt'altro che una corriera da prendere al volo a ridosso delle elezioni. La chiarezza delle posizioni e la trasparenza dei comportamenti verso i cittadini dovrebbero essere una precondizione per chi ha la velleità di presentarsi alle prossime elezioni regionali. Decida, l'amico Capocasale, da che parte stare. Forza Italia non deve andare bene solo quando paga le trasferte a Bruxelles per farsi sterile propaganda e senza concludere nulla! Chiunque può tesserarsi (anche on-line) e partecipare alla vita di partito. Per criticare Forza Italia e la legittimità delle decisioni bisognerebbe come minimo farsi la tessera e partecipare attivamente. Criticare gratuitamente dall'esterno a proprio piacimento, in modalità sempre strumentalmente ai propri ed altrui interessi, è molto facile ma anche stucchevole e rasenta il ridicolo.
Mario Occhiuto è stato scelto all'unanimità dei componenti del coordinamento regionale del Partito, compresi tutti i coordinatori provinciali. A che titolo il coordinamento regionale avrebbe dovuto coinvolgere chi della politica conosce, e rivendica ruoli a propria convenienza, solo in prossimità degli appuntamenti elettorali? All'amico Pedace, invece, novello amministratore pubblico, restituiamo al mittente le critiche sulla posizione espressa sul reddito di cittadinanza. Non potrà certo essere lui ad insegnarci come si crea economia, come si creano posti di lavoro. Anzi! Per affrontare questo tema, a nostro avviso, è necessario altro. Ci pare corretto affrontare argomentazioni di politica economica e di sviluppo economico solo su un piano di reciprocità e con attori attrezzati per sviluppare l'analisi conseguente. Per ora gli consigliamo di impegnarsi a svolgere nel modo migliore possibile il ruolo di assessore comunale, come cittadini auspichiamo che porti frutti al bene della comunità. La città ha bisogno di fatti concreti, di azioni incisive, di progetti innovativi e di una visione sfidante per il futuro. Quindi pensi a lavorare bene per la città poiché se ne è assunta la responsabilità e lasci perdere, come consiglio spassionato, i comunicati e le foto social!», conclude Torromino.