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Lunedì, 09 Settembre 2024

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LA RIFLESSIONE│Soumahoro, Sinistra italiana e' un partito garantista o giustizialista?

Posted On Martedì, 29 Novembre 2022 16:29 Scritto da Roberto Ciliberto

“Due pidocchi possono trovarsi anche nella criniera del più nobile destriero” così Togliatti commentava l’espulsione di Valdo Magnani e Aldo Cucchi per essersi schierati in favore di Tito mettendo in discussione l’autoritarismo di Stalin e l’idea che l’Urss fosse lo stato guida.

Nelle stanze di via botteghe oscure si era soliti fare processi, e dei "Delitti e delle Pene" di Beccaria non se ne applicava neanche una pagina. Parola d’ordine, presunzione di colpevolezza.
Con il tempo, questi processi lasciarono la strada a un garantismo che distinguesse il partito, oramai divenuto conservatore, dai novelli partiti sovranisti e populisti.
Dopo le monetine lanciate dalla Lega su Craxi però qualcosa cambiò nuovamente per la sinistra. La fine della prima repubblica, la sconfitta di Occhetto nel '94, l’ascesa di un uomo discutibile come Berlusconi erano tentazioni troppo ghiotte per la sinistra di tornare ad essere il partito a sostegno delle inquisizioni. Oggi, anzi già da un po’, finita l’era del Cavaliere, come deve configurarsi un partito di sinistra, garantista o giustizialista?
Quello del "processo" a Aboubakar Soumahoro svoltosi nell’ultima settimana davanti una giuria impersonata da Bonelli e Fratoianni, e concluso con le dimissioni “spontanee” del parlamentare lasciano presagire che una parte di sinistra prediliga il giustizialismo, ma siamo sicuri sia la strada giusta da percorrere?
Se sì, è il caso di porsi anche il dubbio se i leader di Sinistra italiana fossero stati davvero all’oscuro di queste presunte vicende che travolgevano la suocera e la moglie del parlamentare sospeso.
Verrebbe spontaneo pensare che quei 100mila voti attesi da Soumahoro avessero fatto chiudere un occhio ai leader di un partito che rasentava il 3% alle scorse elezioni e che rischiava di non entrare in parlamento.
Certo, sarebbe facile fare un processo alle intenzioni, ma per fortuna di Bonelli e Fratoianni uno stato di diritto è uno stato garantista, viva il garantismo!