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Domenica, 06 Ottobre 2024

PRIMO PIANO NEWS

gettonopoli provincia archiviazioneArchiviata la procedura che vedeva indagati 21 consiglieri provinciali per i gettoni di presenza. Questa mattina il giudice dell’udienza preliminare della sezione penale del Tribunale di Crotone Francesca Familiari ha dichiarato chiusa la procedura ai sensi dell’articolo 425, comma 3, del codice di procedura penale. Significa che il reato di cui erano accusati i consiglieri provinciali di Crotone eletti nel 2014 si estingue e l’azione penale non deve essere iniziata. Gli indagati erano: Antonio Barberio, Giuseppe Berardi, Salvatore Bonofiglio, Pietro Caligiuri, Pietro Caterisano, Giancarlo De Vona, Giuseppe Frandina, Gianfranco Grano, Michelangelo Greco, Rodolfo La Bernarda, Pasqualino Lerose, Umberto Lorecchio, Salvatore Lucà (deceduto lo scorso anno), Raffaele Martino, Natale Martucci, Francesco Matarise, Ferdinando Muto, Alfonso Proietto Donato, Ubaldo Schifino, Antonio Scigliano, Carmela Scutifero e Francesco Spina. Nell’indagine era stato coinvolto l’intero consiglio provinciale, tranne Mariella Maio che non percepiva i gettoni di presenza.

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gommista polizia collageI poliziotti della divisione amministrativa della Questura di Crotone hanno sequestrato lo scorso 13 settembre un’area commerciale, denunciandone il proprietario. L’area è adibita ad attività di cambio gomme, officina meccanica, falegnameria e restauro mobili antichi. All’atto del controllo (cui ha preso parte anche personale dell’Arpacal) nessuna delle attività è risultata essere operativa, ma si è comunque accertato come queste usufruiscano di un sistema di scarico di acque reflue che confluiscono direttamente nel fiume Esaro senza le necessarie autorizzazioni provinciali. A verifica, sono stati inoltre aperti i 4 pozzetti delle acque al fine di effettuare una campionatura delle stesse. L’intera area, quindi, è stata sottoposta sequestro e il proprietario dell’immobile denunciato per la violazione degli artt. 124 e 137 comma 1 d.lvo 125/06.

 

 

 

 

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gestione servizi licenziamentiAvviate le procedure per il licenziamento collettivo dei 63 lavori rimasti in forze alla Gestione Servizi, società in house della Provincia di Crotone partecipata al 100% dall’Ente intermedio. Reca la data di ieri la missiva con cui il liquidatore della società, Antonio Barberio, ha comunicato l’avvio delle procedure ai sindacati, a Comune, provincia e direzione regionale e territoriale del lavoro perché «la società è nell’impossibilità giuridica ed economica per operare a favore del proprio committente (socio unico) in quanto privi di disciplinari di incarico tra le parti che non consentono l’avvio dei servizi che la società dovrebbe garantire». I 63 lavoratori di Gestione servizi sono con contratto indeterminato e part-time (sono impiegati e addetti alla produzione), tra questi solo uno è un funzionario titolare di rapporto lavorativo a tempo pieno con la società. «Vista la situazione attuale – scrive il liquidatore – di profonda crisi societaria, l’unica misura idonea da percorrere è il licenziamento collettivo del personale in forze». A conclusione della procedura di mobilità in cui versano attualmente i lavoratori verrà dunque comunicato a ciascuno di loro il recesso del proprio contratto di lavoro.

 

 

 

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tribunale crotoneLa Procura della Repubblica di Crotone ha concluso le indagini sul fallimento della Sant'Anna spa, la societa' che ha gestito l'aeroporto del capoluogo ionico fino all'aprile 2015, quando e' stata dichiarata fallita dal Tribunale. Il sostituto procuratore Gaetano Bono ha iscritto sul registro degli indagati nove persone, ovvero tutti i componenti che si sono alternati nel consiglio di amministrazione della societa' aeroportuale ai quali contesta il reato di bancarotta fraudolenta e' per non aver impedito il dissesto della Sant'Anna spa, operando in mancanza di un adeguato capitale sociale pur essendo consapevoli dell'alto rischio di insolvenza della stessa societa'. E, in definitiva, per averne aggravato il dissesto. L'avviso di conclusione delle indagini e' stato notificato a Gianluca Bruno (attuale sindaco di Isola Capo Rizzuto e gia' vice presidente del cda), Roberto Salerno (gia' presidente del cda), Cesare Spano' (gia' presidente del cda) e ai consiglieri di amministrazione che si sono succeduti dal 2010 al 2014: Gianni Mazzei, Salvatore Migale (ex sindaco di Cutro), Leonardo Sacco (ex governatore della Misericordia), Antonella Stasi (ex presidente facente funzione della Giunta regionale), Francesco Sulla (ex assessore regionale) e Peppino Vallone (ex sindaco di Crotone). L'indagine, avviata nel luglio 2016, aveva inizialmente coinvolto solo i presidenti del cda della Sant'Anna spa che si erano alternati negli anni: Roberto Salerno, Cesare Spano' e Gianluca Bruno.

 

 

 

 

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minaccia querela prefetturaNon ci resta che piangere: la prefettura di Crotone minaccia di querelare il sindaco Ugo Pugliese. Le motivazioni della querela ci sono tutte e sono riconducibili a quanto il sindaco afferma in una lettera del 15 giugno scorso inviata al prefetto di Crotone avente per oggetto “determinazioni dell’ente in ordine al tentativo di conciliazione”. Con questa ultima lettera Pugliese si rimangia l’accordo sottoscritto dal Comune nella riunione della procedura di conciliazione, tenutasi lo scorso 13 giugno proprio in prefettura alla presenza del viceprefetto vicario, Ippolito. La riunione era stata convocata, così come prevede la normativa, in seguito alla proclamazione dello stato di agitazione da parte dell’assemblea dei lavoratori del Comune. I sindacati hanno chiesto il momentaneo blocco delle erogazioni del salario aggiuntivo alle posizioni organizzative e la nomina del presidente della parte pubblica nella commissione che dovrà occuparsi della contrattazione decentrata. Il sindaco si è impegnato, ma dopo due giorni ha rivisto la sua posizione ribadendo che “la conciliazione non dovrebbe rappresentare un affare con l’assunzione di patti come forme di contropartite o forme estorsive”. Concludendo Pugliese scrive: “In nome della legalità questa amministrazione non considera valida e non riconosce la validità del verbale del tentativo di conciliazione”. In una prima risposta il vice prefetto Vicario, Ippolito, aveva ribadito che “questa prefettura, nel corso degli incontri che spesso avvengono per procedure di raffreddamento …non ha mai consentito pretese di carattere estorsivo a nessuna delle parti presenti al tavolo di discussione”. Oggi Ippolito ha scritto una nuova lettera, nella quale si legge: “La scrivente è ancora in attesa che la S. V. formalizzi una adeguata risposta chiarificatrice delle insinuazioni formulate con la nota sindacale 33686 del 15 giugno 2017 nei confronti dei partecipanti al tavolo conciliativo del 13 giugno decorso”. Evidentemente la prefettura si aspettava una lettera di scuse o quanto meno chiarificatrice rispetto al termine “estorsive” utilizzato da Pugliese. Concludendo la prefettura scrive che “in assenza di tale nota di chiarimenti, questa prefettura valuterà l’invio degli atti alla Procura della Repubblica di Crotone per eventuali risvolti di carattere penale”. Pugliese rischia di passare alla storia come il primo sindaco querelato per diffamazione dalla prefettura, senza contare che anche il sindacato sta per assumere la medesima decisione.

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leonardo sacco misericordiaResta in carcere Leonardo Sacco, l'ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto arrestato lo scorso 15 maggio nell'ambito dell'operazione 'Jonny' con le accuse di associazione mafiosa, per aver distratto i fondi della gestione del Centro di accoglienza a favore della cosca Arena. I giudici del Tribunale del riesame di Catanzaro hanno respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi difensori. All'udienza celebrata lo scorso 16 giugno, assistito dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Francesco Verri, Sacco aveva ribadito la sua estraneita' ai fatti che gli vengono contestati per cui i difensori avevano chiesto l'annullamento o la revoca della misura cautelare in carcere o la disposizione dei domiciliari. I sostituti procuratori della Dda, Vincenzo Luberto e Domenico Guarascio, invece, avevano depositato al Riesame nuovi atti per ribadire la necessita' di confermare la detenzione in carcere dell'indagato. Il Tribunale del Riesame, dunque, ha sostanzialmente confermato la validita' dell'impianto accusatorio.

 

 

 

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