«Il senso di responsabilità mi chiama ad una riflessione, in un momento tragico per la mia città e per l'intero Paese». È quanto scrive l’ex assessore comunale Pantaleone Telemaco Pedace.
Da lunedì scorso sono iniziate le operazioni di messa a regime definitiva dell'impianto di depurazione in città. Lo rende noto Leo Pedace, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Crotone. «In pratica – spiega in una nota –, dopo il trattamento iniziale di grigliatura, il materiale fognario viene inviato all'interno dell’altra sezione di trattamento (identificazione, ossidazione e sedimentazione) dove avverrà la rimozione di tutte le sostanze organiche presenti nella fognatura. Ad ogni modo, erano già state avviate da circa un mese alcune sezioni di trattamento del depuratore comunale. Trattamenti con i quali le fognature della città di Crotone, pur non essendo effettivamente depurate, viene grigliata (pulita dai materiali grossolani, disinfettata con ipoclorito di sodio), prima di essere scaricata nel corpo ricettore. Considerato che il depuratore in questione è un impianto di fanghi attivi, ovvero che la depurazione avviene tramite biomassa formata da microorganismi e materia organica, che abbatte tutte le sostanze biodegradabili presenti in fognatura e che per formare tale biomassa sono necessari una sessantina di giorni, si ritiene che lo stesso impianto possa raggiungere la piena efficienza nel termine di questo periodo. Ovviamente al di là di questo primo importante risultato l'amministrazione Pugliese ha una visione più ampia del sistema di depurazione tant'è che è prevista la dismissione dell' attuale impianto entro due anni, termine entro il quale tutta la fognatura sarà dirottata verso l'impianto di depurazione del Corap sito nella zona industriale, riteniamo che questo periodo residuo l'impianto comunale sia sufficiente per depurare il refluo prodotto dalla città di Crotone, anche in virtù del fatto che già tra qualche settimana saremo in grado di inviare il 30% dello stesso refluo all'impianto del Corap mettendo fine all'annoso problema della depurazione nella città di Crotone».
Gianfranco Turino designato nuovo Amministratore unico della società in house providing del Comune “Crotone sviluppo”. Il sindaco Ugo Pugliese ha firmato il decreto di nomina poco prima dell’ora di pranzo. Tale indicazione arriva in seguito alle dimissioni dallo stesso incarico di Telemaco (Leo Pedace) con nota protocollata lo scorso 31 maggio. Era questo un passaggio fondamentale perché Pedace potesse entrare a far parte della nuova giunta comunale dopo l’azzeramento voluto dal sindaco con decreto recante la firma di ieri. Pedace, di fatti, sarebbe rimasto in carica alla guida dell’azienda fino alla nomina del suo successore, quindi incompatibile. Da qui anche i 10 giorni fissati come termine perentorio per la selezione delle candidature previsto nell’avviso pubblico dello scorso primo giugno che oggi trova quindi una ragione politica alla base della scelta. Turino, 45 anni, già componente negli organi di staff alla Provincia, prima, e al Comune, dopo, dovrebbe avere già nel pomeriggio un primo incontro con la struttura di Crotone sviluppo. A Turino spetta un “compenso annuo pari al 60% di quello spettante al sindaco di Crotone” così come previsto dalla legge.
L’agenzia nazionale anticorruzione ha il via libera alla compatibilità della carica di assessore comunale con quella di presidente della società in house providing Crotone Sviluppo per Leo Pedace. La risposta al quesito formulato dal sindaco Ugo Pugliese all’Anac è giunta quest’oggi. Mani libere dunque sul rimpasto di giunta per il sindaco e i leader del movimento i Demokratici Enzo e Flora Sculco. Approvato il bilancio e giunta questa rassicurazione da parte dell’anticorruzione, ci sono tutti presupposti perché si passi all’auspicato cambio di passo nell’attività amministrativa. L’avicendamento potrebbe già essere formalizzato nella prossima settimana. Solo che, da quando si è cominciato a discutere di cambio di passo, molte cose sono cambiate: da un “tagliando” si è passati a un vero e proprio rimpasto di giunta. I componenti che andrebbero ad avvicendarsi nell’esecutivo di Pugliese potrebbero, per tanto non, essere non più tre, ma cinque, se non si procederà addirittura all’azzeramento della giunta. Al momento, sono in smobilitazione l’attuale vicesindaco Antonella Cosentino e gli assessori Tommaso Sinopoli e Caterina Caccavari che andrebbero ad assumere ruoli diversi a sostegno dell’attività amministrativa. Ma l’elenco potrebbe estendersi anche a nomi considerati fino al qualche settimana fa “intoccabili”.
Un passo avanti e due indietro. Non è destinata a chiudersi con una stretta di mano la crisi al Comune apertasi con la richiesta dei sei consiglieri comunali di azzeramento dell’esecutivo di Ugo Pugliese. Leo Pedace pone condizioni precise per ricucire lo strappo: nomina subito a vicesindaco, ritiro del proposito di espulsione dal movimento per Franco Pesce e defenestramento dell’assessore ai Lavori pubblici, Tommaso Sinopoli. Enzo Sculco, che non è più il re di via Roma, ma il reuccio di via Firenze visto che la sede del movimento è stata di recente trasferita, ha aperto le trattative con Pedace nella speranza che venga seppellita l’ascia di guerra e consentire così al movimento di occuparsi dell’organizzazione della campagna elettorale per le elezioni politiche, per le quali presumibilmente aspira di correre Flora Sculo, attuale consigliera regionale. Via Firenze potrà fare a meno di sei consiglieri comunali? Di uno sì, ma all’appoggio degli altri cinque non potrà rinunciare. Allora è meglio fumare il calumet di pace con Pedace, designato pubblicamente come coordinatore dei sei ribelli. Pedace, secondo quanto è stato possibile apprendere, non disdegna di trattare e pone condizioni pesanti. Vuole l’accordo da vincitore e non da futura vittima sacrificale e a questo accordo ci vuole arrivare insieme ai sei consiglieri che con lui hanno deciso di vivere questa avventura da ribelli. Vuole arrivarci anche togliendosi qualche macigno dalle scarpe contro il suo ex amico Sinopoli del quale chiede subito la testa. Che farà il reuccio di via Firenze? Rinuncerà alla trattativa messa già in atto, visto che qualche incontro con Pedace c’è stato, o ingoierà il rospo ed accetterà di tenere conto delle condizioni? Entro questa settimana la situazione dovrebbe essere più chiara. Domani è un giorno importante, perché i sei tornano ad incontrarsi.
Il dado è tratto: Leo Pedace, numero due del movimento dei DemoKratici, sancisce la rottura definitiva con Enzo Sculco. Il passaggio del Rubicone è rappresentato dal documento consegnato nella tarda serata di ieri alla stampa. In quel documento Pedace, impugnando il fioretto, produce ferite gravi in particolare a Sculco, senza nemmeno nominarlo. Lo accusa di avere appesantito le funzioni del governo della città con una “commistione fra la formazione delle decisioni e le responsabilità amministrative”. Dall’analisi di quel documento, scritto in politichese, si evince che Pedace accusa il suo ex leader di essersi intromesso nelle attività del palazzo comunale e avrebbe così impedito alla Giunta guidata da Pugliese di raggiungere i risultati auspicati dai sei consiglieri comunali che hanno chiesto l’azzeramento dell’esecutivo. Accusa Sculco di avere consentito “reazioni scomposte” nei confronti dei sei consiglieri comunali che avrebbero avuto l’ardire di chiedere il rispetto degli impegni presi con i cittadini durante la campagna elettorale. Questa volta non è tenero nemmeno con il sindaco Ugo Pugliese. Non solo parla di risultati scadenti dell’amministrazione, ma punta il dito contro il primo cittadino “per la controversa nomina dell’ultimo assessore mancante”. Secondo Pedace, infatti, il sindaco si è impelagato “in una querelle giuridica e procedurale” con i dirigenti del Comune. E’ la prima volta dalle elezioni che un rappresentante dei DemoKratici difende i dirigenti del Comune, evidentemente il novello Cesare non è nemmeno d’accordo con il concorso per l’assunzione dei due dirigenti ai sensi dell’articolo 110. Non è d’accordo con l’uso esagerato degli incarichi negli staff e chiede qualità per le figure indispensabili. E’ duro, molto duro quando accusa la sua ex parte politica di avere prediletto gli annunci ai fatti. Non è meno duro quando denuncia la superficalità con cui si spendono i soldi delle roylaties, che appartengono ai cittadini di Crotone. La ciliegina sulla torta la pone quando, anche per conto dei sei consiglieri, chiede un cambio di atteggiamento rispetto ai governi nazionale e regionale ed esalta il ruolo del ministro dell’Interno, da Marco Minniti. Il dado è tratto e rien ne va plus: si rompe con il passato considerato fallimentare e si apre una nuova fase. La questione da capire è se in questa nuova fase si punta su Ugo Pugliese o si è deciso di ridare la parola ai cittadini. Se si punta su Pugliese bisognerà allestire una nuova maggioranza per sostituire quelli che intendono restare fedeli al re di via Roma.