La spesa per i danni da alluvioni e dissesto ideogeologico, in Italia, è tripicata dal 2010 e ha raggiunto 3,3 miliardi l'anno. A questa si aggiungo 3 miliardi di euro annui di danni degli eventi sismici.
Dal 2004 a dicembre 2022, nelle Regioni italiane a rischio, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia il numero delle demolizioni eseguite e' stato del 15,3% dei 70.751 immobili abusivi per i quali e' stato stabilito l'abbattimento da parte dei 485 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente, pari al 24,5% del campione totale.
La Calabria è tra le regioni più colpite da eventi climatici estremi. Solo nell'ultimo biennio, dal 2020 ad oggi, infatti la regione è passata da 65 a 82 fenomeni: 33 per allagamenti da piogge intense; 17 casi di danni da trombe d'aria; 14 casi di danni alle infrastrutture; 8 frane da piogge intense; 3 esondazioni fluviali; 3 mareggiate; 2 casi di danni al patrimonio storico da piogge intense; 2 casi di danni da siccità prolungata. A rilevarlo è il “Rapporto città clima 2022” di Legambiente.
ROMA - L'accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati e' una emergenza che nasce "dall'incapacita' dell'Italia" di rispondere con "un sistema efficace e di qualità", una carenza che porta ad avere sistemi di accoglienza "disomogenei che coesistono". Lo testimonia il fatto che su 101 bandi di gara per affidare la gestione dei 178.338 mila posti nei Centri accoglienza straordinaria (i cosiddetti Cas) soltanto 16 sono stati valutati positivamente mentre 64 bandi sono stati giudicati come "carenti" e 21 come "molto carenti". Lo sostiene il rapporto 'Straordinaria accoglienza' realizzato da 'In Migrazione', societa' cooperativa sociale, che fotografa la situazione in cui versano i Cas dedicati ai richiedenti asilo. Dall'indagine emerge che dei 35 euro che ogni giorno dovrebbero essere destinati ad ogni migrante solo 2,5 euro va direttamente alla persona accolta. I quasi 180 mila posti rappresentano oltre il 90% dell'accoglienza garantita dall'Italia ai richiedenti di protezione internazionale, pari ad "appena tre richiedenti asilo ogni mille abitanti". Tra gli esempi virtuosi ci sono le Prefetture di Rieti, Siena e Ravenna, mentre fanalino di coda ci sono quelle di Cosenza, Crotone e Firenze. Dalla ricerca appare chiaro che le dimensioni delle strutture rappresentano "un elemento fondamentale per la qualita' dell'accoglienza": tanto piu' un Centro di accoglienza e' piccolo, "tanto piu' sono i benefici per le persone accolte e per la comunita' ospitante". Solo in 27 gare di appalto viene stabilito un limite perentorio fino a 60 ospiti. Nel 68% dei casi, invece, il limite e' stato posto tra gli 80 e i 300 ospiti per struttura, o peggio non e' indicato rendendo possibile l'apertura di centri ancora piu' grandi. Sono invece 54 su 101 le Prefetture che valorizzano la scelta di privilegiare l'accoglienza diffusa in appartamenti. Anche gli importi a base d'asta dei bandi pubblicati dalle Prefetture sono molto diversi tra loro, trovando nei "famosi" 35 euro al giorno che si spendono per richiedente una media nazionale, con il maggior picco ad Isernia con 42,86 euro ed il piu' basso a Lecce con 30 euro. Contrariamente a cio' che ancora troppo spesso si crede, dei 35 euro soltanto 2,5 euro vanno direttamente alle persone accolte, oltre il 92% del finanziamento, viene usato dal privato che gestisce i CAS, diviso in: 15 euro per i costi del personale, 11,27 euro per la fornitura dei pasti, 0,39 euro per i costi per la pulizia e l'igiene ambientale, 4,14 euro per costi fornitura di beni come vestiario, lenzuola, coperte. Secondo il rapporto "tanto meglio viene gestito un CAS tanto maggiori sono i benefici per l'economia dei territori: l'accoglienza straordinaria dovrebbe portare, soprattutto, quando ben gestita a quasi 1 miliardo di euro in tutta Italia per creare direttamente nuovi posti di lavoro. Piu' un altro miliardo di euro ogni anno per l'indotto. "Solo i costi di personale direttamente connessi all'accoglienza straordinaria possono creare in Italia, escludendo l'indotto - sottolinea In Migrazione - oltre 36.000 posti di lavoro qualificati. Una delle noti dolenti e' che sono stati "riscontrati complessivamente ben 5.890 giorni di ritardo (piu' di 16 anni)" tra la data presunta di avvio dei servizi e la data di affidamento al termine della procedura di gara, con una media nazionale per Prefettura di quasi due mesi; sono le Prefetture di Chieti con 269 giorni e Potenza con 263 giorni ad aver accumulato i maggiori ritardi, quasi nove mesi. (ANSA)
MILANO - Milano, Bologna e Firenze sul podio delle citta' piu' intelligenti d'Italia, Crotone quintultima. E' la classifica stilata da 'ICity Rate 2017', il rapporto annuale realizzato da "Fpa", societa' del gruppo Digital360, per fotografare la situazione delle citta' italiane nel percorso per diventare 'smart', ovvero piu' vicine ai bisogni dei cittadini, piu' inclusive, piu' vivibili. "Milano - spiega il rapporto - si conferma al primo posto in Italia per il quarto anno consecutivo, staccando le altre citta' in particolare per crescita economica, mobilita' sostenibile, ricerca/innovazione, trasformazione digitale, con ottimi risultati anche nella partecipazione dei cittadini e nella gestione dei beni comuni". Ma in questa edizione il distacco del capoluogo lombardo e' quasi azzerato, per l'introduzione di variabili ambientali come il consumo di suolo (in cui si colloca al 97mo posto) e qualita' dell'aria (98mo), che ne riducono la distanza dalle citta' inseguitrici. Al secondo posto la tallona Bologna, che ha solo due punti di distanza dal vertice (contro gli oltre 50 del 2016), "potendo vantare il primato nell'energia e nella governance e in generale un approccio complessivo di buon equilibrio nei diversi ambiti che compongono la 'citta' intelligente'. Firenze invece si riprende il terzo posto che aveva perso lo scorso anno, in particolare grazie a politiche per turismo sostenibile e cultura, crescita digitale, energia e ambiente. A completare la top ten sono Venezia, Trento, Bergamo (risalita di ben 5 posizioni), Torino, Ravenna, Parma e Modena. In ritardo le citta' del Sud: scorrendo la classifica dei 106 capoluoghi italiani oggetto di indagine, la prima a comparire e' Cagliari, solamente al 47mo posto. Mentre la coda del ranking e' interamente occupata dalle citta' meridionali: all'ultimo posto Trapani, preceduta da Vibo Valentia, Caltanissetta, Agrigento, Crotone, Catanzaro, Enna, Catania, Foggia e Benevento. Un discorso a parte merita Roma, al 17mo posto della classifica generale, con uno scatto in avanti di 4 posizioni grazie alla trasformazione digitale (diffusione banda larga ed ultra larga, open data, utilizzo dei social, servizi on line). Roma e' al quinto posto in cultura e turismo, ma 39ma per la mobilita' sostenibile e 26ma per l'occupazione. Con Roma crescono anche altri capoluoghi metropolitani: Genova, Cagliari, Napoli, Messina e Reggio Calabria. Merito, secondo il rapporto di FPA, "dei buoni risultati in dimensioni rilevanti come istruzione, energia, crescita economica, trasformazione digitale, cultura e turismo e mobilita' sostenibile. Anche se i capoluoghi metropolitani sono fanalino di coda del Paese per legalita' e sicurezza, ambiente e gestione delle risorse naturali". "La Smart City del futuro deve essere anche sostenibile, ma i risultati del rapporto ICity Rate 2017 evidenziano un ritardo del sistema urbano italiano nei confronti degli obiettivi di sostenibilita', che rischia di limitare l'attrattivita' e la vivibilita' dei nostri centri urbani - rileva Gianni Dominici, direttore generale di FPA -. I 106 comuni capoluogo analizzati raccontano un'Italia delle citta' senza una politica coordinata e un quadro di riferimento condiviso per rispondere a grandi sfide come cambiamento climatico, poverta', mobilita' sostenibile, consumo di suolo e sicurezza".