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Domenica, 03 Novembre 2024

SPORT NEWS

CATANZARO «Siamo l'unico governo regionale a non aver creato nuovi precari, anzi ad aver operato per ridurre il bacino con interventi finalizzati alla stabilizzazione». Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto in occasione della presentazione, assieme all'assessore alle Politiche del lavoro Giovanni Calabrese, del Piano delle politiche attive del lavoro della Regione.

 

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A che servono tante strutture sportive se i giovani vanno via da Crotone? La risposta a questa domanda dovrebbe darsela l'Amministrazione comunale di Crotone, che ha puntato molto sulla realizzazione di impianti sportivi nella città.

 

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«Dal lavoro bisogna ripartire e continuamente perché il lavoro è quello che manca in Calabria ed è anche la ragione di progressivo e costante impoverimento della nostra terra». Lo ha detto il presidente della Regione Roberto Occhiuto partecipando assieme all'assessore alle politiche del lavoro e formazione professionale Giovanni Calabria all'insediamento alla cittadella del "Tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro", presenti i rappresentanti dei sindacati calabresi e delle categorie datoriali.

 

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Tra le altre cose c’è da mettere le mani sul lavoro. Non sui salari da decurtare o sulle nuove tecnologie da implementare. No. Sul lavoro, inteso come portatore di libertà, struttura sociale e culturale di una intera civiltà.

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È stata siglata nei giorni scorsi, a Crotone, una convenzione tra la Caritas diocesana, rappresentata da monsignor Angelo Panzetta, Confcommercio Crotone, nella persona del presidente Antonio Casillo e l'associazione Sabir guidata da Manuelita Scigliano, per la tutela, la promozione e lo sviluppo del lavoro nel territorio.

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«In provincia di Crotone le dinamiche occupazionali non seguono l’andamento positivo registrato a livello nazionale, caratterizzato da un aumento dell’occupazione e da una riduzione degli inattivi». È quanto cristallizzato da “Polos”, l’Osservatorio economico provinciale realizzato dall’ufficio studi della Camera di commercio di Crotone, giunto alla sua XXIII edizione. Per quest’anno, la presentazione del report, si adatta all’emergenza sanitaria, prevedendo modalità alternative di illustrazione attraverso un ciclo di videopresentazioni (flashwebinars) dei dati. 

Mercato del lavoro. In particolare nella nostra provincia, nel corso del 2018, la forza lavoro presente, ossia la somma delle persone occupate e di quelle in cerca di occupazione, è pari a circa 64.300 individui (in diminuzione del 2,1% rispetto a quanto registrato nel 2017); di questi, circa 46.500 sono rappresentati da occupati e 17.800 da persone in cerca di occupazione (rispettivamente lo 0,4% e il 6,3% in meno rispetto all’ultima rilevazione). Relativamente invece agli occupati per settori di attività, i dati mostrano che nella nostra provincia ben il 39,1% dei lavoratori è attivo nel settore Altre attività dei Servizi; il 27% nel Commercio, alberghi e ristoranti; il 9% nell’Industria in senso stretto; il 13,9% nell’Agricoltura ed il rimanente 10,9% nelle Costruzioni. Dalla disamina dei dati, secondo una prospettiva di confronto territoriale con i dati nazionali, emerge, in particolare, una grande differenza sia nel comparto dell’Agricoltura che a livello nazionale racchiude solo il 3,8% del totale degli occupati, che nel comparto dell’Industria in senso stretto, la cui percentuale di occupati, pari al 20,0%, è più del doppio di quella della nostra provincia.

Dinamiche. In merito alle dinamiche del mercato del lavoro della provincia di Crotone, i dati evidenziano un tasso di disoccupazione* pari al 27,7%, valore superiore al dato regionale (21,6%) e molto distante da quello nazionale (10,6%). Rispetto alla rilevazione precedente, il tasso nazionale diminuisce di 0,6 punti percentuali, quello regionale rimane invariato, mentre nella nostra provincia diminuisce di 1,3 punti percentuali, ma tale diminuzione potrebbe essere dovuta all’aumento del tasso di inattività ed al fenomeno dello scoraggiamento dei lavoratori. Il tasso di occupazione**, ossia il rapporto tra gli occupati e la popolazione tra i 15 anni e 64 anni, si attesta al 39,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al 2017. Il tasso di occupazione provinciale si distanzia rispetto alla media regionale (42,2%) e manifesta un netto divario in rapporto al dato medio nazionale (58,5%). Osservando, infine, il rapporto tra le persone che non partecipano al mercato del lavoro e la popolazione di riferimento (15-64 anni), che caratterizza il tasso di inattività***, si registra una percentuale a livello provinciale pari al 45,5%, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione. Al contrario a livello regionale si registra una variazione in diminuzione pari a -1,7 punti e si attesta al 46,0%. Pressoché invariato il tasso di inattività nazionale che si attesta al 34,4% con un aumento di appena 0,2 punti.

*Tasso di disoccupazione: Esprime la percentuale di disoccupati sulla popolazione attiva nel mercato del lavoro. Si calcola mediante il rapporto tra i disoccupati in una determinata classe d’età (in genere 15 anni e più) e l’insieme di occupati e disoccupati di quella stessa classe d’età.

**Tasso di occupazione: Esprime la percentuale di popolazione occupata. Si calcola mediante il rapporto tra gli occupati in una determinata classe d’età (in genere 15-64 anni) e la popolazione totale di quella stessa classe d’età.

***Tasso di inattività: Esprime la percentuale di popolazione che non partecipa al mercato del lavoro (popolazione inattiva). Si calcola mediante il rapporto tra le persone inattive in una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la corrispondente popolazione totale di quella stessa classe d’età.

Cassa integrazione. A seguire si presenta la disamina dei dati in serie storica delle variazioni percentuali relative al numero complessivo di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni, per il complesso dei settori di attività economica e gestione: ordinaria, straordinaria ed in deroga, secondo una prospettiva di comparazione territoriale a carattere provinciale, regionale e nazionale. Nella provincia di Crotone, il 2018 ha registrato una variazione complessiva nettamente a ribasso, rispetto all’anno precedente del 65,7%. Minori ribassi si registrano invece sia livello regionale (in calo del 31%), che nazionale che rileva una diminuzione del 37,4%. Molto più rilevante la flessione relativa al numero di ore di cassa integrazione guadagni in deroga che diminuisce di ben il 90,8%, a fronte di un altrettanto e più consistente aumento del dato regionale (- 85,3%) e di quello nazionale (-87,6%). L’unico tasso in aumento nella nostra provincia risulta quello della cassa integrazione ordinaria, che registra una variazione pari a +4,3%; la media regionale diminuisce dello 0,3% e quella nazionale pari a -8,8%. In diminuzione anche la cassa integrazione straordinaria; la flessione più rilevante si registra nella nostra provincia (-67,4%); a seguire quello nazionale (-30,2%), mentre il dato regionale si attesta a -30,2%.

Imprenditorialità. A livello nazionale si assiste ad una parziale ricostruzione della base produttiva persa durante la recessione del periodo 2011-2014, in particolare con riferimento alle imprese di più ampie dimensioni ed al settore manifatturiero. A livello provinciale si continua ad assistere alla frenetica onda di natalità e mortalità delle imprese che non conduce ad un reale consolidamento del tessuto imprenditoriale. Le imprese che hanno sede nella provincia di Crotone al 31 dicembre 2018 sono 17.813, circa 114 in più rispetto alla stessa rilevazione dello scorso anno, di queste 15.641 risultano attive. Nel 2018 sono state registrate 1.062 nuove iscrizioni a fronte di 915 cessazioni (dato al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo positivo di 147 imprese ha generato un tasso di crescita dello 0,83%. Il confronto territoriale evidenzia una provincia con un tasso di natalità (6,00%) superiore sia alla media regionale (5,56%) che a quella nazionale (5,72). Il tasso di mortalità (5,17%) risulta superiore a quello regionale (4,82%) ma inferiore al dato nazionale (5,21%). Rispetto alla forma giuridica, anche se le imprese della nostra provincia continuano ad orientarsi verso forme giuridiche maggiormente strutturate, a fronte di un notevole calo delle imprese individuali, sono ancora queste a predominare rappresentando il 68,5% del tessuto imprenditoriale della nostra provincia; in crescita le società di capitali che rappresentano il 19,6%; in lieve flessione la percentuale delle società di persone (9%); residua la percentuale delle altre forme (2,9%).

Settori produttivi. Anche per il 2018 si confermano settori trainanti dell’imprenditorialità crotonese l’agricoltura silvicoltura e pesca, con un’incidenza del 27% sul totale delle imprese; il commercio ingrosso e dettaglio con il 25,7%; le Costruzioni con l’11,9% e le attività manifatturiere con il 7,2%. Il confronto territoriale evidenzia un’incidenza nettamente superiore del settore agricolo nella nostra provincia (27%) rispetto al dato regionale (17,3%) e a quello nazionale (12,3%). Gli altri settori non presentano differenze così marcate. Nello specifico l’incidenza del settore manifatturiero della nostra provincia (7,2%) risulta in linea con la media regionale (7,1%) ed inferiore a quella nazionale (9,3%); le costruzioni incidono per l’ 11,9% sul totale, valore di poco superiore alla media regionale (11,5%) ma inferiore a quella nazionale (13,6%); il peso del commercio (25,7%) è inferiore al valore medio regionale (31,5%) e lievemente maggiore di quello nazionale (25,1%); le attività dei servizi ricettivi (6,3%) incidono in misura minore sia rispetto alla regione (7,1%) che alla nazione (7,4%).

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