Ressa in consiglio: con i vostri fatti personali avete "scassato" una città
Succede che il sindaco chiede di rispondere a tutti utilizzando il regolamento e anche i consiglieri fanno uguale: il dibattito dura ore e l'agibilità democratica sparisce

CROTONE Prima di tutto va recuperata l’agibilità democratica del consiglio comunale. Preoccupa e non poco l’indecoroso spettacolo offerto dal sindaco Vincenzo Voce, dal presidente dell’assise, Mario Megna, e da alcuni consiglieri di opposizione e maggioranza, nell’ultima seduta del consiglio comunale.

Non è quello lo spettacolo che i cittadini-elettori meritano e non può essere quella la classe dirigente eletta per amministrare una città come Crotone che vanta una storia millenaria e affonda le sue radici nella cultura e nella civiltà. Non bisogna mai dimenticare che la democrazia occidentale è nata nelle Polis greche e Crotone ha rappresentato una delle esperienze più importanti del mondo antico che ha dato vita alla civiltà del mondo di oggi.
A chi, come me, segue da anni i lavori del consiglio comunale non è sfuggito che mai il confronto e il dibattito erano scesi così in basso

Nel passato le regole sono state applicate anche se non sono mancati i momenti di scontro politico, ma mai i rappresentanti eletti dal popolo erano scesi a livelli di quasi scontro fisico come è successo nell’ultima seduta del Consiglio. Basta guardare le riprese per rendersi conto che abbiamo toccato il fondo e che è arrivato il momento di tentare una non facile risalita.

Non c’è dubbio che il punto di partenza deve essere rappresentato dal recupero delle regole democratiche, che francamente mancano. Non si può pensare di andare avanti con la continua richiesta di potere parlare per “fatto personale”. Questo modo di procedere purtroppo ha effetti negativi, perché il dibattito sul più banale dei punti posti all’ordine del giorno dura ore.

Succede che il sindaco chiede di rispondere a tutti utilizzando lo statuto del “fatto personale” e anche i consiglieri fanno la stessa cosa per replicare al sindaco e ai loro colleghi
Il dibattito “sui fatti personali” dura ore ed ore con il rischio che, poi, vengono affrontati con superficialità i veri problemi dei cittadini. Nel passato il sindaco interveniva per introdurre la discussione sul punto, poi parlavano i consiglieri (maggioranza ed opposizione) e, infine, interveniva di nuovo il sindaco per chiudere il dibattito.

Ora, purtroppo, Voce chiede ed ottiene il permesso di rispondere ad ogni intervento dei singoli consiglieri e così succede per i consiglieri che intervengono che, dopo la replica di Voce, chiedono di potere controreplicare.
Un cane che si morde la coda e gira su sé stesso. Questa purtroppo non è democrazia, non è politicamente corretto e soprattutto produce effetti negativi
C’è la possibilità di porre fine a questa barbarie: l’opposizione, che ha più interesse a recuperare l’agibilità democratica, dopo avere chiesto di porre fine al barbaro utilizzo della procedura, in caso di ulteriore risposta negativa, dovrebbe abbandonare l’aula.

L’uscita dall’emiciclo dovrebbe avvenire ogni volta che Voce prende il microfono e pretende di intervenire per fatto personale

La maggioranza, dal canto suo, ha i numeri per impedire all’opposizione di utilizzare lo strumento del “fatto personale”. Le parti in campo devono rendersi conto che la misura è colma e bisogna cambiare registro per uscire dal caos. Chi si avvantaggia del caos? Non la città e nemmeno la democrazia.