CROTONE Una «denuncia» sulla «grave situazione lavorativa del personale del comparto» sanitario è quella rivolta in una missiva del segretario provinciale della Fials, Franco Sarcone, all'indirizzo del commissario ad acta per la Sanità in Calabria, Roberto Occhiuto, al commissario straordinario dell'Asp di Crotone, Antonio Brambilla, al direttore sanitario della stessa azienda, Pasquale Mesiti, e al collegio dei sindaci di Crotone che proclama lo stato d'agitazione dei lavoratori.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«La Fials provinciale di Crotone – si legge nella nota –, denuncia la situazione di gravità ormai palese che sta attraversando la sanità crotonese. Iniziando dal presidio ospedaliero e finendo al territorio. L'Asp di Crotone è al collasso, serve intervenire con una terapia d'urto al fine di contrastare tutti quei fattori tossici che hanno portato a questo preoccupante quadro, quasi irreversibile, non più sostenibile da parte di tutti gli operatori del comparto. È evidente che tutto questo ricada pesantemente sui cittadini e i pazienti».
«Il nostro obiettivo – scrive Sarcone – vuole essere un chiaro segnale di protesta e di analisi obiettiva dei punti critici e più delle volte del comportamento illegale e abuso di potere da parte di alcuni dirigenti o direttori. Lo scopo è di risollevare la nostra Azienda, restituendo energia, prosperità, identità e dignità a tutti i nostri operatori e al paziente che chiede risposte assistenziali appropriate». 
«Il sintomo principale di carattere generale – avverte la Fials – è la "demotivazione", condizione ormai cronica, caratterizzata da mancanza d'interesse, allontanamento e rifiuto di tutto ciò che riguarda l'ambiente di lavoro. Il presente comunicato è la risposta al grido di aiuto, ad una situazione di grave "malessere" che compromette tutto il sistema». 
«Si rende necessario e urgente – sollecita il sindacato di categoria – modificare gli atteggiamenti, i comportamenti repressori e spudoratamente clientelari e iniziare una fase organizzativa nuova, legale, umanizzante e senza sfruttamento sul lavoro, nei confronti del personale dell'Azienda sanitaria Crotone». 
«Iniziare una stagione nuova – auspica Sarcone – che incentivi il personale anche economicamente. Lo stipendio di un infermiere o altro operatore risulta stranamente essere il più basso d'Italia, uno stipendio, senza incentivi e rivisitazioni sulle varie indennità (festivi, notturni, vestizioni, mensa, videoterminali, indennità di cassa, produttività, ecc.) e mancata applicazione del Ccnl (vedi indennità varie e pesature ai coordinatori infermieri ecc..)». 
«Chiediamo anche una verifica – aggiunge Sarcone – sulla pianificazione e gestione delle reperibilità del personale. Denunciamo una gestione clientelare della mission aziendale, dell'organizzazione aziendale e dell'utilizzo improprio della risorsa "straordinario". Per quest'ultimo punto critico, il Ccnl del comparto sanità, stabilisce che non si possono superare individualmente le 180 ore pro-capite di straordinario. Solo in caso di emergenza reale e situazioni cosi definite “eccezionali”, questo limite può essere portato non oltre le 250 ore annuali 5% in più». La Fials «denuncia che in moltissimi casi questo limite è stato superato e non solo, viene addirittura retribuito a personale in perenne debito orario». 
«Chiediamo all'Asp di Crotone e al suo rappresentante legale – incalza la Fials –, dove sono le richieste validate di autorizzazione (preventiva) che devono essere previste con delibera da parte del commissario straordinario. Ancor più grave, come ci risulta dagli atti, la gestione dello straordinario come elemento organizzativo programmato inserito nei vari turni di lavoro del personale. Chi vigila? Quando detto istituto deve essere attivato nell'emergenza e nella imprevedibilità organizzativa». 
«Chiediamo l'immediata applicazione Ccnl – ribadisce il sindacato – e del Regolamento che disciplina la mobilità interna approvato con le Organizzazioni sindacali aziendali e provinciali e la revoca di tutte le disposizioni che non hanno rispettato tale strumento. Non ci spieghiamo quali criteri siano stati utilizzati per gli ultimi tre casi di mobilità interna riguardanti alcuni dipendenti, pretendiamo pertanto chiarimenti in merito a quali principi hanno determinato la scelta dei dipendenti oggetto di mobilità. A tal fine ne chiediamo la revoca immediata. Ci auspichiamo una allocazione e assegnazione del personale – prosegue la Fials – che adotti criteri di rotazione e non clientelari, per evitare disagi nella turnazione del personale con organici virtuali che non garantiscono i carichi di lavoro». 
Altra «nota dolente» per la Fials è la gestione della Formazione professionale extra–aziendale «adottata fino ad oggi dalle varie Direzioni strategiche che si sono avvicendate negli ultimi tempi». «Privilegio riservato – denuncia il sindacato – ad alcuni dirigenti amministrativi e sanitari (vedi la partecipazione negli anni ai Master di 11° livello in Management ed economia sanitaria per la carriera e l'inserimento in graduatoria nazionale per l'inidoneità a direttori generali e sanitari e altro!)». 
«L'utilizzo improprio delle competenze – punta ancora il dito la Fials –, il demansionamento, la disconoscenza del profilo delle varie professionalità, il ruolo svolto e la gerarchia inesistente, hanno determinato e determinano un'anarchia preoccupante e una mancata condivisone di intenti, perdendo di vista l'obiettivo fondamentale: il paziente, il malato». 
«È necessario prendere atto delle nuove professionalità emergenti del comparto – sollecita la Fials – che vengano rispettati nella loro autonomia e professionalità, riconosciute a livello normative nazionali dalle varie Università, ma non considerate nella nostra Azienda sanitaria, ignorando volutamente le competenze che possono contribuire ad un cambiamento reale per la mission e vision aziendale per un mero accentramento di potere personale e clientelare ai limiti e spesso fuori dalla legalità. Va deliberato da subito il regolamento sulla libera professione per il comparto». 
La Fials «dichiara lo stato di agitazione, tuttavia rimane disponibile (entro 15 giorni) a un confronto su un "Tavolo di contrattazione seria e permanente" che metta fine a tutto questo, dia dignità e rispetto ai ruoli di tutti i dipendenti al fine di promuovere la fidelizzazione, la motivazione, il senso di appartenenza a questa Azienda sanitaria, nell'interesse della tutela della salute collettiva di tutti gli operatori e dei cittadini. Vogliamo un clima aziendale sano!», conclude la Fials.