Occhiuto indagato assieme a dei manager: altri quattro iscritti nel registro
L'inchiesta riguarderebbe i rapporti tra il presidente della giunta regionale e alcune persone a lui vicine che avrebbero ottenuto grazie a questo benefici di varia natura

CATANZARO Iniziano a delinearsi i contorni dell'inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro in cui è indagato per corruzione, come lui stesso ha rivelato ieri sera con un video sui social, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che è anche commissario della sanità calabrese e vicesegretario nazionale di Forza Italia.
L'inchiesta, in cui insieme ad Occhiuto ci sono altri quattro indagati, riguarderebbe i rapporti tra il presidente della giunta regionale e alcune persone a lui vicine che avrebbero ottenuto grazie a questo benefici di varia natura. In particolare, così come rivelato dal quotidiano Domani, le indagini si concentrerebbero su due persone legate da stretti rapporti col presidente.
Si tratta di Paolo Posteraro, ex manager di Amaco, l'azienda di trasporti del Comune di Cosenza, ed ex socio del governatore, oggi capo della segreteria di Matilde Siracusano, sottosegretaria di Stato per i Rapporti col Parlamento nonché compagna del governatore, ed Ernesto Ferraro, altro manager vicino ad Occhiuto, oggi presidente di Ferrovie della Calabria.
L'ipotesi dell'accusa è che le nomine dei due manager sarebbero il frutto del loro rapporto di vicinanza col presidente Occhiuto. Nulla si sa, invece, al momento circa l'identità degli altri due indagati nell'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Domenico Assumma. Il presidente Occhiuto, già nel video postato ieri sui social, ha chiesto di essere sentito al più presto dai magistrati che conducono l'inchiesta per chiarire i fatti che gli vengono contestati, ma, al momento, non si sa se la sua richiesta sarà soddisfatta e se la Procura, allo stato attuale dell'inchiesta, che ovviamente è nella fase iniziale, ritenga necessario interrogarlo.
Sotto i riflettori della Procura ci sono innanzitutto gli accertamenti dell'autorità antiriciclaggio di Bankitalia, che avrebbe rilevato una movimentazione sospetta risalente a quando Occhiuto era deputato e candidato alla guida della Regione. Secondo quanto emerso, riferisce il Domani, il governatore avrebbe incassato un bonifico di ventunomila euro nello stesso mese del 2020 in cui la sua società dell'epoca, “Fondazione patrimonio artistico retail”, di cui Posteraro è tuttora amministratore delegato, beneficiava di una garanzia del medio credito centrale per ottenere prestiti dalle banche. Elemento quest'ultimo da chiarire, insieme ad altri oggetto dell'inchiesta.
Intanto, sono proseguite anche oggi le prese di posizione e le dichiarazioni di solidarietà in favore di Occhiuto da parte di esponenti politici del centrodestra nazionali e regionali. Sulla vicenda giudiziaria che riguarda il Governatore della Calabria è intervenuto nuovamente Antonio Tajani. "Sono sempre garantista. Conosco Occhiuto da tanti anni - ha detto il segretario di Forza Italia e vicepremier - e so che è una persona per bene. Non vorrei mai che fossero iniziative di giustizia ad orologeria. Associare la corruzione a Occhiuto mi sembra una cosa risibile. Alla fine anche i magistrati si renderanno conto che questa iniziativa non ha fondamento". Solidarietà anche da Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera. Ad Occhiuto ha espresso "totale solidarietà e vicinanza" anche il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani. "Conosco la serietà di Occhiuto - ha detto - la sua rettitudine e il rigore con cui ha sempre guidato la Calabria". Il Pd della Calabria invece sollecita "al più presto un chiarimento". (ANSA)