Corsa contro il tempo per i lavori al Duomo: fine lavori a giugno 2026
L'Arcidiocesi si è dotata di un Responsabile unico del procedimento: «Entro l'anno saremo pronti con il progetto esecutivo e quindi avviare la gara d'appalto»

CROTONE C'è un cronoprogramma che prevede un ruolino di marcia accelerato per concludere l'operazione di messa in sicurezza sismica della Basilica cattedrale di Crotone entro giugno 2026. Ci vorranno però almeno tre anni perché il luogo di culto non si presenti ai propri fedeli con dei lavori in corso e quindi per le funzioni eucaristiche. Lo ha reso noto Nicola Bruno, architetto, che in qualità di direttore dell'ufficio tecnico dei Beni culturali della Diocesi di Cassano allo Ionio è stato momentaneamente distaccato all'Arcidiocesi di Crotone-Santa Saverina con questo compito specifico.
Nel pomeriggio dell'otto ottobre scorso, l'esperto, che fa da raccordo tra tecnici progettisti ed Enti coinvolti nel restauro e adeguamento del Bene culturale, ha fatto il punto sullo stato dell'arte dei lavori nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presule Alberto Torriani nei locali della curia arcivescovile di piazza Duomo per presentare la lettera pastorale con le indicazioni per la vita della Chiesa diocesana per il biennio 2025/2026-2026/2027.

Com'è noto, l'arcidiocesi ha ottenuto circa 2,4 milioni di euro dal Pnrr per i lavori di adegumaneto sismico del Duomo. A questi la Cei ha accordato poi un contributo fino a 2 milioni di euro per il restauro e le rifiniture della stessa Basilica cattedrale
«Sono qui chiamato da sua eccellenza Torriani – ha premesso Bruno - d'accordo con il mio vescovo di riferimento che è monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei Calabria, il quale interloquendo in maniera professionale ma anche amichevole con sua eccellenza Torriani hanno concordato di trasferirmi temporaneamente con questa responsabilità specifica su Crotone per cercare di collaborare all'avanzamento di questo procedimento. Sono stato nominato con decreto vescovile a luglio, di conseguenza ho avviato la mia attività presso questi uffici di concerto con don Gino Gulizia il quale è rimasto responsabile dell'ufficio tecnico di diocesano».
«Il mio arrivo all'Arcidiocesi di Crotone – ha reso noto l'architetto - ha lo scopo, da un lato, soltanto di supportare quella che era un'attività già in essere da oltre due anni da parte dell'ufficio diocesano e da alcuni professionisti incaricati nello sviluppo del progetto e, dall'altro, nell'avanzamento speditivo della procedura autorizzativa dello stesso finalizzata poi all'esplicamento della gara d'appalto e all'aggiudicazione dei lavori. Questo anche alla luce delle continue innovazioni procedurali che il Ministero e la struttura di attuazione del Pnrr, sotto la guida della Presidenza del Consiglio dei ministri, hanno emanato negli ultimi mesi e anche in relazione all'aggiornamento normativo sulle procedure di appalto».

«Vorrei sottolineare che questo – ha spiegato Bruno - è un dato abbastanza comune, che ha trovato un attimo le strutture ecclesiali un po' impreparate perché trattandosi di finanziamenti pubblici c'era l'obbligo di seguire le procedure del codice degli appalti che richiedono una strutturazione e una professionalità che spesso e volentieri le Diocesi non hanno per ovvi motivi. Posso testimoniare per esperienza diretta che da Milano a Reggio Calabria ci sono state nella partenza di questi procedimenti delle difficoltà».
«Il mio contributo in questi primi mesi di collaborazione – ha precisato Bruno - è stato quello di cercare di raccordare un attimo le strutture di Diocesane con gli enti terzi, in collaborazione tra le parti, al fine di arrivare a definire una progettazione condivisa da tutti i soggetti delegati alla tutela del vincolo (Diocesi, Soprintendenza, Genio civile)».
«Stiamo parlando di interventi di natura sismica – ha poi annunciato Bruno - quindi di messa in sicurezza sismica e quindi abbiamo cominciato a collaborare e vi posso confermare che siamo in fase di dirittura d'arrivo al fine di mandare a gara il progetto esecutivo dotato di tutti i pareri e tutte le autorizzazioni attraverso una collaborazione convenzionale stipulata tra la Curia di Crotone con una procedura speditiva che ci consentirà nell'arco dentro l'anno di avere l'inizio dei lavori con un cronoprogramma operativo di circa 180 giorni al fine di salvaguardare il target del Pnrr con la chiusura dei lavori entro il 30 giugno 2026 e la rendicondazione entro il 30 agosto 2026. Diciamo che ci vorranno 3 anni circa per poter entrare in duomo in modo regolare, senza i lavori in corso».

«Mi preme sottolineare che in questo periodo di collaborazione – ha rivelato Bruno - siamo riusciti a raccordare, anche con questo progetto, una seconda linea di finanziamento relativa alle opere d'arte contenute nella cattedrale sulla base di un finanziamento Mic per la catalogazione, conservazione e restauro delle opere d'arte tele, pale, arredi sacri e suppellettili gestito sostanzialmente dalla Sovrintendenza delle belle arti. Il finanziamento ammonta a circa 100mila euro. L'ambizione è quella di creare un cantiere aperto quindi naturalmente non potremmo garantire un'apertura al culto nell'immediatezza perché sembrerà un cantiere, però potremo consentire la riapertura anche nella fase finale dei lavori, nell'ultima fase del cronoprogramma, per la visitabilità del luogo di culto anche da un punto di vista sociologico, divulgativo rispetto a ciò che è stato fatto».
Il rup ha poi ricordato che a supporto dei lavori di restauro c'è anche «un contributo della Cei, quindi non un finanziamento, finalizzato alla messa in sicurezza sismica». Questo perché ha precisato il tecnico, attraverso il Pnrr «non erano ammissibili interventi relativi all'edilizia pura o al restauro delle superfici, dei paramenti. La contribuzione Cei non è totale ma per regolamento CEI è in percentuale e quindi sulle operazioni del titolo 6, ristrutturazione edilizia di culto esistente superiore a 20 anni il contributo è nei limiti del 70%, quindi il 30% dovrà essere garantito attraverso forme di autofinanziamento con disponibilità della Diocesi stessa».