CROTONE «Il presidente della Regione Occhiutochieda al ministro dell'Ambiente Frattin l'immediata revoca del decreto del 1° agosto scorso che consente ad Eni Rewind di lasciare i rifiuti (speciali pericolosi) della bonifica a Crotone. Quella che si è determinata è una situazione grave che non può essere in alcun modo accettata pena la condanna definitiva di Crotone e del territorio ad essere per sempre una “Terra di veleni”». È quanto sostiene il comitato "Fuori i veleni. Crotone vuole vivere".

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«Se si è arrivati a questo punto - è scritto in una nota - è per evidenti e pesanti responsabilità in primo luogo del presidente Occhiuto e di coloro che lo hanno assecondato in una vergognosa contrattazione sulla pelle dei cittadini e della città di Crotone. A parlare sono i fatti e le scelte di questi mesi che il comitato "Fuori i veleni. Crotone vuole vivere" ha denunziato e cercato in ogni modo di contrastare. Le dichiarazioni di ieri del viceministro dell'Ambiente sono solo la formale rivelazione di quanto solo chi non vuol capire non aveva compreso: "I rifiuti contestati non possono avere altra destinazione che la discarica calabrese già individuata… Un processo che è stato condiviso in Conferenza di servizi e su cui, a febbraio 2024, anche la Regione ha dichiarato la propria convergenza", parole della viceministra Vannia Gava».
«La viceministra - contesta il comitato - ha solo ribadito ciò che aveva affermato il presidente della Conferenza dei servizi in rappresentanza del ministero dell'Ambiente nella seduta decisoria del 26 giugno scorso. Il Decreto emanato il 1° agosto dal ministero dell'Ambiente per consentire ad Eni Rewind di lasciare i veleni a Crotone - afferma il comitato - è la conclusione di un processo perseguito con il concorso attivo della Regione a guida Occhiuto. Evidenti sono le responsabilità del sindaco Voce che in questi mesi non solo non ha contrastato questo scellerato disegno ma ha scelto di allearsi con Occhiuto e ha speso buona parte delle sue energie per fare la polemica con noi del comitato prodigandosi in attacchi che a ben vedere servivano a nascondere la strategia adottata per arrivare a questo punto. La modifica del Piano dei Rifiuti proposta da Occhiuto ed approvata dal Consiglio regionale il 12 marzo 2024 è stato un tassello fondamentale, un passaggio necessario, per attuare il disegno per consentire ad Eni Rewind di realizzare i suoi propositi. Per evitare disastrose conseguenze per la salute dei cittadini e per la nostra città è necessaria la immediata revoca del Decreto ministeriale del 1° agosto scorso».
«Prima ancora che di un ricorso al Tar - prosegue la nota - si pone un problema di carattere politico ed anche Costituzionale considerati i termini ordinatori con i quali il ministero dispone impropriamente che: "Tenuto conto del vincolo - allo stato invalicabile - di cui alla prescrizione n. 4 del parere della Stv parte integrante del Paur, adottato con decreto della Regione Calabria il 2 agosto 2019… la Regione Calabria deve avviare il procedimento di modifica della predetta prescrizione entro 30 giorni dalla notifica del presente decreto". È evidente l'incostituzionalità di detta norma in quanto una eventuale modifica del Paur è di competenza dell'organo che ha adottato il provvedimento, quindi esclusivamente della Regione. Gli organi dello Stato non hanno alcun potere impositivo in un atto di esclusiva competenza della Regione». «Vi sono quindi più motivi - conclude la nota - perché il decreto venga revocato ed il ministro Frattin, tra l'altro collega di partito di Occhiuto, venga sollecitato a farlo».