Occhiuto: «Sono inc..., ai magistrati dico "chiamatemi", posso chiarire»
Lo ha detto a "Quarta Repubblica" il presidente della Regione Calabria accusato di corruzione: «È stata una normale trattativa tra due soci che si dividono»

ROMA «Ho chiesto di avere le carte ma le carte il 12 giugno mi sono state negate, perché mi si dice l'inchiesta è in corso e il fascicolo è nelle mani del pm, il 13 giugno vengono date ad un giornalista e il 14 giugno escono gli articoli sul Domani, come se il Domani fosse la cancelleria del Tribunale», lo ha detto a Quarta Repubblica il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto in relazione all'indagine per corruzione in cui è coinvolto, da lui stesso resa nota qualche giorno fa in un videomessaggio.

Occhiuto, intervenendo alla trasmissione di Retequattro ha spiegato che sulla base di quello che è riuscito a desumere dagli articoli di giornale, comunque i fatti contestati non riguardano l'attività di presidente della Regione, ma la liquidazione di quote societarie private.
Il vicesegretario nazionale di Forza Italia ha parlato dell'inchiesta in cui è indagato per corruzione assieme al suo ex socio Paolo Posteraro e all'amministratore unico di Ferrovie della Calabria Ernesto Ferraro
«È stata una normale trattativa tra due soci che si dividono. Io chiedo ai magistrati chiamatemi, perché io sono nella condizione persino di offrire una perizia, la quale spiega come le quote valevano persino di più». «Io avevo delle società private con un altro mio socio al quale io personalmente non ho dato alcun incarico - ha detto Occhiuto -. Tra le cose che mi contestano è che questo mio socio poi sia stato nominato dalla mia compagna, Matilde Siracusano, che è sottosegretaria di Stato. È vero perché quando lui si offrì di collaborare con Matilde, sia io che lei ne fummo felici proprio perché era uno che era stato capo della segreteria di due ministri o segretario particolare, giornalista, poteva dargli una mano con la stampa, il papà era stato vicesegretario generale della Camera. Qual è la corruzione?». «Io non l'ho mai nominato. Avrei potuto anche farlo ma non l'ho fatto» ha detto più volte Occhiuto.

«Io non ho letto le carte - prosegue Occhiuto - io ho lavorato fianco a fianco con molti magistrati in Calabria, so che la Calabria è una regione complicata, e io dico sempre indagate, indagate a 360 gradi, indagate anche su di me, controllatemi tutto però chiedo di essere sentito. Anche al buio. Chiedo di essere sentito dai magistrati anche al buio, contro il parere di tutti gli avvocati, che mi dicono "non andare, se non sai che ti contestano"».
Io - ribadisce il presidente della Regione - voglio essere sentito perché sono certo che in questi anni da presidente della regione Calabria non ho fatto nulla che possa essere in qualche modo assimilabile alla corruzione, quindi chiamatemi!
«Anche perché - aggiunge - io lavoro 16-17 ore al giorno su problemi complicatissimi, di una regione complicatissima e oggi, invece, una parte del mio cervello, una parte del mio tempo, la devo dedicare a queste str...te. Voglio essere chiamato perché sono nella condizione di chiarire ogni cosa e ritornare a lavorare serenamente».

«Io - conclude Occhiuto - stimo i magistrati perché ho lavorato con loro, fianco a fianco. Ho buttato il sangue per questa regione, che tutti ritenevano fosse ingovernabile. Ho costruito un'altra immagine, un'altra narrazione e ora sono inc..to perché l'immagine che si dà di me e della Regione è un'immagine che non è reale. Io voglio poter essere sentito dai magistrati, anche al buio, per chiarire ogni cosa, perché sono sicuro di essere nella condizione di poter chiarire ogni cosa».
«A tutti i presidenti della Regione Calabria - ha concluso Occhiuto -, che sono stati in carica per una settimana, è successo di essere o arrestati o indagati o rinviati a giudizio. Nella maggior parte dei casi sono usciti come archiviati o assolti ma sono stati distrutti politicamente dai giornali, da destra a sinistra. Io non lo consentirò a me stesso, io chiederò ai calabresi, candidandomi comunque, che siano loro a dire se sono degno di amministrare la Regione e se ho amministrato la Regione bene».