L'arte bianca
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CROTONE Sono almeno tre le questioni che potrebbero avere convinto Roberto Occhiuto a rassegnare le dimissioni da presidente della giunta regionale calabrese: l’indagine giudiziaria che lo riguarda; gli attacchi interni al centrodestra, compresa Forza Italia; i ritardi del centrosinistra in caso di elezioni anticipate in tempi brevi.

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La questione più rilevante è sicuramente quella giudiziaria, che vede Occhiuto indagato per corruzione. Il presidente, lo scorso 11 giugno, si è visto consegnare un avviso di garanzia disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro.

E’ stato lo stesso Occhiuto a darne notizie con una registrazione diffusa sui social. Nell’annuncio il presidente dimissionario ha chiesto di essere sentito dai magistrati e ha gridato la propria innocenza e l’estraneità ai fatti contestati. Ha chiesto di essere subito ascoltato, perché così i magistrati lo avrebbero subito prosciolto. Il confronto con i pm di Catanzaro è avvenuto lo scorso 23 luglio.

L’interrogatorio del presidente si è protratto per quattro ore. Nella solita registrazione, diffusa dopo, il presidente si è detto sicuro che sarebbe stato prosciolto. Dopo otto giorni, però, la Procura non si pronunciata e, quindi, probabilmente il presidente ha avuto timore che potesse essere rinviato a giudizio. Una circostanza che poteva scoppiare proprio nel mezzo della campagna elettorale, nel caso in cui il voto sarebbe stato convocato a scadenza naturale (tra circa un anno e mezzo).

Meglio anticipare la campagna elettorale, quindi, ed evitare la bagarre con i nemici interni alla propria coalizione e avversari. Lo hanno scritto diversi giornali, anche nazionali, che Occhiuto ha problemi con i partiti amici e anche con il proprio (Forza Italia), dove c’è qualcuno che cercherebbe di fargli le scarpe. Prima delle dimissioni ci sarebbero stati movimenti per non ricandidarlo. Attività che, a lungo andare, avrebbero indebolito elettoralmente il candidato Occhiuto.

Gli amici “odiatori” magari avrebbero potuto mettere in campo trappole per bloccare i progetti messi in essere. Se i progetti si bloccano, al di là di chi muove le fila, la credibilità dell’amministratore cala e se questo avviene a ridosso del voto diventa un problema serio. La consistenza di questa situazione si vedrà quando Occhiuto presenterà le liste dei candidati al consiglio regionale. Si capiranno quali sono i nomi degli “amici odiatori” che potrebbero essere esclusi dalle sue liste.

Meglio troncare ogni possibile mossa mandando tutti a casa e gestire così una campagna elettorale, potendo costruire senza affanni la conta dei sogni da propinare agli elettori. Un’altra ragione che potrebbe avere pesato sulla scelta di dimettersi potrebbe essere rappresentata dalla difficoltà che ha il centrosinistra a mettere insieme le forze e ragionare da coalizione.

Il centrosinistra soffre di elefantiasi e al momento è in forte ritardo sulla tabella di marcia elettorale, meglio andare subito al voto quindi, per impedire ai “pachiderma” di organizzarsi. Il presidente predilige informare i calabresi registrando messaggi da affidare ai social. Quando registra parla alla pancia della gente e usa il linguaggio giusto per convincere gli elettori.

In questo modo si sottrae, però, alle domande dei giornalisti che potrebbero metterlo in difficoltà. Questo è il nuovo che avanza e viene usato da tutti i raccoglitori di consensi che propinano solo la loro verità.

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