«Non scafisti, ma con un ruolo attivo nel naufragio di Cutro»: chieste tre condanne
CROTONE «Non sono scafisti ma hanno avuto un ruolo attivo nella gestione dei passeggeri del caicco naufragato a Cutro anche se la loro responsabilità nel naufragio non è equiparabile a quella di chi guidava barca». È questo uno dei passaggi principali della requisitoria con la quale il pubblico ministero Pasquale Festa ha chiesto al Tribunale di Crotone la condanna dei tre imputati per il naufragio del Summer love avvenuto a Steccato di Cutro il 26 febbraio 2023 e nel quale sono morte 94 persone con un numero imprecisato di dispersi.
Il pm ha evidenziato le diverse responsabilità dei tre imputati chiedendo 18 anni di reclusione e 4,5 milioni di euro di multa per Hasab Hussain, 22 anni pakistano; 14 anni e 3,6 milioni di euro di multa per Khalid Arslan (26) pakistano; 11 anni e 2,7 milioni di multa per Sami Fuat (52), turco.
«Durante questo processo - ha detto il pm - abbiamo sentito le parole scafista e migrante. Abbiamo sentito gli imputati dire io non sono scafista ma migrante. Se intendiamo lo scafista come comandante della nave, gli imputati qui presenti non sono scafisti perché non sono in posizione comando, ma impuntiamo loro di aver dato una mano nella gestione dei passeggeri».
«Nel processo - ha sottolineato il pm - abbiamo fornito un quadro solido rispetto a tutte le posizioni degli imputati. Abbiamo acquisito 19 testimonianze per avere diverse prospettive dello stesso viaggio e sono emerse circostanze analoghe».
Nel ricostruire le vicende che hanno portato al naufragio, il pm ha differenziato i comportamenti dei tre imputati contestando soprattutto ad Hasab Hussain, che si era finto minore, la posizione più grave. Per il pm Hussain era «un organizzatore del viaggio avendo trovato nel suo telefono 74 foto con documenti di identità, assegni, transazioni bancarie di altre persone che in alcuni casi avevano già raggiunto l'Italia».
Secondo il magistrato Hasab avrebbe anche tratto dei benefici economici. Festa ha riconosciuto che Khalid Arslan ha pagato il viaggio ma, facendo da traduttore e tenendo l'ordine tra i passeggeri, ha svolto un ruolo nell'agevolare gli organizzatori. Sul turco Sami Fuat, il pm ha detto: «faccio fatica a pensare che era migrante come gli altri visto che lui era sul caicco da solo da alcuni giorni prima e poi è partito con l'equipaggio (Mohamed Abdessalem, siriano di 26 anni, condannato in abbreviato a 20 anni, e Guler Bayram di 35 anni, deceduto nel naufragio) per andare in soccorso della prima imbarcazione partita dalla Turchia che era in avaria».