L'arte bianca
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CROTONE «Convocare un consiglio comunale aperto sulla bonifica dell’ex sito industriale di Crotone su iniziativa anche del consigliere Pingitore, non può che aver trovato il nostro apprezzamento». È quanto scrive in una nota il gruppo consiliare di “Progetto in Comune”, formato da Danilo Arcuri e Antonio Megna, che sostanzialmente formalizza l'appoggio esterno alla filiera istituzionale creatasi tra Regione, Provincia e Comune sulla vicenda della bonifica.

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«Siamo certi - scrivono - che la seduta consiliare tenutasi nella giornata del primo di ottobre scorso sarà ricordata come un momento di partecipazione democratica che ha visto la convergenza di una serie di fattori sociali, economici, politici e umani verso la risoluzione unitaria della gravissima questione ambientale di Crotone. La sinergia d’intenti espressa a vari livelli, tangibili o virtuali, durante la discussione ha finalmente decretato che “il problema bonifica” di Crotone non può, non deve e non dovrà più essere ridotto ad un mero “spot “ o “contributo” elettorale».
«Abbiamo apprezzato - sottolineano - il lavoro che in questi mesi hanno svolto gli enti locali, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il presidente della Provincia Sergio Ferrari ed il sindaco della città di Crotone Vincenzo Voce, che come mai accaduto prima stanno tenendo una linea comune cioè quella che la Bonifica deve iniziare e così come dichiarato ieri opponendosi al decreto del ministero dell’Ambiente che intimava la Regione alla rimozione del vincolo Paur che consente a Eni di realizzare nuove discariche sul territorio».
«Unità d’intenti - sostiene “Progetto in Comune” - che ci auspichiamo vada avanti e continui nel tempo per tutelare in ogni sede il nostro territorio. Purtroppo, l’epilogo della giornata che avrebbe dovuto portare all’approvazione della proposta di legge da inviare alla Regione Calabria ha suscitato le nostre perplessità su diversi aspetti, non per ultimo il “modus operandi” utilizzato nella non condivisione della proposta, a noi mai pervenuta».
«Tuttavia, senza pregiudizi e in un breve lasso di tempo - riferisce -, il nostro consigliere Danilo Arcuri ha ugualmente analizzato il documento proposto dal consigliere Pingitore ravvisando una serie di criticità in ordine soprattutto alla legittimità costituzionale della proposta, atteso che la stessa intende disciplinare materie appartenenti alla competenza statale investendo, soprattutto, i disposti del decreto legislativo 152/06 “Testo unico sull’ambiente”. Senza toni polemici, ha espresso in aula ulteriori disarmonie riscontrate confrontando l’articolato della proposta di legge regionale con i recenti provvedimenti statali riguardanti gli impianti, in particolar modo i divieti imposti per l’installazione di sistemi fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone classificate agricole dai piani urbanistici vigenti».
«A nostro avviso - spiegano Arcuri e Megna -, gli intenti descritti nella relazione introduttiva della proposta di legge non reggerebbero all’eventuale vaglio di sostenibilità costituzionale della stessa qualora la questione di legittimità sia prospettata ed accolta nel corso di un giudizio. Tutto ciò, avrebbe potuto pregiudicare l’importanza di un consiglio comunale che, per i contenuti offerti e l’ampia partecipazione, può rappresentare una delle vie per andare oltre le difficoltà del presente aprendo strade, si spera, verso un futuro migliore».
«Chiunque voglia continuare a dare un contributo - rende noto Progetto in Comune -, chiunque voglia battersi per difendere Crotone da chi vuol farla diventare la più grande “pattumiera” d’Italia, chiunque voglia contribuire per trovare soluzioni al problema ambientale della nostra città troverà sempre la nostra condivisione e il nostro appoggio ma che siano iniziative serie e realistiche, non accetteremo di condividere iniziative che non hanno la benchè minima possibilità di aiutare il processo di bonifica e soprattutto che abbiano il solo scopo di dare colpe a destra e a manca per strumentalizzare l’argomento per fini politici-elettorali, la città ha già pagato tanto per colpe non sue. Ora basta», concludono Arcuri e Megna.