Giù le mani dagli Enti dottor Grossi, Eni non può fare i suoi "porci comodi"
Duro attacco dell'ad di "Eni rewind" dopo il sopralluogo della commissione Ecomafie nel Sin di Crotone. Dall'assenza di discariche al rispetto del principio di prossimità...

CROTONE La colpa è sempre di chi impedisce a Eni di fare i porci comodi. L’amministratore delegato di Eni Rewind, Paolo Grossi, ha individuati nella Regione Calabria, Comune e Provincia di Crotone i nemici da abbattere per raggiungere il suo scopo. Secondo Grossi, sono i tre enti locali i veri responsabili del mancato avvio delle attività di bonifica previste dal Pob fase 2.

I tre enti avrebbero commesso il reato di lesa maestà, presentando un ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria per impedire un nuovo saccheggio ambientale. Secondo il Grossi pensiero i tre enti, anziché pensare a difendere gli interessi del territorio, avrebbero dovuto assumere una posizione a 90 gradi e consentire di spostare, sic et simpliciter, i veleni più pericolosi dalla discarica a mare, dove Eni ha stipato più di un milione di tonnellate di schifezze di ogni genere, nella discarica di Columbra a qualche chilometro di distanza dal sito attuale.
Di fronte alla volontà di Eni Rewind di chiudere la partita smaltendo i veleni a Columbra e risparmiando una montagna di euro, la decisione legittima e condivisa assunta dai tre enti locali di difendere a denti stretti la salute dei cittadini, l’Ad di Eni Rewind spara a pallettoni contro chi si è permesso di ostacolare il progetto e chiudere “finalmente” una trattativa che sta durando troppo per i gusti di chi ragiona da padrone.

Grossi definisce il Provvedimento autorizzatorio unico (Paur), approvato dalla Regione Calabria il 2 agosto 2019, un “atto politico” che nulla avrebbe a che fare con la bonifica. In una iniziativa organizzata da Legambiente di Crotone, tenutasi qualche mese fa presso la Lega navale della città, il dirigente regionale del settore “Valutazioni e autorizzazioni ambientali - sviluppo sostenibile”, Giovanni Aramini, ha raccontato una versione diversa dei fatti, rispetto alla narrazione che fa Grossi.
Aramini, ripreso dalla stampa, ha detto che è stata proprio l’Eni ad avere proposto il progetto di smaltire i veleni di Crotone fuori dal territorio della Calabria. Il Paur, quindi, sarebbe stato concepito in seguito alla proposta sollecitata da Eni. D’altronde la verità, in tempi come questi, somiglia più ad alcune zone inguinali maschili che si adattano alla situazione o alle sollecitazioni che subiscono.

Grossi dovrebbe, poi, spiegare ai Crotonesi e a tutti i calabresi come mai sino ad oggi è stata negata l’esistenza di discariche presenti negli altri stati dell’Europa, che avrebbero potuto accogliere i veleni di Crotone. In una telefonata intercorsa con il sottoscritto ha anche detto che il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, non diceva la verità quando affermava che c’erano discariche in Europa per smaltire i rifiuti di Crotone. Di quella telefonata conservo tracce, se ce ne fosse necessità.
Prima non c’erano discariche e oggi c’è da rispettare il principio di “prossimità”. Sembra proprio di vivere la favola del lupo e l’agnello. Giù le mani dai nostri tre enti locali, dottor Grossi, che stanno difendendo il territorio, mentre lei, invece, difende gli interessi economici della sua azienda che ha, secondo quanto si legge nei resoconti della stampa nazionale, ha non pochi scheletri nell’armadio.