Il vescovo Panzetta tra gli imprenditori di Cutro che hanno denunciato il ''pizzo''
CUTRO È ancora vivo nella nostra memoria l’atto coraggioso, di qualche mese fa, di alcuni imprenditori di Cutro che hanno denunciato i loro estorsori. L’imposizione del pizzo ha trovato una netta e decisa opposizione.
Un gesto significativo che ha provocato un moto di indignazione nei cittadini, stanchi di essere vittime di comportamenti gretti e prepotenti, che offendono la dignità dei lavoratori onesti e compromettono lo sviluppo di un territorio, già precario, ma comunque ricco di risorse e potenzialità.
Corale e sincera è stata la solidarietà mostrata dalla cittadinanza in un partecipato corteo, guidato dal primo cittadino Antonio Ceraso. Presenti anche altri sindaci della provincia. Una manifestazione da cui si è levato alto un chiaro messaggio: in questo territorio c’è voglia di riscatto e di onestà.
La logica mafiosa, a cui sono riconducibili siffatte azioni, non è più tollerabile, perché non solo colpisce la vita delle persone che lavorano onestamente, ma si ritorce anche contro la comunità stessa, che è bloccata nella crescita della solidarietà sociale, della cooperazione reciproca e responsabile.
In un clima cordiale, emotivamente intenso, martedì 2 aprile, il vescovo Panzetta ha voluto incontrare i lavoratori e i familiari, che, in questa vicenda, sono stati oggetto di pressioni e minacce. Il Presule, accompagnato dall’equipe dell’Ufficio per la pastorale del lavoro, ha visitato i luoghi in cui giornalmente i lavoratori svolgono le loro attività, per mantenere le famiglie e prendersi cura dei figli, offrendo un avvenire sicuro.
Dopo un breve momento di preghiera, con la benedizione dei locali, dei dipendenti e delle attrezzature, l’Arcivescovo si è intrattenuto amichevolmente con i presenti. Monsignor Panzetta non ha mancato di ricordare che, nella sua persona, tutta la chiesa diocesana è vicina alle vittime di queste intimidazioni; alla comunità cristiana sta a cuore ogni gesto che promuove speranza e vita, perché l’uomo sia messo nelle condizioni di vivere felicemente e sia rispettato nella sua dignità.
Sincera è stata la gratitudine dimostrata dai lavoratori alla visita del vescovo Angelo Raffaele.
Nelle strette di mano, negli sguardi sorridenti, nei racconti delle fatiche quotidiane si è percepita vivissima la volontà di andare avanti, perché questa terra sia restituita alle forze sane e alle energie buone che ci sono e possono generare sviluppo e progresso.
La chiesa è attenta a quelle istanze positive presenti nel tessuto sociale, che creano occupazione e favoriscono l’economia locale. Infatti, qui a Cutro è stato possibile ammirare esercizi commerciali, piccole imprese e fabbriche, che ci rivelano una spiccata capacità imprenditoriale, che, con creatività, serietà e professionalità, è a servizio di un territorio, realizzando posti di lavoro per diverse famiglie.
Sono queste le buone iniziative che bisogna tutelare e incoraggiare, perché si diffonda sempre più una cultura del reciproco rispetto e della solidale convivenza, garanzia perché i giovani rimangano qui nella loro terra, impieghino le loro risorse e ci sia anche per loro un futuro certo.
Non è semplice tutto questo. Bisogna avviare processi di rinnovamento. Serve un impegno comune, dal semplice cittadino alle varie istituzioni e movimenti che operano sul territorio. Occorre credere che ci potrà essere lavoro onesto, sviluppo economico e un futuro prospero, se ci uniamo e lottiamo insieme per costruire una società dove le regole e la legalità hanno la priorità assoluta. Come ci insegnano gli imprenditori di Cutro.
Solo se diamo voce a quei principi e valori (come il senso di responsabilità, il sacrificio, la dignità, il bene comune, la solidarietà) che spesso vengono declamati a parole e poco onorati con esempi concreti di vita, possiamo seriamente sanare una mentalità che è causa di un regresso inesorabile e di un domani precario.
*Ufficio della pastorale sociale e del lavoro di Crotone
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