Questura Crotone, emesse 20 misure a carico di soggetti pericolosi in aprile
Si tratta di Daspo, avvisi orali, ammonimento e sorveglianze speciali scaturiti nell'ambito del piano predisposto dal questore Renato Panvino

CROTONE Emesse 20 misure tra Daspo, avvisi orali, ammonimento e sorveglianze speciali a persone pericolose dalla polizia a Crotone nel mese di aprile appena trascorso.
«Nell’ambito di un piano predisposto dal questore della provincia di Crotone Renato Panvino – riferisce la Questura –, al fine di contrastare e arginare comportamenti che possono incidere sulla sicurezza e la pacifica convivenza dei cittadini, sono state adottate e proposte una serie di misure di prevenzione personale su diversi soggetti responsabili di azioni illecite rilevanti, in occasione di manifestazioni pubbliche, in contesti familiari ed a carico di appartenenti a sodalizi mafiosi».
«L’efficace attività istruttoria condotta dalla divisione Polizia anticrimine – prosegue la nta –, in riferimento al trascorso mese di aprile, ha condotto all’emissione di cinque provvedimenti di Daspo, uno dei quali irrogato a un calciatore dilettante di una squadra locale, un provvedimento di “ammonimento” nei confronti di soggetto che si è reso autore di condotte violente in ambito domestico, nove “avvisi orali”, intimando agli interessati di tenere una condotta conforme alla legge e formulato al Tribunale del capoluogo del distretto tre proposte per l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, nei confronti di altrettanti soggetti, portatori di pericolosità sociale generica e qualificata, quest’ultima con particolare riferimento alla criminalità organizzata anche di tipo mafioso».
«In tale contesto – precisa la Questura –, la medesima Autorità giudiziaria ha emesso due decreti di sorveglianza speciale di Ps con obbligo di soggiorno della durata rispettivamente di quattro e tre anni, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti organici ad associazione di tipo mafioso radicata su questo territorio, accogliendo la relativa proposta precedentemente formulata dal questore».
«Attraverso la sorveglianza speciale – sottolinea la Questura –, l’Autorità di pubblica sicurezza esercita un controllo sul soggetto in relazione a tutte le prescrizioni che l’Autorità giudiziaria gli ha imposto con il provvedimento al fine di vanificarne la pericolosità ed ostacolare, o comunque rendere disagevole, il compimento di iniziative criminose. Quando la misura prevede anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora abituale, si tratta della più afflittiva delle misure di prevenzione personali applicabili dall’Autorità giudiziaria, imposta nei casi in cui le altre misure di prevenzione non siano ritenute idonee alla tutela della sicurezza pubblica».
«La severità della misura è giustificata – spiega la nota – dal maggior livello di minaccia sociale attribuito al soggetto, da cui discende la necessità di adottare un’ulteriore limitazione della sua libertà e un più stringente controllo ad opera delle Forze di Polizia. Il destinatario, infatti, non può allontanarsi dal comune di residenza o di dimora. Le misure adottate e proposte, rappresentano certamente il frutto della sinergica e costante azione di intensificazione dei servizi di controllo del territorio avviata sia nel capoluogo che nella provincia, prestando particolare attenzione e sensibilità all’attività di prevenzione nei riguardi delle vittime vulnerabili in contesti familiari e affettivi, all’interno dei quali si consumano violenze di tipo fisico, psichico ed economico», conclude la nota.