CROTONE «Gravi le parole di Errigo, Crotone non è una nuova Abissinia dove presentarsi con le perline». È quanto scrive il comitato “Fuori i veleni, Crotone vuole vivere” circa le dichiarazioni rilasciate dal commissario straordinario per la bonifica del Sin di Crotone, Cassano e Cerchiara, Emilio Errigo, nel corso di un'iniziativa pubblica svoltasi presso la Camera di commercio pitagorica.

Natale al Centro Comune di Crotone
Natale al Centro Comune di Crotone

«Alcune dichiarazioni rilasciate dal generale Errigo - riferisce il comitato - nella sua qualità di commissario governativo, in occasione di un convegno organizzato alla Camera di commercio di Crotone, sono davvero gravi e ci costringono nuovamente ad intervenire sulla questione della bonifica dell'area Sin. In primo luogo per informare il generale e commissario Errigo che la nostra battaglia ha lo scopo di chiedere ad Eni di adempiere al suo obbligo di portare i veleni fuori da Crotone. Un atto dovuto e non un'opera di beneficenza! Come è noto il territorio e la nostra comunità stanno pagando un prezzo elevato in termini di patologie oncologiche e di malattie che provocano perdita di vite umane, di disabilità e sofferenze come ampiamente dimostrato e certificato».
«Avremmo preferito un dialogo positivo con il generale e commissario - scrive il comitato che, in quanto rappresentante del Governo e del ministero dell'Ambiente, ha il compito: di operare la bonifica come previsto dalla sentenza del Tribunale di Milano che condanna Eni; di vigilare affinché Eni proceda alla bonifica del Sin nel rispetto di quanto stabilito dal Piano di bonifica approvato con decreto ministeriale del marzo 2020. Gli stessi obiettivi per i quali i Crotonesi sono impegnati da anni e per i quali e nato il "Comitato Fuori i veleni. Crotone deve vivere"».
«Per queste ragioni - commenta la nota - risultano incomprensibili ed inaccettabili le polemiche e gli attacchi, non troppo velati del generale e commissario nei confronti del Comitato e di quanti continuano a battersi per il rispetto del deliberato della Conferenza dei servizi conclusasi il 24 ottobre 2019 presso il ministero dell'Ambiente (rappresentato dal generale e commissario) che ha prescritto ad Eni di portare i veleni fuori da Crotone e dalla Calabria. È grave affermare che quanti si battono per il rispetto di quel deliberato, farebbero perdere un investimento di 400 milioni a Crotone. Se il generale e commissario si riferisce a somme per la bonifica, ricordiamo che le risorse quantificate da Ispra (ministero Ambiente) nel 2012 per il danno ambientale arrecato ammontano a 1 miliardo 731 milioni di euro. Oltre 2 miliardi se valutati a 12 anni di distanza. Risorse necessarie e dovute per la bonifica dei danni arrecati, non regalie o investimenti!».

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«A tal proposito sarebbe opportuno evitare affermazioni pompose - suggerisce il comunicato - che ricordano esperienze ed approcci colonialisti di altri tempi. Crotone non è una nuova Abissinia dove presentarsi con le perline. I crotonesi meritano rispetto! A Crotone nessuno vuole dettare legge, tanto meno noi che non disponiamo di alcuno strumento di potere se non il diritto di manifestare le nostre opinioni in modo libero per come sancito dalla Costituzione. Piuttosto si chiede il rispetto della legge a partire da Eni, ed il dovere di farla rispettare da parte di chi è chiamato ed è giustamente retribuito per questo».
«Ci preme, ancora una volta se c'è ne fosse bisogno, informare il generale e commissario - incalza la nota - che il Comitato promosso da persone, disinteressate e perbene, di diverso orientamento politico e culturale, intende condurre con determinazione la battaglia per liberare Crotone dai veleni anche ricorrendo alle vie giudiziarie se sarà necessario. Sicuramente attraverso la mobilitazione popolare e democratica. Una battaglia di libertà contro tutte le mafie che in forme e metodi diversi operano contro il bene comune e per l'affermazione dei loro interessi loschi e meschini. In questa battaglia noi non utilizzeremo le "armi ed il bazuca" richiamati, con metaforica minaccia intimidatoria dal generale e commissario, ma quelle della democrazia e del libero diritto di manifestare. In questa battaglia continuiamo ad essere coerenti e lontani da condizionamenti, consapevoli di rappresentare gli interessi dei crotonesi e del territorio».
«Infine alcune considerazioni - commenta ancora la nota -. Un rappresentante dello Stato dovrebbe usare toni distensivi. Quelli utilizzati dal generale e commissario non sono proprio consoni al linguaggio dello Stato democratico. Il generale e commissario si convinca di avere a che fare con persone libere e legate al destino di questo territorio. Abbiamo le idee chiare e purtroppo alcuni atteggiamenti ci convincono sempre di più che le premesse non fanno intravvedere nulla di buono per il nostro comprensorio. Lo ribadiamo per l'ennesima volta: pretendiamo il rispetto degli esiti della conferenza decisoria del 2019 e le prescrizioni del Paur soprattutto per quanto riguarda la destinazione fuori regione dei rifiuti. Tali decisioni non sono il frutto di mere manifestazioni campanilistiche ma il risultato di studi e analisi autorevoli (ministero dell'Ambiente, Istituto superiore della sanità, Ispra, Arpacal) che hanno ritenuto il territorio crotonese gravemente danneggiato da politiche dissennate ed offensive verso la salute dei cittadini».
«Lei, generale Errigo - conclude il comitato -, nel rispetto del suo ruolo, dovrebbe contribuire a tutelare il diritto alla nostra salute che mai come in questo caso coincide con il diritto allo sviluppo dell'intero territorio. Crotone non deve e non può essere umiliata attraverso tentativi di compromessi al ribasso che si tradurrebbero in inganno».

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