Asp Crotone, le sigle di categoria bocciano l'Atto aziendale di Calamai
Cgil-Fp, Fials, Fvm, Sinafo, Anaao-Assomed, evidenziano che la proposta rischia «di compromettere l’efficienza, la sostenibilità e la coerenza dell’architettura aziendale»

CROTONE L’Atto aziendale proposto dalla commissaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Crotone, Monica Calamai, condiviso dalla Conferenza provinciale dei sindaci, «per molteplici aspetti, appare non conforme ai principi normativi, assistenziali, economici e di trasparenza». Lo denunciano, con una nota, i sindacati di categoria Cgil-Fp, Fials, Fvm, Sinafo, Anaao-Assomed, che evidenziano che la proposta possa rischiare «di compromettere l’efficienza, la sostenibilità e la coerenza dell’architettura aziendale».
Secondo i sindacati è una proposta che richiede correzioni serie in quanto vi sono aspetti «in evidente contrasto con quanto previsto dalle Linee guida per l’adozione degli Atti aziendali di cui al dca n. 54/2023. 1; la proposta di Assetto dipartimentale mancherebbe di coerenza e affinità disciplinare; la costituzione dei Dipartimenti avverrebbe senza tener conto dell’omogeneità funzionale e specialistica delle strutture accorpate, in palese violazione dei riferimenti normativi (Dm 70/2015, Dm 77/2022, Linee guida regionali)».
«Questa impostazione – evidenziano i sindacati – ostacola una programmazione integrata e una gestione efficace». Viene riproposta l’Unità operativa di Medicina nucleare «nonostante il servizio risulti chiuso da anni e la disattivazione non sia mai stata formalmente comunicata alla Regione». Questo reparto era stato chiuso per mancanza di locali idonei in attesa di individuarne nuovi all’interno della struttura ospedaliera. Sono stati individuati? Un reparto che, come evidenziano i sindacati, continua a restare chiuso da sei anni «con evidenti ricadute negative sull’assistenza ai malati oncologici, costretti a rivolgersi ad altre Asp (la più vicina a Catanzaro, ndr) o al privato».
Sempre secondo i sindacati nella proposta Calamai vi sarebbero «servizi specialistici ignorati e declassati. Non risultano adeguatamente valorizzati alcuni servizi specialistici territoriali di fondamentale importanza, quali: polisonnografia; ventilazione meccanica per pazienti con Bpco grave e patologie neuromuscolari». E ancora: «Il Servizio di Fisiopatologia respiratoria della nostra Asp sostiene attualmente tutta la diagnostica respiratoria ospedaliera e territoriale, con oltre 500 polisonnografie e più di 4.000 pazienti ventilati annualmente ed è anche referente regionale per la Telemedicina, contribuendo significativamente all’abbattimento delle liste d’attesa».
Diventa difficile capire come si fanno scelte che non valorizzano tale servizio «alla luce delle direttive del Dm 77 e del Pnrr». Così come diventa incomprensibile come mai «il Servizio di angiologia, con circa 8.100 prestazioni erogate nei primi sei mesi del 2025, e opera a livello interprovinciale» venga «fortemente sottodimensionato e senza previsione di strutture semplici a valenza dipartimentale (Uosd)». Questo servizio, quindi, è «a forte rischio di chiusura per il già esiguo personale medico, che potrebbe essere utilizzato nell’Uo di Medicina, in momenti di criticità!».
Questo potrebbe verificarsi perché il servizio è assegnato alla gestione dell’Unità operativa di medicina e, quindi, i medici sono assoggettati alle scelte del primario. «I servizi assistenziali – si legge nella nota dei sindacati – appaiano trascurati a svantaggio dell’intera popolazione e sbilanciati verso una sanità privata». Tra le questioni che non vanno c’è anche «l’accorpamento irregolare delle Farmacie territoriale e ospedaliera». Si tratta di «una grave violazione normativa».
Tra le cose che fanno arricciare il naso «sono state istituite Unità operative complesse territoriali “duplicate” per lo stesso ambito operativo, senza supporto di dati sui flussi o fabbisogni». «Allo stesso modo, – continuano a scrivere – le Uosd sono state distribuite senza criteri oggettivi, spesso in base a logiche relazionali anziché strategiche, in violazione dei modelli organizzativi regionali e nazionali».
L’elenco delle negatività continua ed è molto lungo. Questo elenco dice che anche l’Atto aziendale proposto sotto elezioni da Calamai e condiviso dai sindaci della provincia di Crotone presenti alla Conferenza potrebbe avere una valenza puramente elettorale. Le denunce dei sindacati di categoria non sono circoscrivibili con poche questioni e sono dettagliati anche i contrasti con alcune normative che regolano il sistema sanitario.