Oliverio scuote il governo: «Si presta alle pressioni di Eni su Crotone»
L'ex presidente della giunta calabrese avverte sulla possibilità di un nuovo decreto per annullare il Paur e così lasciare i veleni sul territorio

CROTONE Un silenzio tombale rotto da un intervento-denuncia di Mario Oliverio, ex presidente della giunta regionale calabrese. Sotto una regia, non troppo occulta, sono iniziate le grandi manovre per annullare il dispositivo della sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Calabria. I giudici amministrativi, con questa sentenza, hanno dato l’aut aut sia al decreto del 1° agosto 2024 del ministero dell’Ambiente e sia all’ordinanza numero 1 emanata dal commissario per la bonifica Emilio Errigo.
La decisione dei giudici non ha trovato il gradimento di chi ragiona facendo calcoli per risparmiare montagne di soldi. Poco importa se, poi, c’è di mezzo la salute dei cittadini. Il decreto e l’ordinanza bocciate dal Tar si ponevano l’obiettivo di annullare il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), approvato il 2 agosto 2019 proprio dalla giunta regionale guidata da Oliverio. Il Paur rappresenta un ostacolo da abbattere perché impone il trasferimento dei veleni di Crotone fuori dal territorio calabrese.
In una nota diffusa oggi, Oliverio denuncia, quindi, che «nemmeno la sentenza del Tar li ha fermati. Il Governo nazionale, in modo irresponsabile, si presta alle pressioni di Eni Rewind e prova ad aggirare il Paur per far risparmiare all’azienda due miliardi di euro di bonifica stimati dall’Ispra, lasciando la comunità di Crotone esposta alla contaminazione di veleni con conseguenze gravi per la salute e la vita delle persone».

Oliverio parla sia nella sua veste di “padre del Paur” e sia in quella di “promotore del comitato Fuori i veleni - Crotone vuole vivere”. Tutto questo movimentismo da parte del governo e del commissario Errigo, come evidenzia Oliverio, ha l’obiettivo di fare risparmiare ad Eni Rewind la somma di due miliardi di euro
«Si arriva ad annunciare un Decreto Legge - “urla” Oliverio nel suo comunicato - per cancellare un provvedimento regionale come il Paur che ha già retto a ricorsi, ordinanze e persino a un decreto ministeriale. Si calpesterebbe cosi il Titolo V della Costituzione e l’autonomia della Regione Calabria, aprendo un conflitto istituzionale senza precedenti». Una assurdità che purtroppo vede Crotone e i suoi cittadini trattati come animali da macello.
Quei veleni stipati dall’Eni nella discarica fronte mare hanno prodotto tantissimi morti come certifica lo studio Sentieri e, quindi, decidendoli di lasciarli a Crotone spostandoli di tre o quattro chilometri nella discarica di Columbra si vuole continuare nelle attività di mattanza della salute dei cittadini.
«A giustificazione di ciò - scrive Oliverio - si agita lo spauracchio di una direttiva europea: un falso. Quella direttiva, che entrerà in vigore nel 2026, non riguarda i Paesi Ocse come l’Italia né i Paesi membri dell’Unione Europea e, in ogni caso, prevede deroghe per territori senza impianti adeguati come la Calabria». Quello che scrive Oliverio è un altro grave atto di accusa nei confronti di coloro che per anni hanno mentito sulla presenza in Europa di discariche adeguate ad ospitare i veleni di Crotone.

Le discariche c’erano e in tanti raccontavano bugie e inesattezze e così sono trascorsi sei anni senza fare nulla di concreto per risolvere il problema e chiudere il cerchio sulla bonifica. «La assunzione di un Decreto Legge da parte del Governo nazionale per cancellare il Paur e magari consentire ad Eni Rewind di lasciare i veleni in Calabria dove non esistono impianti abilitati al trattamento di rifiuti Tenorm, Norm, con tracce radioattive ecc – scrive Oliverio - sarebbe una operazione palesemente a danno dei cittadini di Crotone ed una ipoteca drammatica sul futuro di un territorio che piuttosto che essere risarcito verrebbe definitivamente condannato allo spopolamento ed alla sofferenza».
Oliverio non lo scrive, ma c’è anche il problema dell’attuale capienza della discarica di Columbra. Non ci sarebbero gli spazi per ospitare tutti i veleni di Crotone e, quindi, vi sarebbe bisogno di un ulteriore ampliamento. Oltre al danno anche la beffa di autorizzare un ampliamento che farebbe arrivare a Crotone i veleni prodotti in altri territori
«Contro una simile ipotesi – sottolinea l’ex presidente - mi auguro che si levi forte l'opposizione delle istituzioni locali e della Regione, delle rappresentanze parlamentari, delle forze politiche e sociali. La tutela della salute e della vita delle persone viene prima degli interessi di Eni». La difesa della città dovrebbe essere assunta anche dalle coalizioni politiche e partiti che sono in campagna elettorale. Fare sentire la loro voce forte ed autorevole e farla arrivare sino a Roma e a Bruxelles.
«Intanto il Paur che prescrive precise e dettagliate indicazioni per lo svolgimento in sicurezza delle operazioni bonifica, finalmente iniziate dopo 5 anni, - evidenzia ancora Oliverio - non viene rispettato. Il commissario alla bonifica la cui discutibile condotta è stata di fatto bocciata anche dal Tar, farebbe bene a dare un'occhiata al Paur. Si potrebbe rendere così conto di quanto sia lacunosa la organizzazione delle operazioni in corso e potrebbe anche avere contezza dei metodi e delle tecniche da assumere per evitare l'esposizione a rischio determinate da eventi atmosferici come ad esempio il vento».
Ripresa video di Giovanni Monte
Oliverio chiede a Errigo di passare dagli annunci pubblicitari ai fatti per salvaguardare la salute dei cittadini. In verità dopo la sentenza del Tar, Errigo avrebbe dovuto subito rassegnare le dimissioni. Quella sentenza, infatti, ha bocciato senza appello la sua linea operativa. Continuando nelle sue sottolineature, Oliverio scrive che «non a caso, proprio a tal proposito, il Paur indica la realizzazione di tensostrutture per evitare che le polveri vengano trasportate nell'aria».
Si tratterebbe di un impianto che dovrebbe occupare una superficie di 2.200 metri quadrati «coperta con una tettoia a doppia falda» e altri accorgimenti tecnici per impedire la circolazione delle polveri cariche di veleni. Perché questa tensostruttura non è stata allestita?
«Il commissario generale Errigo - scrive l'ex presidente - dovrebbe anche chiedersi perché si continua a mantenere Arpacal senza i mezzi e il personale necessario per il controllo ed il monitoraggio delle operazioni di bonifica e la convenzione con Sogesid, da lui stesso annunciata qualche mese fa con la destinazione di due milioni di euro, non è stata attivata e resta ferma nei cassetti? È chiaro che tutto ciò significa vanificare i controlli e con essi ogni forma di legalità, trasparenza a tutela della popolazione e dei lavoratori esposti in prima linea nella bonifica».
La denuncia di Oliverio è circostanziata e a questo punto meriterebbe delle risposte per tranquillizzare i cittadini che potrebbero essere sottoposti ad un nuova e più pericolosa esposizione a veleni che continuano aa esercitare la loro attività di killer silente.