L'arte bianca
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«Fortissima preoccupazione»: è quanto esprimono i sindaci di Catanzaro, Cosenza e Crotone, Nicola Fiorita, Franz Caruso e Vincenzo Voce in relazione alle sorti dei quasi cinquecento dipendenti della Abramo customer care, messi in cassa integrazione a zero ore dall'azienda dal prossimo 1 gennaio in seguito al mancato rinnovo delle commesse da parte di Tim.

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«Si tratterebbe - affermano i tre primi cittadini in una nota congiunta - di un colpo durissimo, in una regione dove gli indicatori economici e quelli relativi all'occupazione costituiscono già motivo di pericoloso allarme sociale. Il rischio di perdita secca di centinaia di posti di lavoro non può non far temere, poi, ripercussioni sugli assetti complessivi dell'azienda che potrebbero sfociare in una situazione di ben più grave portata».
Fiorita, Caruso e Voce, nel dare la loro «piena e incondizionata vicinanza ai lavoratori, la cui serenità viene peraltro compromessa in un frangente particolare com'è il periodo natalizio» fanno sapere inoltre di avere «contattato presso Tim il responsabile delle risorse umane, Paolo Chiriotti e la responsabile degli Affari istituzionali Sabina Strazzullo, per verificare nell'immediato la possibilità di una proroga del contratto e per chiedere, al contempo, un incontro urgente alla stessa Tim, da tenersi al ministero del Lavoro che ci aspettiamo - sostengono - sia parte attiva nella gestione della crisi».

Orrico e Barbuto (M5s): «D'Urso convochi tavolo al ministero»

«Tim ha definito la cessazione del contratto commerciale per le attività di 'consumer' le cui commesse erano affidate ad Abramo Customer Care ed ora circa 500, fra lavoratori e lavoratrici, dislocati nelle sedi di Catanzaro, Crotone, Montalto Uffugo (Cs) e Palermo, dal 1 gennaio, saranno collocati in Cassa integrazione a zero ore». Lo affermano la deputata Anna Laura Orrico, coordinatrice calabrese del Movimento 5 stelle ed Elisabetta Barbuto, ex parlamentare ed attuale coordinatrice pentastellata della provincia di Crotone.
«Una comunicazione lapidaria - aggiungono Orrico e Barbuto - quella di Tim che, proprio sotto le festività natalizie, condanna alla incertezza ed alla disperazione centinaia di famiglie, soprattutto calabresi, che su quel lavoro avevano costruito la propria dimensione, acquistato casa, contratto mutui, immaginato un futuro nella propria terra. Eppure Tim, che tra i propri azionisti annovera anche Cassa Depositi e Prestiti, ovvero lo Stato, da un lato revoca commesse ad un'azienda in amministrazione straordinaria che prova a risanarsi e ricollocarsi nel mercato e dall'altra continua ad affidare commesse sui servizi commerciali ad altre aziende. Una circostanza che richiede l'intervento delle istituzioni».
«Ecco perché è stata depositata una interrogazione al ministro delle Imprese e del Made in Italy D'Urso - sottolineano le due esponenti del M5s - per chiedergli di salvaguardare i livelli occupazionali in aree del Paese fra le più fragili d'Europa e di occuparsi della vicenda convocando un tavolo ministeriale. Un confronto necessario al quale sarebbe auspicabile non solo la partecipazione dell'azienda committente quanto quella degli enti regionali coinvolti ed in particolare della Regione Calabria che spesso, nella lunga vicenda Abramo customer care, è stata la grande assente».

Mancuso: «Tim ascolti le istanze delle istituzioni calabresi»

«Tim ascolti le istanze delle istituzioni calabresi, a incominciare dal consiglio regionale e delle forze sociali, volte a ottenere una proroga del contratto commerciale per le attività della Abramo customer care. Pur tenendo nel debito conto le ragioni imprenditoriali, prevalga il senso di responsabilità che coniuga il profitto con gli interessi collettivi». Così il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso che aggiunge: «Mettere in discussione il lavoro di 500 dipendenti, tra Catanzaro, Crotone, Cosenza e Palermo, per i quali si prefigura la cassa integrazione a zero ore dall'inizio del nuovo anno, è una scelta grave che, ricadendo su un'area già di per sé in difficoltà, può innescare forti reazioni sociali. Una scelta - conclude - che si contrappone nettamente agli sforzi della Regione e del governo per assicurare a questa parte del Mezzogiorno prospettive di sviluppo e crescita».

Tomaino: «Sindacati già in moto per difendere il lavoro»

«Dopo tre anni di dubbi, di ansie, di incertezze e di mancato dialogo, ecco che Tim confeziona e spedisce il suo regalo di Natale a chi ha contribuito, con il proprio lavoro, alla crescita e al successo di chi si definisce colosso delle telecomunicazioni». È quanto scrive Fabio Tomaino, segretario generale della Uil di Crotone.
«Centinaia di lavoratrici e lavoratori - incalza il dirigente sindacale - che, con qualunque mezzo e per oltre vent'anni, senza distinguere il giorno dalla notte, il feriale dal festivo, garantiscono professionalità ed efficienza pagando il prezzo di un fallimento che non è certo il loro. D'altronde era difficile immaginare un epilogo diverso, considerato che la vicenda dei lavoratori ex Abramo è stata gestita, sin dall'inizio, sul piano meramente burocratico e nelle mani di pubblici ufficiali poco propensi al confronto. Le organizzazioni sindacali si sono già attivate per incontrare il ministero competente e si stanno programmando assemblee ed iniziative in tutti i territori interessati. Ma adesso, almeno questa volta, tocca alla politica, nazionale e regionale, quella silenziosa e distratta o peggio ancora disinteressata, quella dei proclami, quella che non è stata in grado di creare, attorno a questa crisi, un cordone di garanzie istituzionali che valorizzassero e rendessero appetibili, sul mercato, le 2 uniche grandi risorse: lavoratori e commesse. La Tim sta irresponsabilmente togliendo lavoro a chi lo sa fare, sta ma le Istituzioni la lasciano fare. Dobbiamo difendere ciò che è nostro».

Sestito (Arci): «A rischio tanti lavoratori, serviva più impegno»

«Il mancato rinnovo di importanti commesse per la Abramo Customer Care, con la conseguente forte probabilità che 493 lavoratori, di cui oltre 90 solo a Crotone, si ritrovino dal 1 gennaio in cassa integrazione a zero ore, è una grave notizia che minaccia il futuro di tantissime famiglie, giunta tra l'altro proprio nel periodo natalizio in cui si dovrebbe godere di qualche giorno di serenità». È il commento di Filippo Sestito, presidente di “Arci Crotone Aps”.
«Di certo non si può parlare di "doccia fredda" - commenta Sestito - considerata la delicatezza della questione che, come dicevamo da tempo, si presentava come una "bomba ad orologeria" da più di un anno ed avrebbe richiesto adeguato controllo ed impegno inter-istituzionale. Eppure, nonostante le molte rassicurazioni ricevute, il risultato a cui si è giunti è letteralmente indecente. La cura dell'allora governo Prodi per il territorio di Crotone nella fase successiva alla tremenda alluvione che colpì la nostra città e determinò un nuovo impulso per lo sviluppo del territorio crotonese si è infranta contro l'attuale Governo che nulla ha fatto di concreto per sostenere il diritto al lavoro in un contesto difficile come quello crotonese. La mancanza del Governo è però accompagnata da una pari mancanza del governo regionale del Presidente Occhiuto e delle amministrazioni locali che evidentemente non hanno difeso in modo efficace e tempestivo una fondamentale risorsa per le nostre comunità. Piena solidarietà ai lavoratori con l'auspicio che si possa trovare al più presto una soluzione percorribile e dignitosa».

Pd Crotone: «Inaccettabile chiusura Abramo, gravame è sui lavoratori»

«La notizia della chiusura di "Abramo Customer Care" e la Cassa integrazione per 493 dipendenti è un duro colpo per la nostra comunità». È quanto scrive in una nota la Federazione provinciale del Pd di Crotone, assieme al circolo cittadino.
«Questa decisione - prosegue la nota -, risultato della cessazione del contratto da parte di Tim, mostra una mancanza di responsabilità nei confronti dei lavoratori sia da parte delle rispettive società sia di una politica regionale e nazionale che ha sottovalutato un problema che è lo specchio della precarizzazione del lavoro che i giovani e le fasce deboli sono costrette a subire pur di portare a casa il pane. Sia a livello regionale che a livello nazionale le forze di centro sinistra si sono attivate per avviare una interlocuzione che salvi quasi 500 posti di lavoro. Ringraziamo i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti ed Ernesto Alecci e l’onorevole Nico Stumpo, grazie ai quali abbiamo ottenuto interrogazioni sia in Consiglio regionale sia alla Camera dei deputati per il ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso. Faremo il punto sulla vicenda e proporremo la nostra soluzione in una conferenza stampa venerdì 22 dicembre alle 11 nella nostra sede provinciale a Crotone. Condanniamo fermamente questa scelta che mette a rischio il sostentamento di centinaia di famiglie e l'economia locale».